IDOLATRIA
(meglio
un crepuscolo tempestivo)
Scrivo queste
righe – che sicuramente richiederebbero studio – quasi d’istinto, ma non di mero
impulso.
Mi sovvengono
due gruppi di riferimenti: “uccidi i tuoi idoli” ([1]) e Il crepuscolo degli dei/Il crepuscolo degli idoli ([2]).
L’uno forse un poco profano e l’altro sicuramente colto e anche fonte di un
terzo richiamo: La caduta degli dei ([3]).
Ultimamente vedo
la corda (o se preferite la trama ruvida del tappeto che prima mi appariva in
tutto il suo splendore) anche in coloro che mi parevano incrollabili.
Non servono
nomi.
Certo la durata
della vita non aiuta.
Certo la
comunicazione continua, senza “possibilità” di riflettere ex ante, è un altro ostacolo: che sciocchezze si leggono, e quelle
delle persone che si stimano danno più fastidio.
Ma insomma,
l’integrità non dovrebbe essere merce deperibile.
Per quanto mi
riguarda, superate le iniziali perplessità e sorpresa mi chiedo solamente se,
alternativamente, avevo come al solito chiesto troppo a certe persone, oppure
se (al contrario) avessi eccezionalmente dato indulgenza. Conoscendomi, ormai, credo
che la prima ipotesi sia quella più vicina alla realtà, ma forse ho anche
patito un’ottimistica miopia.
Concludo con
un’altra doppia citazione: “gli dei se ne vanno”. Doppia in quanto esiste la
versione Gli dei se ne vanno, d’Annunzio
resta (in originale Les Dieux s’en
vont, d’Annunzio reste) e quella, di 70 anni dopo, 1978 gli dei se ne vanno, gli arrabbiati restano! ([4]).
A questo punto,
una cosa è evidente: mi trovo in discreta compagnia, pur se non di ottimo
umore.
Steg
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pubblico senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso, dell’espresso
consenso scritto dell’autore/degli autori.
[1] Anzi
“Kill your idols”: come scritto su una maglietta indossata (e resa celebre) da
W. Axl Rose e verosimilmente ispirata dal pensiero nietzscheiano.
Mentre il secondo, in
orginale Götzen-Dämmerung, è il
titolo di un’opera di Friedrich Nietzsche.
“Originalmente intitolato Ozio di uno psicologo, fu poi
rinominato Crepuscolo degl'idoli; come si filosofa col martello. Quest'ultimo
titolo, in tedesco, è un gioco di parole sul titolo di un'opera di Richard
Wagner, Il crepuscolo degli dei (Götterdämmerung).” (Wikipedia): appunto.
[3] Film
diretto da Luchino Visconti che, per buona complicazione, è sottotitolato (fra
parentesi) Gotterdammerung (senza
umlaut).
[4]
Rispettivamente il titolo di una raccolta di scritti (in parte ironica rispetto
al Vate) di Filippo Tommaso Marinetti appena prima del Futurismo e il titolo di
un album del gruppo musicale Area.
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