PAOLO CARÙ
(Steg about Steg Series – Shards - 2)
A Paolo Carù (Rest In Power) ([1])
gliene devo qualcuna.
Ma non badate alla modesta
agiografia da signori di mezza età che ancora, forse, si spaventerebbero se
ascoltassero “Anarchy in the U.K.”.
E no: non fermatemi, se avete già
letto qualcosa nel blog ([2]).
Carù non aveva tutti i
dischi che cercavi, ci mancherebbe ([3]).
Però qualcuno glielo devo:
“Borstal Break
Out” degli Sham 69; l’antologia No New York; il primo singolo (e poi l’album
di esordio) dei Public Image Ltd.; con già alla mia cintura l’apribile di “Hong
Kong Garden” (comprato a Londra un paio di giorni prima della data di pubblicazione
ufficiale) The Scream di Siouxsie and the Banshees, …
Dal 1979, però,
per i singoli “con copertina” si cominciava a comprare per corrispondenza
(banconote in una busta) e ogni tanto si incaricava qualche amico che andava a Londra
ché tanto comprare due copie invece che una faceva poca differenza.
Certo, poi c’era
sempre quel noto giornalista musicale appassionato di artisti nordamericani che
chiedeva sempre com’era un disco a Carù: lui immancabilmente gli rispondeva,
diplomaticamente, che era almeno interessante: del resto Carù i dischi li
vendeva…
Steg
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[2] https://www.youtube.com/watch?v=qV70szmUwU4 .
[3] Un mio compagno di liceo, e poi amico negli anni universitari, C. L., diceva: sembra il fratello di Jerry Garcia.
Ma il “fratello” non aveva una copia di Historic Dead o di Vintage Dead.
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