"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



mercoledì 2 novembre 2022

ALDO BUSI

 

ALDO BUSI

 

Le mie prime due dediche di Aldo Busi. Al termine della sua presentazione milanese del 31 marzo 2015.

 

Persona interessante ([1]).

Come sarebbe a dire interessante? Beh Aldo Busi richiede un certo impegno.

 

Innanzitutto lo, “LO?”, scrittore, nato e residente a Montichiari ([2]), parla e dichiara molto e dunque occorre leggere quello che non scrive.

Occorre o occorre anche?


Aldo Busi e le sue opere: separabili? Certamente, ma senza i suoi scritti non rileverebbe ciò che egli dichiara in quanto in Italia essere un pensatore serio (tutto il resto è panem et circense) è una conseguenza ([3]). Il che non contrasta con questa sua affermazione: “Io sono uno scrittore che va in televisione, non un personaggio televisivo che scrive” ([4]) perché il mestiere del personaggio televisivo non è un mestiere al di fuori dei normali canoni artistici.

 

È quasi una frase fatta quella per cui da molte persone i libri di Umberto Eco sono comprati e semplicemente riposti sullo scaffale (con il passare degli anni semplicemente si riducono i compratori travestiti da lettori, ma il fenomeno pare persistere).

Cosa accade con Busi? Beh risultano taluni lettori seriali per cui preoccupa un poco la loro monotonia nel rileggere più di una sua opera, incluse quelle non (ancora?) riscritte.

Secondo un “venditore di libri usati” ([5]), invece, non li legge nessuno quelli dell’illustre bresciano; il che se fosse vero significherebbe un’autorevolezza maggiore di quella dell’autore alessandrino.

  

Credo che sia nel mio carattere a questa mia età: una persona intelligente non può deludermi e non può ferirmi, se non mi aspetto molto.

In termini più banali: con Busi uscirei a mangiare anche se egli non è in cima alla mia lista.

 

Sconto il suo essere persona pubblica.

Apprezzo i suoi disprezzi, del resto io su Fb non distribuisco nastrini di benemerenza.

Mi aspetto le sue contraddizioni: ricucirà con Travaglio?

 

Le date sono inesorabili.

 

A mio avviso non ha senso paragonare Pier Vittorio Tondelli e Aldo Busi.

Ma quando Busi - preferibilmente Tondelli vivo - critica lo scrittore di Correggio siccome autore di letteratura omosessuale, beh forse esiste un fattore cronologico autoriale che con la frattura generazionale fra loro fa suonar male certi asti verbali dell’illustre, altrettanto, provinciale bresciano.

 

Se dovessi riassumere la differenza che rilevo da lettore fra loro, ne troverei due.

Busi non ha mai scritto di una condizione giovanile (sua e altrui) perché, a differenza di Tondelli, egli non poteva essere giovane prima di diventare adulto.

L’urgenza tondelliana manca allora nel popolare busiano.

Ben mi è noto che uno dei libri più riscritti (e quindi oggetto di edizione) da Busi è Seminario sulla gioventù, ma la mia opinione non cambia. 

 

 

 

POST SCRIPTUM  A UN INCOMPIUTO

Mi è già capitato di pubblicare un post non completato, e poi appunto di ultimarlo.

Di questo, vecchio di sette anni, avevo perso traccia.

Nel frattempo, Aldo Busi è diventato quasi invisibile (pur se con altri due libri pubblicati ([6])) e la sua ultima fatica, con un titolo (provvisorio?) ormai sarebbe ultimata da un paio di anni ([7]).

Per ora questo è quanto, anche da parte mia.

 

 

                                                                                                                      Steg

 

 

 

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[1] Che veste malissimo, ma sembra quasi voluto. Glielo si perdona per le stesse ragioni per le quali andrebbero arsi vivi certe sciacquette marchiate e i cosiddetti – ma da chi? – hipster cortocalzonati e tutte le loro varianti generazionali.

[2] In argomento ho concluso il ragionamento. Con sorta di landolfiana schizofrenia, egli ha optato per due righe nel risguardo di copertina, ma esigendo una bibliografia precisa - anche perché egli è solito rivedere, integrare, riscrivere le proprie opere - nelle pagine dei suoi libri.

[3] Penso a Carlo Freccero.

[4] Dichiarazione tratta da una intervista del 2010 (vista l’età declinata dallo scrittore e un suo riferimento cronologico) realizzata da Renato Catania per il periodico Lo Strillo: http://www.giornalando.net/intervista-ad-aldo-busi.html.

[5] Il quale nega sempre di frequentare i mercati e le bancarelle, onde quando lo incrocio in quegli àmbiti fa finta di non vedermi.

[6] Curiosamente Wikipedia li cataloga come “altri scritti”, entrambi. Si tratta di Vacche amiche, Venezia, Marsilio Editore, 2015 e di Le consapevolezze ultime, Torino, Einaudi, 2018.

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