GIOVANNI
ARPINO
Nemmeno ipotizzo
un bozzetto (serie “sketch”, in questo blog) e magari già questi aneddoti ho
scritto.
Non importa.
Ho incontrato
per la prima volta Giovanni Arpino quando comprai - alla libreria remainder in
Galleria (Milano per i distratti) la biografia che lui e Roberto Antonetto
dedicarono, primi in termini seri, al Suicida Veronese in capitale sabauda: Vita,
tempeste, sciagure di Salgari il padre degli eroi (poi, una edizione
riveduta dal superstite Antonetto).
Anni dopo,
ancora non in forma diretta: le sue righe a commento di Duri a Marsiglia
di Gian Carlo Fusco (nella edizione per i tipi di Einaudi).
A comodino, ma
senza agitarmi.
Poi: non ricordo
ma incappai in una copia affaticata della edizione BUR di Randagio è l’eroe.
Mi piace, anche
perché ambientato a Milano (Arpino un piemontese, “di” Bra ma poi torinese,
nato a Pola).
Poi ... Altri
anni, quanti? Mi sono ritrovato a comprare il “suo” Meridiano, una prima
edizione CON FIRMA del precitato Randagio ..., e in una settimana i 5
(cinque) volumi astucciati della quasi sua opera omnia edita da Rusconi.
Quindi ho perso
il conto.
A me non piace
il calcio e tifo Milan.
Arpino grande
giornalista, anche sportivo, tifoso della Juventus.
Comunque, per me
Arpino rimane una grandissima scoperta (e dopo di lui Emilio Tadini scrittore,
magari in futuro scriverò di lui, grande pittore).
Steg
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