“IL”
CASTELLI
È morto Alfredo Castelli: un gentiluomo
(di gente perbene se ne trova, un po’, i gentiluomini sono rarissimi).
Lo conobbi
attraverso Gianni Miriantini (RIP): coraggioso editore trapiantato a Milano ([1]).
Era l’inizio
degli anni ’90 ed eravamo tutti vivi, giovani o comunque ancora entusiasti.
Castelli era uno
che pensavi non avesse una casa: ristorante ad ogni pasto, arrivava, andava …
Nemmeno mi curo
di verificare dove nacque: lui era di Milano, nell’asse fumettistico che
collegava Diabolik a Tex Willer (e tutto quanto nel tragitto).
Lo persi di
vista, poi un giorno mi telefonò per una consulenza, minima, ma su una
questione … beh “Salgari cum Pratt”; infatti anni dopo mi fece conoscere
Mino Milani ([2]).
Si andò (partendo dal suo ufficio “in Bonelli”) qualche volta alla Taverna della Trisa, dove – comunque – pagava lui.
Molti anni dopo
lo rincontrammo con sua moglie a Nizza davanti al vecchio mercato ittico
(sempre pullulante di gabbiani), un saluto fugace salvo poi tornare a Milano sullo
stesso treno, stessa carrozza, stesso “box”.
Al Museo del Fumetto
di Milano (WOW Spazio Fumetto) ricordo una presentazione in suo onore, con Ferruccio De
Bortoli per una volta spontaneo.
Poi, ivi, una
mostra dedicata a Diabolik.
“Come sta Castelli?”
chiesi a Gianni Brunoro perché non avevo più notizie.
Rividi Castelli
ancora allo Wow Spazio Fumetto nello scorso 2023, quasi estate, presentazione di una mostra “alla
sua carriera”, direi.
Steg
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