CRUCCI
DI LETTORE ESIGENTE
(tendente
al bibliofilo)
Si pubblicano nuove edizioni, ma quanto nuove sono queste
edizioni?
Due esempi: per entrambi le tre più “famose” librerie
fisiche di Milano non hanno avuto modo di essere sufficienti.
In un terzo caso (qui il secondo), ho mendicato “lumi” a
un blogger.
Di tutti e tre i libri ho già edizioni.
Premetto, anche, che avevo già svolto abbondanti ricerche
su internet, inclusi i siti degli editori.
Comincio con il meno interessante per il pubblico dei
lettori.
Enrico DE BOCCARD, Le donne non ci vogliono più
bene (in prima edizione del 1950 Donne e mitra). Ultima
edizione: Solfanelli, un paio di anni fa.
Con soverchia fatica, di ritorno dall’infruttuoso petit
tour meneghino, dopo una ulteriore ricerca in rete (ma non per recensioni “pure”)
mi par di capire che nella ultima edizione ci sia uno scritto aggiuntivo
rispetto alla edizione precedente (non comune, ma non introvabile) che si
aggiunge a tutto quanto a curatela di Gianfranco de Turris.
Raymond RADIGUET, Il ballo del conte d’Orgel.
Qui occorre farsi ancora più attenti: l’autore morì ventenne
(1923), quindi non c’è normativa francofona che tenga per estendere la protezione
delle sue opere letterarie.
Ma per il “ballo” le edizioni anche in lingua originale
sono molte, perciò al più sarà protetta qualche traduzione.
Ho una edizione (Garzanti) che racchiude gli unici due
romanzi del protetto di Jean Cocteau, ma ho scoperto che nella (successiva) traduzione
per Sellerio c’è una nota introduttiva di Daria Galateria: la apprezzo molto ma
per due paginette non avrei comprato una altra copia.
Tutto è bene … data la disvelata paginazione della nota introduttiva
ho comprato quindi copia e … ho comprato poi il “cahier rouge” da cui è tratta
la versione de Le Bal du comte d'Orgel tradotta per Sellerio.
Klaus MANN, Mephisto.
Qui le vicende – storicamente – son più ingarbugliate.
Nella edizione, la prima (Bologna, Il Mulino, 1990), che
lessi de L’esteta armato di Maurizio SERRA è citato un romanzo (o
quasi) di questo figlio di Thomas Mann che allora non era stato tradotto in
Italiano: Treffpunkt
im Unendlichen, che Serra traduce
come Incontro nell’infinito. (pag. 224) e il cui sunto che segue sicuramente
induce il suo lettore a “fare qualcosa”.
Quasi passim Serra evoca anche Mephisto,
come opera più nota di Klaus Mann.
Passa qualche anno, proprio siccome nota, financo celebre
in occasione della realizzazione del film omonimo (che ancora non ho visto),
accantono tutto.
Poi nel 2022 è finalmente pubblicata l’edizione italiana
di Treffpunkt, come Punto d'incontro
all'infinito in una bella traduzione e curatela di Massimo Ferraris
(Roma, Castelvecchi, 2022).
Mi decido quindi per Mephisto (che ha un
sottotitolo, spesso dimenticato: Roman einer Karriere): bella edizione per i tipi di Garzanti, con soddisfacente
apparato critico, a poco prezzo.
Ecco quindi che quando scopro poche
settimane fa di una nuova edizione (sempre Ferraris nume tutelare) di Mephisto
la domanda è banale: senza qualche riga introduttiva chi me lo fa comprare? Alla
fine mi arrischio all’acquisto anche perché non sputo nemmeno sullo sconto del
5%. Ha una nota introduttiva di Ferraris (stessi tipi) ma non è necessario avere
due edizioni italiane, credo.
Librerie insufficienti (sono come le farmacie: “glielo
ordino”), giornalisti pigri, editori con siti internet carenti (e anche
OPAC …).
Qualche lettore
meno modesto e mediocre di loro.
Steg
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