TORI E
MOTORI: IPOCRISIA ITALIANA
Questa volta ([1])
affronto l’argomento corrida da un
profilo marginale.
Mettiamo il caso
che la lirica “Spagna veloce e toro futurista” (del 1931) di Filippo Tommaso
Marinetti non sia gradita.
Allora passiamo a
uno di quei marchi che dovrebbero rappresentare il “made in Italy” e come tale
viene trattato con e come vanto nazionale: Lamborghini (o meglio Automobili
Lamborghini SpA).
In realtà,
questa “casa” automobilistica ([2]) da
decenni non è di proprietà italiana, sebbene essa sia sempre basata in Italia
quanto a creazione e produzione.
Ovviamente, è
vietato parlare/scrivere male di Lamborghini, anzi, occorre sempre dirne un
gran bene (ricordate quando una o due esemplari di un loro modello furono
donate alla polizia stradale italiana? ([3])).
Ma cosa succede?
Accade che in
Italia chi dice, o scrive, che è contrario all’abolizione della corrida nelle nazioni dove essa è
praticata già è trattato come un sanguinario. Figuriamoci quando la stessa
persona dichiara che, in effetti, la corrida
lo/la appassiona (o anche solo interessa).E allora?
Il marchio
figurato di Lamborghini (cioè sia dell’impresa sia dei suoi modelli) è un toro
a testa bassa, si dice nella posizione che esso (egli, probabilmente pensano
gli amanti della tauromachia) assume caricando per portare il torero ad effettuare una manovra che si
chiama tecnicamente “veronica”.
Ora considerate
questi nomi: Miura, Urraco, Espada, Jalpa, Murciélago, Gallardo, Reventón, Aventador e, recentissimo, Veneno. Sono tutti termini che rimandano ai tori che combattono nelle plaza (cioè le arene) con i loro avversari umani (ovviamente “espada” è, anche, la spada, in Spagnolo e, un tempo, sinonimo di torero).
Quindi, gentili
appassionati di motori e giornalisti, se siete contrari alla corrida, per favore traetene le
conseguenze, vostre, anche rispetto alle automobili Lamborghini e inventatevi
una campagna moralizzatrice ed animalista, così che prima o poi nel marchio dal
toro si passi al coniglio e – per ragioni aerodinamiche – i modelli abbiano
nomi come: Carota, Zucchina, …
Coloro, come me,
che si augurano non solo che la corrida
non sia abolita ma che, anzi, torni dove ora non se ne svolgono più: Barcellona
sopra tutte, possono ovviamente continuare a godersi lo spettacolo (esse sono
piuttosto costose) anche di queste automobili, leggendarie come certi tori,
certe razze di tori e, ovviamente, certi torero.
Steg
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2013 Steg, Milano, Italia.
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pubblico senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso, dell’espresso
consenso scritto dell’autore.
[1] Ne ho
scritto nel post “Toros y corridas (‘Di Miura si muore’)”.
[2]
Incidentalmente: Marinetti declinava automobile al maschile.
[3]
Ricordate anche come, più o meno estemporaneamente, si vociferi di polizia che
non ha i soldi per il carburante dei propri mezzi di trasporto?
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