"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



lunedì 30 maggio 2022

MICHAEL BRACEWELL - REPRISE (cosa è successo?)

 

MICHAEL BRACEWELL - REPRISE

(cosa è successo?)

 

Premetto che non mi piace scrivere post di critica negativa.

Figuriamoci di qualcuno che per anni ho stimato molto: in quanto capace di scrivere dei libri “poco possibili”, ma da leggere e che è autore di un testo che sta con pochi altri per quanto concerne il racconto della mia “generazione anglosassone” ([1]) ([2]).

Del resto, alcune sue righe sono citate in quello che posso definire il post miliare di questo blog ([3]) e a Bracewell ([4]) ho anche dedicato uno dei primi schizzi che costituiscono una serie, oltre ad averlo citato altrove.

 

Quel libro che nel 2013 non avevo ancora letto ([5]) resta da leggere.

Ma in tre giorni scarsi ho letto Souvenir che mi pare sia la sua ultima fatica letteraria. La mia copia è una seconda edizione ([6]), quindi non posso assicurare che i giudizi positivi riportati in sovraccoperta siano di chi ha letto questo testo prima della sua pubblicazione.

Si tratta di un testo che: depurato da refusi veri e propri, depurato dal fatto che per scelta di Bracewell è circoscritto a Londra e agli anni ottanta del ventesimo secolo, soffre di tanti limiti. Avrebbe potuto avere senso come raccolta di articoli, non così.

 

Mi limito ad alcune osservazioni istantanee.

Ossessione dell’autore per alcune parole, fra esse sicuramente il “postmoderno” spicca; anche il vorticismo salta all’occhio.

Abuso di parole erudite, al limite di piccoli elenchi di sinonimi, talvolta.

Sembra non fossero vivi Francis Bacon e Jeffrey Bernard ([7]), lo erano.

Parrebbe che Metal Box dei PiL (ovvero Public Image Limited) sia uscito nel gennaio 1980, uscì il mese prima ([8]) e lo ricordo bene perché lo comprai proprio a Londra e proprio in quel Virgin Megastore che cita Bracewell.

The Jam paiono non esistere: eppure per tre anni dominarono la scena musicale, anche della capitale (e soprattutto direi).

Autori più bravi di Bracewell a raccontare di Londra? Nik Cohn, James J. Ballard, Martin Amis, Hanif Kureishi, Robert Galbraith (alias di J. K. Rowling) sono quelli che mi sono venuti in mente per primi.

 

Un pregio, comunque (le citazioni dell’autore sono troppo esangui per essere percorse con sicurezza dal lettore) Souvenir lo ha: in quarta di copertina rammenta una serie televisiva britannica che ha fatto scuola: The Sweeney ([9]).  

 

                                                                                                                      Steg

 

 

 

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[1] England Is Mine (1997) sottotitolato: “Pop life in Albion from Wilde To Goldie”. Prima edizione: London, Harper Collins, 1997.

[2] I pochi altri sono, tralasciando testi troppo specifici: The Boy Looked At Johnny – The Obituary of Rock and Roll di Julie Burchill e Tony Parsons: prima edizione London, Pluto Press, 1978; England’s Dreaming di Jon Savage: prima edizione London, Faber and Faber, 1991; Rip It Up And Start Again di Simon Reynolds: prima edizione London, Faber and Faber, 2005.

[5] Vedi nota 4.

[6] Comunque, prima edizione London, White Rabbit, 2021.

[7] Ho scritto di entrambi, senza pretese di ex professo.

[8] Tentativo di far entrare nel decennio ciò che non appartiene ad esso?

Anche per le immagini corrette: https://www.discogs.com/master/4800-PiL-Metal-Box

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