SPUNTI
PER TARDIVE NOTE MINIME SULLA
D.A.F. – Deutsch Amerikanische Freundschaft
L’improvvisa e precoce,
inaspettata, morte il 22 marzo 2020 di Gabi (Gabriel) Delgado-Lopez mi induce a
qualche spezzettato pensiero ([1]) sul
duo “di” (non “da” Düsseldorf).
Per una manopola
di Korg MS-20, e non lo dichiaro a cuor leggero (“mein Hertz …”), oggi la
D.A.F. supera il Suicide reveghiano.
L’ultimo
merchandising ufficiale, anni fa, degli inventori, anche, del “body control” dopo
attenta analisi di alcuni oggetti del medesimo mi fece concludere per un: “no,
non compro ciò che non indosserò od esibirò”: le apologie di certi oggetti alla
R.A.F. baader-meinhofiana erano da pena detentiva, ed allora bastava riprendere
quel “better badge” (virgolette a ragione) del 1978 e ri-osare dove la nostra (in?)coscienza
teenageriana era andata senza dubitare a tormentare il nervo sinistrese-democratico
con volontarietà e stile sottile per contrastare la sgangherata truppa pro-sgrammaticamento
strummeriano gradita a e da chi soffriva di tardività musicale calcolata all’epoca
in mesi o al più un paio di semestri.
È il post-punk,
ragazzi!
Il riascolto (via
Tascam) della registrazione su MC7 ([2]) del
concerto della D.A.F. del 5 novembre 1981 all’Odissea 2001 di Milano mi ha
rammentato come allora si andasse ai concerti giovani, con una tenuta fisica
da incontro mondiale di pugilato, puliti e duri e convinti nel vestire ([3]). Ma soprattutto
senza, non dico paura, ma nemmeno timore: eravamo invincibili ed inarrestabili
nel nostro “contarci fra unici”.
Ecco, sì, certi
artisti come la D.A.F. ci davano il piacere di riconoscerci senza mischiarci,
noi piccoli titani che hanno forgiato una generazione sulle cui spalle le
successive hanno almeno dovuto provare a salire se volevano cercare un orizzonte
più alto e più ampio ([4]).
Vi porgo quindi
il mio saluto di già “giovane gigante di marmo”, senza dimenticare che la mia
copia dell’album giallo della D.A.F. (ovvero Produkt
Der Deutsch-Amerikanischen Freundschaft ([5]) la vendetti,
ma poi ne ricomprai altra qualche mese dopo: ovviamente a poche lire, ché le
masse continuavano nei soliti giri musicali viziosi.
POST
SCRIPTUM
Un pensiero va a
un Tedesco, Karsten – di cui non ho tenuto indirizzo (e quindi nemmeno cognome)
– il quale senza chiedermi niente, anni e anni e anni fa mi regalò delle
splendide registrazioni in formato CD accompagnate da sue note manoscritte che
da sole sono dei piccoli capolavori.
Steg
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pubblico senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso, dell’espresso
consenso scritto dell’autore/degli autori.
[1] Per chi
fosse interessato, questi tre post sono tutti in argomento.
[2] Quasi
mixing desk.
[4] “Nous sommes comme des nains juchés sur des épaules de géants (les
Anciens), de telle sorte que nous puissions voir plus de choses et de plus
éloignées que n’en voyaient ces derniers. Et cela, non point parce que notre
vue serait puissante ou notre taille avantageuse, mais parce que nous sommes
portés et exhaussés par la haute stature des géants” (Bernard de Chartres).
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