IL
TAPPETO DI FUN HOUSE
La rilevanza del
tappeto, multicolore e dall’aspetto magico, mi si manifestò assistendo alla proiezione
del documentario di Danny Fields ([1]), Danny
Says, a Londra nel 2016.
Quel tappeto in
realtà era parte dell’arredamento degli studi di registrazione in house (nessun
gioco di parole) losangeleni della “etichetta” de The Stooges, e da esso il
quartetto è quasi fagocitato in quella foto sghemba e piena di rosso (pur se
non satura) che non guadagnò la copertina di fun house e in quell’altra
immagine, più convenzionale, della stessa sessione di posa.
Il vello del
tappeto assorbe parte del suono, non è un segreto.
Con tassonomica
precisione, Jean-Charles Desgroux ([2])
ricorda che tre sono gli album di studio de The Stooges, altrettanti quelli
accreditati a Iggy & The Stooges ([3]).
I massimi
puristi peraltro discettano sulla prevalenza dell’esordio eponimo oppure su
quella del suo seguito ([4]) come
capolavoro ultimo della formazione originale; comunque sia, non mi pare si
discuta molto del tappeto.
fun house o Fun House? La questione
non è eristica come potrebbe sembrare ([5]): il primo deriva dalla seconda,
cioè “a large wood-framed farmhouse at 2666 Packard, some way out of Ann
Arbour toward Ypsilanti which had been spotted by Anne Asheton” ([6])
([7]).
Mi accorgo ora che
l’album de The Stooges di cui al tappeto in questo 2020 compie mezzo secolo.
Immagine dell'imballaggio esterno: copia (n. 854/3000) della prima edizione de 1970 the Cmplete fun house Sesions - collezione privata |
La foto sghemba |
ANTE
SCRIPTUM
A ieri, il post
era questo che segue.
“Il tappeto di Funhouse
è il titolo di questo post, il cui contenuto è dedicato a The Stooges (e Iggy
Pop).
“Siccome sono
molti mesi che dovrei cominciare a scriverlo, ma non ci riesco, al momento
questo è, anche per tutelarne il titolo secondo la normativa sul diritto d’autore
e anche come segno distintivo in generale.
“Posso farvi solo
una promessa: nel post non mi occuperò di Iggy Pop solista.
E ovviamente chi
sa cosa sia Funhouse, sa perché parlo di un tappeto”.
Steg
Tutti i diritti riservati/All rights
reserved. Nessuna parte – compreso il suo titolo – di questa opera e/o la
medesima nella sua interezza può essere riprodotta e/od archiviata (anche su
sistemi elettronici) per scopi privati e/o riprodotta e/od archiviata per il
pubblico senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso, dell’espresso
consenso scritto dell’autore/degli autori.
[1] Banalizzando,
la mente artistica di Elektra Records e una figura cruciale anche sulla Costa
Est USA almeno sino ai Ramones compresi.
[2] Nel volume Iggy Pop – Shake Appeal,
Francia, Le Mot et le reste, 2017, p. 485.
[3] O “and the”?.
[4] Che comunque
smenrtisce la regola per cui il secondo album è sempre “difficile”.
[5] Caveat:
esiste una title track, evidentemente “Fun House”.
E perché non Funhouse
o funhouse?
[6] Paul TRYNKA, open up and bleed,
London, Sphere, 2008, p. 78.
Cito dall’edizione
tascabile siccome è quella da me annotate (il titolo è in lettere iniziali minuscole
in originale).
[7] La
madre degli Stooges originali Ron e Scott.
Cfr., ad abundantiam:
https://steg-speakerscorner.blogspot.com/2013/10/oreste-del-buono-senza-dimenticare.html
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