RITORNO
AI “CAFFS” (CON I COMPAGNI DI NONPIÙ)
(un
quarantennale)
Il titolo originale del post era
leggermente di verso: Ritorno ai “caffs” (ovvero anche la gravità milita Dexys
Midnight Runners).
40 anni fa poche
copie arrivarono a Milano dell’album più pesante di quei 366 giorni: era
Searching For The Young Soul Rebels dei Dexys Midnight Runners (il nome era
senza caratteri maiuscoli in copertina).
Tonito pronunciò
subito “Keltic”, già, sempre lui.
Pesa la sleeve,
pesa la inner e le etichette sono paper.
2020: il
pensiero è che, ormai vivi solo noi, qualora morisse prima Kevin Rowland, Fred
Ventura ed io saremmo i soli a piangerlo sinceramente. Mi sbaglio?
fantasie
Suona il
telefono, leggo nel visore DTK LAMF”, e subito rispondo: “Ciao Tonito”.
Il contro saluto
è: “Steg sempre bastard by choice?”
S.: “Certo”.
T.: “Allora?”
S.: “Davanti a
Bonaparte di Via Marghera, ore 20.00”.
T.: “Ok, ciao, ciao ciao, ciao, ciao, ..”.
Via Marghera, si
apre una delle anteriori della sei porte della Mercedes Benz 600, nera, scende
l’autista e ne apre una delle posteriori, Antonio esce dall’accesso della
fermata MM1 di Wagner, si guarda intorno, vede la stella a tre raggi, scopre l’impercettibile
cenno dello chauffeur e sale.
Nel ghiaccio
della frappeuse di fronte a Steg e Tonito sta una bottiglia di Laurent Perrier
extra dry e due flûte capovolte.
S.: “Mi fa
piacere vederti”.
T.: “Ho comprato
due demoni per essere puntuale”.
S.: “Sono ateo,
ma pluralista”.
T.: “Dove si va?”
S. “Sorpresa!”
La pesante,
blindata, Benz si ferma davanti al Bar Magenta.
Entriamo, i
nostri steel toe rimbombano, noi due e lo sciabolare nell’aria delle catene
di una Bonneville e di una Rocket, puliscono il locale da vecchie ruggini umane
che si atteggiavano a mercanti di un tempio che peraltro è da lustri
sconsacrato.
Mangiamo un
panino pasteggiando con due mezze pinte di Double Diamond, giusto per rimanere
perfettamente lucidi.
Rientriamo in
auto ed il tragitto è breve: la fida meccanica tedesca ci fa arrivare in Corso
di Porta Vigentina, fra i civici 26 e 28; con una autorevolezza quasi magica la
“nera auto fuori Germania” e facendo le fusa si fa parcheggiare
impeccabilmente.
Quando Steg e Tonito
scendono, sono tutti lì, caduti e veterani.
Clack la
serratura ci saluta, due mani (quanti anni son passati) sollevano una
scodinzolante saracinesca.
La vetrina illuminata
di Tape Art miracolosamente ci saluta con un numero impossibile di copertine di
dischi e nastri, centinaia!
Entriamo tutti e
poco dopo un tocco leggero annuncia i valletti del Quadronno: con un colpo di
bacchetta magica ognuno ha ciò che vuole fra le mani e sulle labbra (Tonito e
Steg riprendono a Laurent Perrier e…, beh Steg ha chiesto granchi oceanici,
schie e – fuori norma – qualche dattero di mare. Ma Morrissey avrebbe ben altro di
cui preoccuparsi, se fosse stato invitato).
Un paio di ore
prima dell’alba Nicola Guiducci e due Technics creano un gioiello di after
hours.
Alle più fioche
luci solari gli amici e i Compagni Di Nonpiù salutano e svaniscono.
A Steg pare che
Tonito gli abbia strizzato l’occhio prima di andare, ma è un po’ stanco anche
Steg e con tre passi si trova con Franz che già gli ha aperto la portiera per
riportarlo a casa.
Scende il vetro
del finestrino, senza rumore, e Steg guardando all’orizzonte un roseo nulla
mattutino saluta: “bis bald”.
Steg
PS: la forma di queste righe potrebbe essere quella di mio padre, nei
suoi esercizi narrativi storico-bio(auto)grafici. Lui probabilmente avrebbe
apprezzato le mie “note teutoniche” e mi avrebbe chiesto lumi sui contenuti con
sincera, ma giornalistica, curiosità.
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