"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



giovedì 31 luglio 2025

¡OLÈ! (Belmonte, forse) (Facebook Down Series - 137)

 

¡OLÈ! (Belmonte, forse)

(Facebook Down Series - 137)

 

L’unica certezza è il titolo in lingua originale: Juan Belmonte, matador de toros, scritto dal giornalista (e non solo) Manuel Chaves Nogales.

Comprai molti anni fa a Madrid, ricordo bene “dove”, una edizione che mi parve molto bella, con un sottotitolo: Su vida y sus hazañas ([1]).

 

Dieci e più anni dopo, cioè 2025: compro (o meglio pre ordino a primavera) l’edizione italiana pubblicata, quasi “come se niente fudesse”, da Settecolori nella traduzione di Matteo Nucci ([2]).

Illustrato diversamente dalla edizione spagnola, ha come riferimento autoriale l’editore (giornalistico) di Chaves Nogales, mentre l’edizione spagnola indica gli eredi di quest’ultimo.

 

Ora mi infilo fra queste due date più o meno vaghe: perché “cum Nucci” comprai anche la precedente edizione italiana (traduzione di Hado Lyria, ben nota a chi legge autori spagnoli) del tomo di Chavez Nogales: quella edita da Neri Pozza e prefata da quel grande appassionato di Spagna che è Marco Cicala.

 

Leninianamente ora mi chiedo: che fare?

 

 

                                                                                                                      Steg

 

 

 

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Tutti i diritti riservati/All rights reserved. Nessuna parte – compreso il suo titolo – di questa opera e/o la medesima nella sua interezza può essere riprodotta e/od archiviata (anche su sistemi elettronici) per scopi privati e/o riprodotta e/od archiviata per il pubblico senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso, dell’espresso consenso scritto dell’autore/degli autori.

 



[1] Pubblicata da Editorial Renacimiento; ancora in commercio, addirittura indicando che si tratta di seconda edizione (spero non modificata) del 2025.

mercoledì 30 luglio 2025

IL MINIMALISMO NON ERA SPOGLIO (letteratura)

 

IL MINIMALISMO NON ERA SPOGLIO

(letteratura)

 

 

Il titolo del post avrebbe dovuto essere più lungo, ma rischiava equivoci, a parte la pochezza della definizione, che non va oltre i confini italiani.
Intendo dire che i “cannibali” scrittori tali non furono, qualcuno bordeggiava acque tondelliane e altri - quelli bravi - semplicemente cercava di emergere.

 

Però pensavo che nella mia testa la sicurezza stradale è quella della definita cintura, che arrivai a Fresno al tramonto col sole che mi accecava, che in Canada una sera feci 120 miglia (andata e ritorno) per cenare (da solo come viaggiavo), che a Key West guidavo io e almeno due bicchieri di vino bianco li avevo bevuti a cena coi mei compagni di pesca al marlin avendo mangiato quel che si era pescato in un ristorante accondiscendente.

 

Oggi è tutto vietato. Ma poi i minorenni vanno in coma etilico oppure si “lamano”; senza distinzione di età i più efferati reati; eccetera.
E la letteratura attuale fa pietà: buonismi, femminismi, antifascismi, pure quella di genere è molto fiacca (al momento ho in arretrato due romanzi di Hugues Pagan, però).

 

Il che spiega come mai contemporanei anche sotto i quaranta anni rimbambiti - per lo più maschi - rimpiangano ancora l’epica hemingwayana o fitzgeraldiana. I più rivolti al futuro al massimo vagheggiano i chopper Easy Rider.
Hanno la fantasia scaduta, da oltre mezzo secolo (non sanno chi fu Ziggy Stardust).

 

Vero è - proprio vero - che la letteratura oggi non ha più nemmeno la minima epica: Times Square è sicura e il borseggio a Milano invece nulla ispira.

 

Ricordo sempre con riverente piacere un passo di Prozac Nation (è quello, non controllo) di Elizabeth Lee Wurtzel (morta nel 2020) in cui la protagonista racconta di essersi massacrata a sangue le gengive con il filo interdentale.
“Califanamente”, ma a contrario: tutto il resto è la cattiveria veloce di un Bret Eaton Ellis ancora non bolso.
Poi è cominciato il terzo millennio.

 

 

Vero è che i nostri (non siete sempre con me, però, o lettori!) eroi sono morti, oramai arresi o almeno molto stanchi, però non sono quelli delle masse.
Io, comunque, confido ancora e per ora in The Molotovs. E anche in Pinkie Brown (più feroce di Tonito).

 

Riempite voi nella vostra versione i pezzi mancanti di questo scritto.

 

 

                                                                                                                      Steg

 

 

 

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lunedì 28 luglio 2025

SAGGISTA CUORE SOLITARIO? (Facebook Down Series - 136)

 

SAGGISTA CUORE SOLITARIO?
(Facebook Down Series - 136)

 

Non sono un appassionato estremo di Georges Simenon, però con gli anni la curiosità, ricordi televisivi di scolaro delle elementari, dichiarato mio “gradimento” per il Belgio, etc., …

Mi trovo con suoi libri, almeno un catalogo d’asta e altri di mostre, biografie, saggistica, critica letteraria (anche in lingua francese, preciso).

 

Non avendo energia per aspettare una copia usata, ho comprato nuovo L’affaire Simenon ([1]): già il titolo non è eccelso; la copertina copia – presumo volutamente, lo stile di Ferenc Pinter ([2]).

 

Il libro si dichiara sorta di vademecum per Simenon, con accento sul Commissario (Jules) Maigret.

 

Ma.
Ma manca l’editor, e quindi nella ampia (oltre 100 pagine) parte introduttiva ogni tanto devo sorbirmi bozzetti della vita e della persona dell’autore, noiosi, irrilevanti e forse ammiccanti nel caso egli cerchi l’anima gemella.

 

Che poi, considerando geograficamente le ambientazioni, si usi il termine “cozze” invece che “muscoli” siccome sinonimo di mitili mi infastidisce come sempre e non poco.

 

Fate voi.

 

 

                                                                                                                      Steg

 

 

 

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LINUS 60 – PARTE SECONDA

 

LINUS 60 – PARTE SECONDA

 

Per chi non avesse ancora “visitato” la mostra allestita nel cortile della Pinacoteca di Brera (Milano) dedicata ai sessanta anni della rivista mensile Linus, posso ribadire le mie perplessità ([1]).

 

Qui sotto tre campioni della “cura” di allestimento.

 

 






 

 

                                                                                                                      Steg

 

 

 

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martedì 22 luglio 2025

THIERRY ARDISSON: CREDEVO FOSSE IMMORTALE (Facebook Down Series - 135)

 

THIERRY ARDISSON: CREDEVO FOSSE IMMORTALE
(Facebook Down Series - 135)

 

Che dire?

Che è morto, lui monarchico, il 14 luglio ([1]), quindi facciamoci una risata amara e un doppio Pastis (per me “51”: quindi 102, come Gainsbarre).

 

Per il resto, niente da aggiungere, ne avevo scritto poco più di quattro anni fa: https://steg-speakerscorner.blogspot.com/2021/06/thierry-ardisson-no-series-1.html

 

 

                             (la "ch" è un gioco di parole)                                


                                                                                                                                   Steg

 

 

 

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TROVARE QUALCHE VOLTA NON BASTA: ANDARE PER LIBRI (Facebook Down Series - 134)

 

TROVARE QUALCHE VOLTA NON BASTA: ANDARE PER LIBRI
(Facebook Down Series - 134)

 

Ho scoperto Jean-Michel Gravier ([1]) in ragione di un articolo pubblicato da Schnock ([2]) ([3]).

 

Così poco noto che fino a qualche tempo fa i suoi libri si trovavano abbastanza facilmente.

Trovare, ma comprare?

 

Beh ho cercato questo (il suo unico romanzo) libro ([4]), mancante per completare la mia biblioteca, fino a che è apparso un venditore, ma … vendeva solo in Francia, tentativi di acquisto plurimi, nulla da fare: algoritmi, “troppa fatica” (dichiara il venditore …).

Altro libro, comprato da un venditore italiano con negozio anche nella mia città: gli parlo della mia disavventura: ha una cugina, medico, che vive in Francia, passerà per l’Italia in estate.

Libro comprato e ritirato.

 

 

 Immagine di stock dal web

                                                                                                                      Steg

 

 

 

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TRE RIVOLUZIONI IN TRE ANNI

 

TRE RIVOLUZIONI IN TRE ANNI

 

1977, 1978, 1979: tre rivoluzioni musicali in tre anni, noi.

Lenin imbalsamato, Trockij picconato, Stalin con capelli e baffi tinti.

 

E non erano ancora arrivati The Associates.

 

A buon intenditor …

 

 

                                                                                                                      Steg

 

 

 

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martedì 8 luglio 2025

CARCERI E ATEISMO (Facebook Down Series - 133)

 

CARCERI E ATEISMO

(Facebook Down Series - 133)

 

Dunque, oltre al cappellano per i cattolici (quid protestanti, ortodossi?) arriverà l’imam per i mussulmani in carcere.

 

E i detenuti atei?

Almeno una decente biblioteca coi soliti cattivi: Celine, Cioran, Limonov, Lo straniero di Camus, magari anche Una arancia a orologeria (oggi anche meccanica).

 

Spigolatura: adesso la sinistra italiana rivaluta l’ex sindaco Gianni Alemanno.

 

 

                                                                                                                      Steg

 

 

 

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MATTEO RENZI: SENZA CALZINI (Sniper series – 50)

 

MATTEO RENZI: SENZA CALZINI

(Sniper series – 50)

 

Qualche giorno fa in televisione ho visto Matteo Renzi senza calzini ospite di un qualche “convegno estivo”. 
Perdere la credibilità è un attimo.

 

Poi ho rivisto Renzi, sempre in televisione, fare una filippica contro il Governo Meloni.
E mi è venuto in mente un bel romanzo di Ernesto Ferrero: L’anno dell’indiano ([1]); che non ho sfogliato per scrivere questo post.

 

Per rendere più vivaci queste righe vi offro la immagine di copertina della prima edizione del libro di Ferrero, che ha un altro titolo (e che fu rivisto dall’autore).

 

 

                                                                                                                       Top Shooter

 

 


collezione privata

 

© 2025 Top Shooter

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 © 2025 Mondadori per l’immagine.

 



[1] Torino, Einaudi, 2001. Eccetera.

venerdì 4 luglio 2025

I GIURISTI (DI MILANO) - E I MECCANICI DEL DIRITTO (Steg about Steg Series – 10)

 

I GIURISTI (DI MILANO) - E I MECCANICI DEL DIRITTO

(Steg about Steg Series – 10)

 

 

Prologo

Palazzo di Giustizia, Milano, Corso di Porta Vittoria.

Interno.
Anonimo, spaesato: “Scusate, sto cercando xyz, voi siete pratici?”.
Professor Pier Giusto Jaeger, accompagnato: “No, mi dispiace, noi siamo essenzialmente dei teorici”.
Questo aneddoto, vecchio di decine di anni, sintetizza non solo la distanza fra il cittadino che rischia di essere stritolato dagli ingranaggi kafkiani di un luogo buzzatiano (un babau vero e proprio), ma anche quella frattura che negli anni andò a crearsi fra Giuristi e semplici meccanici del diritto.

 

 

 

 

Non è tanto che le cose si dimenticano, è che chi le conosce prima o poi muore.

E siccome due aneddoti divertenti qui li troverete, meglio che ve li racconti.
A costo di essere troppo autobiografico.

 

Qualche volta, come vedrete, sono solo passato al momento giusto, ma se non si passa di lì non si valuta il momento.

 

Sono arrivato alla mia pratica forense dopo la laurea in modo assolutamente indolore: lo studio del padre del mio correlatore di laurea (ora professore Ordinario) cercava, appunto, un praticante.

Lezione uno: non si chiude mai una lettera con “distinti saluti”. Vi sembra poco? Dipende: io stavo iscrivendomi all’Albo, necessitavo una lettera e quindi - con un poco di lungimiranza - quella lettera formalizzò una sostanza che sarebbe arrivata qualche settimana dopo. La lettera chiudeva con “i migliori saluti”.
Lezione due (ma oltre un anno prima): telefono nel primo pomeriggio per parlare con il mio correlatore. Mi risponde suo padre, con molta cordialità mi dice: “sa a quest’ora ci sono solo io, faccio anche da segretaria”. Ovvero: l’umiltà ce la si può permettere quando non è un obbligo, bensì la coscienza di ciò che accade.
Lezione tre: conoscente di mio padre, gli chiede “cosa faccio” io dopo la laurea; mio padre gli dice che sono praticante nello studio xyz: il conoscente retoricamente gli chiede se mi ha fatto entrare lui: mio padre risponde negativamente. Lo studio è uno dei più prestigiosi di Milano nel diritto societario, ma io semplicemente per argomento di tesi ero arrivato lì (e anche divenuto assistente nell’Istituto, sotto la cattedra del mio relatore di tesi).
Lezione quattro: si passa alla lezione sei: la lealtà è merce rara fra persone piccine, è regola di vita fra persone che si rispettano: ovvero come “Stefano” fu elemento di miglior trattativa per il “good-bye fee” di suo padre.
Lezione quattro: “qui ti butti in acqua, se sai nuotare bene, altrimenti anneghi”.
Lezione cinque: “se tieni il muso per più di cinque minuti non hai molto da fare”. Il muso di solito lo tengono le segretarie che magari vincono, ma vincendo uccidono il loro posto di lavoro.

 

Ho cominciato a lavorare quando solo negli studi dei penalisti e negli studi dei civilisti di prestigio si lavorava anche il sabato mattina.

D’altronde, dopo la prima settimana di lavoro anche io uscivo passate le 19.30, sempre.

 

Una mattina, il dominus dello studio, per strada, mi raccontò - non so perché - de les Encroyables e del loro nastrino rosso al collo (in verità il nastrino era appannaggio delle Merveilleuses).
Mi aveva già detto che a me la professione di avvocato evidentemente “faceva schifo”.
Mi aveva anche detto che io ero “affidabile”, e che nella vita pochi sono affidabili (gli ho sentito dire più di una volta: “zzz è inaffidabile”, un marchio a fuoco).
Ricordo, anche, che un giorno - a fronte dell’ennesima messe di atti e contratti e lettere da correggere scaraventata o quasi sulla sua scrivania, tanto “il Professore dorme poco” - egli disse: “ma se io muoio stanotte, voi come fate?”.
Il Professore (così lo chiamavamo, anche se lui premetteva il titolo di avvocato nei rapporti formali) dava del lei solo alla collaboratrice donna, e alle segretarie (lezione non troppo piccola: chi passa al “tu” con le segretarie, non finisce bene).

 

Salto nel tempo.

Quello che doveva essere non era stato, e anche se con reciproca correttezza ...
Prima intervista in un altro studio legale: diciamo che “passavo dal Col Moschin ai Marines”, se ce la avessi fatta. Domanda di chi mi intervistava: “ha visto il nostro annuncio sul Corriere della Sera?”. Mia risposta: “no, ho esaminato gli studi legali di Milano presenti sul Martindale’”. Assunto, ma ... Beh diciamo che si erano affezionati a me nel Col Moschin, il passaggio richiese qualche mese.

 

Nuovo studio, trovo due veri signori, anzi due gentiluomini dandy.

 

 

 

 

Nota tecnica: questo post fu scritto tre anni fa.


In memoriam di (in ordine di apparizione nella mia vita): Professor Pier Giusto Jaeger; Avvocato Professor Mario Casella; Avvocato Aldo Maugeri, Avvocato Giuseppe “Pipetto” Ansaldo; Avvocato Michele Capodanno.

 

 

                                                                                                                      Steg

 

 

 

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IL LEONE È PLANATO? (storiella milanese)

IL LEONE È PLANATO?

(storiella milanese)

 

 

Il 30 giugno 2025, a Milano, cede una enorme insegna delle Assicurazioni Generali in cima a una torre -grattacielo:

 

Poiché ho qualche, minima, conoscenza, di Venezia e di Dino Buzzati, ho messo insieme alcuni aneddoti.

 

Intanto questo, “corporate”: https://www.generali.com/it/who-we-are/history/Generali-life-stories/the-legend-of-the-lion-of-St-Mark-and-the-eagle-that-flew-away#:~:text=%E2%80%9CPax%20tibi%20Marce%2C%20evangelista%20meus,trovato%20riposo%2C%20venerazione%20e%20onore.

 

Ernest Hemingway scrisse una “storia” per bambini su un leone, alato, che … torna a Venezia:

 

Dino Buzzati dipinse un quadro, è del 1962, e scrisse un racconto intitolati entrambi “Ragazza che precipita” ([1]): la ragazza cade da un piano alto.

 

Ecco, mancando Hemingway e Buzzati, nessuno si è preoccupato del leone delle Generali, che forse aveva solo caldo e voleva farsi un giretto in Laguna.
Se invece siete dei fini societaristi, c’è da chiedersi se il Leone non abbia chiuso il Vangelo marciano presagendo una guerra a Piazza Affari.

 

 

                                                                                                                      Steg

 

 

 

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[1] Il racconto è contenuto nella raccolta del 1968 La boutique del mistero: https://it.wikipedia.org/wiki/La_boutique_del_mistero.