PERLE MEDIATICHE 34 – CORRIERE DELLA SERA CONTRO EXPO 2015?
Che la lingua
inglese sia una delle più semplici del mondo da imparare, non significa che
conoscerla renda tutti traduttori professionisti.
Ovviamente, il problema
sorge quando gli errori sono del professionista della traduzione, appunto.
Sfoglio il
supplemento, intitolato “Orizzonti Expo” (Expo torna con la sola iniziale maiuscola, in fonda è l'abbreviazione di esposizione, non un acronimo) e sottotitolato “Milano si apre al
mondo”, bilingue, omaggio di venerdì 1° maggio 2015 del Corriere della Sera.
Già lì ho
qualche perplessità sulla traduzione di aprirsi con “to open up” nella
sottotitolazione in versione anglosassone (“Milan opens up to the world”), ma
penso alla mia deformazione musicale, per cui associo quel verbo a “Open Up And
Bleed”, una canzone di (Iggy and) The Stooges ([1]) in
cui chi si apre si taglia parti del corpo.
Ma dove non
posso transigere (confesso poi mi sono fermato) è sul fatto di aver tradotto
“Di fronte al bivio di Eracle nell’Albero della vita” (pagina 5) con “The
choice of Hercules in front of the Tree of Life” (pagina 6). cosi diluendo la
valenza più drammatica e definitiva di “crossroad” (per bivio) con una banale
scelta (“choice”), e ulteriormente sminuendo il concetto come se si trattasse
di una casa che “guarda all’altra” in una via (“in front of”) anziché davanti,
appunto, a qualcosa di importante (ed infatti: “before the judge”, “before the
law”, etc.; non “in front of …”).
Chiudo
ricordando a me stesso – prima che ai traduttori del supplemento, tale/i
Eurologos di Milano – che, volendo tradurre “Corriere della Sera contro Expo 2015” è meglio rendere
“contro” con “versus” (sebbene sia un latinismo) piuttosto che con “against”.
In fondo
l’impressione che ho avuto è stata quella di un incontro di pugilato piuttosto
che di una battaglia fra loro (in cui peraltro la illustre testata milanese è
rimasta vittima del proprio alleato traduttore, che la ha così opposta all’esposizione che invece
il quotidiano vuole sostenere).
Steg
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archiviata (anche su sistemi elettronici) per scopi privati e/o riprodotta e/o
archiviata per il pubblico senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso,
dell’espresso consenso scritto dell’autore.
[1] Di
quell’epoca ancora piuttosto confusa, per cui non si sa bene di chi sia
l’effettiva titolarità dei diritti sulla sua (sue?) registrazione di studio.
Provate con il cofanetto Heavy Liquid,
e comunque con le “prove” (“rehearsals”) del 1973 a Detroit:
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