DELL’ACCAPPATOIO
In italiano: accappatoio.
In francese: peignoir.
In inglese: bathrobe.
In spagnolo: bata de baño.
In tedesco: bademantel.
È un capo ambiguo
(e non solo nelle immagini che esso evoca nelle varie lingue), in fondo: si contende
una intimità anche sensuale con la vestaglia; combatte sportivamente con quelle
– sempre vestaglie – dei pugili; è re delle competizioni natatorie.
Poi c’è la
spugna e c’è la ciniglia disperata di Quentin Crisp, o di una diva che non può
(più?) permettersi le mise de maison (anzi mansion) di Gloria Swanson
in Sunset Boulevard.
Ma io penso a
lembi strappati di accappatoio ed asciugamani lordi di colore sui pavimenti di 7 Reece Mews nello studio di Francis Bacon.
L’accappatoio è
un simbolo di caduta sociale o artistica, oppure di decadenza mentale.
L’accappatoio
può essere insolente e quasi perenne oppure nervoso e discinto.
Penso ancora ai
brandelli di bathrobe nello studio di Bacon e mi chiedo quanto l’accappatoio
abbia trasceso il proprio significato nell’esistenza del pittore.
Penso infine, e
con licenza di sbagliarmi, che nella stanza di Elisabeth e Paul de Les
Enfants terribles sicuramente sta almeno un peignoir maltrattato e abusato.
Steg
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