LA MORTE
(considerazioni
contingenti e non originali)
Nota di metodo:
queste righe sono contingenti, in riferimento alla morte di Jeff Beck ([1]).
Non hanno
pretesa di originalità.
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Una mattina ti
svegli, consulti un sito informativo e leggi la notizia della morte di Jeff
Beck.
Era già
capitato, con altro medium, di apprendere della morte di David Bowie,
sempre mattina, sempre ancora non pronto per uscire a faticare con la vita,
comunque a faticare.
Entrambi
deceduti (fuso orario più, fuso orario meno) il 10 gennaio.
Cosa cambia? Cambia
che “I did not see it coming”: il secondo (cronologicamente primo) era
poco presente, fuori dalle scene dei palchi e faceva notizia ogni sua notizia,
il primo l’opposto.
Da mesi e mesi,
quando mi sveglio di notte cerco elenchi alternativi alla conta delle pecore
per riaddormentarmi e fra essi quello, a contrario, dei futuri “caduti” (per me
sono caduti in battaglia).
Fra loro non c’era
Jeff Beck.
Ecco che arriva
il colpo che non ti aspetti ([2]).
Chissà come mai,
mi è tornata in mente quella cover da lato b di 7” ([3]) de
The Jam: “So Sad About Us” ([4]) a
commemorare Keith Moon, batterista de The Who.
La morte non “livella”
nulla se non si ha fede religiosa: un altro muore, tu no; oppure tu muori e gli
altri no.
Il che significa
che un ateo convinto muore ateo, anche se cercano sempre di convincerti che “alla
fine pensava alla possibile esistenza di Dio”.
Gli è che il
morente non può più esprimere la sua opinione.
Pensare sempre
bene dei morti? Beh è un po’ come quando ti dicono che pestare le feci di cane
porta bene: da quando ho modo di esprimermi rispondo: “pensa se portasse anche
male!”.
Insomma: i bei
ricordi sono solo autodifesa, insieme a quel che serve per diluire o sfumare il
dispiacere.
Certo, l’età di
chi sopravvive ha una qualche incidenza sui tempi di, preteso, recupero: quando
sei giovane (o ancora quasi) reagisci in fretta, salvo magari elaborare dopo ([5]).
Comunque, un
piccolo insegnamento (sempre inascoltato), lo ribadisco: non tutti i morti,
famosi, sono anche “vostri” ([6]). Quindi
l’anno dopo i “part-time orphans” ([7]) sono
smascherati anche dalle anime semplici, figuratevi da noi che leggevamo,
ascoltavamo, vedevamo i morti anche quando erano vivi.
Steg
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pubblico senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso, dell’espresso
consenso scritto dell’autore/degli autori.
[5] Il
che spiega la saga del mio blog nota sotto la denominazione “Tonito Memorial”.
Questo il corpus: https://steg-speakerscorner.blogspot.com/2012/08/prefazione-al-mio-tributo-tonito.html
e https://steg-speakerscorner.blogspot.com/2012/08/tonito-memorial-to-live-and-die-in.html
[6]
Qualcuno sfugge a queste squallide manfrine: https://steg-speakerscorner.blogspot.com/2015/11/edwige-o-intorno-ai-nostri-morti.html
[7] Questa
è la citazione riferita alla canzone più nota dei TV Personalities: “Part Time Punks”:
https://www.discogs.com/release/1093307-Television-Personalities-Part-Time-Punks
E mi riferisco ai
professionisti del “nooooo!!” (la grafia è per difetto di enfasi,
pretesa) ad ogni morto a commento sui cosiddetti social media.
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