“PASOLINI IS ME”
(50 anni dopo)
Mi auguro che i
Morrisseyani estremi non se ne abbiano.
Il titolo del
post è serio e di condivisione dei pensieri del Massimo Mancuniano.
Ho con fatica,
molta, letto le pagine che nel numero del 24 ottobre 2025 il Venerdì di
Repubblica ha dedicato a Pier Paolo Pasolini.
Disgustose. Un
monocorde mantra, senza spiegazioni, contro l’attuale governo italiano.
Si salvano le
immagini, un informe elenco di novità librarie e - quasi per caso - un
riferimento non schierabile alla ultima intervista di Furio Colombo (che fa
molto immondizia hollywoodiana).
Poi, per mero
algoritmo, altrove scopro che c’è un libro di Oriana Fallaci.
“Grazie
algoritmo commerciale” (curioso, per i pasoliniani tardivamente, e forse poco
coerentemente, sé dicenti anticomunisti - andate pure a caricare la
lavastoviglie o la asciugatrice).
PPP si risolve
in un medium per perverse manovre di infima - sghemba e apodittica - propaganda
della opposizione alla ricerca di rivincita.
Degno di
separata menzione il cattocomunista Alfonso Berardinelli, che - nel servizio
precitato - fra i massimi poeti del ventesimo secolo non cita (forse sperando
nella distrazione dei lettori?) Ezra Pound.
E le minestre
riscaldate di Berardinelli, al cui confronto il pensiero di Adriano Celentano è
dirompente, nel 2025. Restano indirette, queste minestre.
Prima di
chiudere, e sempre ricordando Morrissey: Monica Guerritore che vorrebbe
spiegarci Anna Magnani.
No grazie, io
penso a Rossellini padre, che avrebbe avuto una figlia più carina, se fosse
rimasto fedele a Nannarella.
Per completezza:
https://www.youtube.com/watch?v=ChoEbSbeCU8
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