ALDO
BUSI
Le mie prime due
dediche di Aldo Busi. Al termine della sua presentazione milanese del 31 marzo
2015.
Persona
interessante ([1]).
Come sarebbe a
dire interessante? Beh Aldo Busi richiede un certo impegno.
Innanzitutto lo,
“LO?”, scrittore, nato e residente a Montichiari ([2]),
parla e dichiara molto e dunque occorre leggere quello che non scrive.
Occorre o occorre anche?
Aldo Busi e le
sue opere: separabili? Certamente, ma senza i suoi scritti non rileverebbe ciò
che egli dichiara in quanto in Italia essere un pensatore serio (tutto il resto
è panem et circense) è una
conseguenza ([3]). Il che non contrasta con
questa sua affermazione: “Io sono uno
scrittore che va in televisione, non un personaggio televisivo che scrive”
([4])
perché il mestiere del personaggio televisivo non è un mestiere al di fuori dei
normali canoni artistici.
È quasi una
frase fatta quella per cui da molte persone i libri di Umberto Eco sono
comprati e semplicemente riposti sullo scaffale (con il passare degli anni semplicemente
si riducono i compratori travestiti da lettori, ma il fenomeno pare
persistere).
Cosa accade con
Busi? Beh risultano taluni lettori seriali per cui preoccupa un poco la loro
monotonia nel rileggere più di una sua opera, incluse quelle non (ancora?)
riscritte.
Secondo un “venditore
di libri usati” ([5]), invece, non li legge
nessuno quelli dell’illustre bresciano; il che se fosse vero significherebbe
un’autorevolezza maggiore di quella dell’autore alessandrino.
Credo che sia
nel mio carattere a questa mia età: una persona intelligente non può deludermi
e non può ferirmi, se non mi aspetto molto.
In termini più
banali: con Busi uscirei a mangiare anche se egli non è in cima alla mia lista.
Sconto il suo
essere persona pubblica.
Apprezzo i suoi
disprezzi, del resto io su Fb non distribuisco nastrini di benemerenza.
Mi aspetto le
sue contraddizioni: ricucirà con Travaglio?
Le date sono inesorabili.
A mio avviso non
ha senso paragonare Pier Vittorio Tondelli e Aldo Busi.
Ma quando Busi -
preferibilmente Tondelli vivo - critica lo scrittore di Correggio siccome
autore di letteratura omosessuale, beh forse esiste un fattore cronologico
autoriale che con la frattura generazionale fra loro fa suonar male certi asti
verbali dell’illustre, altrettanto, provinciale bresciano.
Se dovessi
riassumere la differenza che rilevo da lettore fra loro, ne troverei due.
Busi non ha mai
scritto di una condizione giovanile (sua e altrui) perché, a differenza di
Tondelli, egli non poteva essere giovane prima di diventare adulto.
L’urgenza
tondelliana manca allora nel popolare busiano.
Ben mi è noto
che uno dei libri più riscritti (e quindi oggetto di edizione) da Busi è Seminario
sulla gioventù, ma la mia opinione non cambia.
POST
SCRIPTUM A UN INCOMPIUTO
Mi è già capitato di pubblicare un
post non completato, e poi appunto di ultimarlo.
Di questo, vecchio di sette anni,
avevo perso traccia.
Nel frattempo, Aldo Busi è
diventato quasi invisibile (pur se con altri due libri pubblicati ([6])) e
la sua ultima fatica, con un titolo (provvisorio?) ormai sarebbe ultimata da un
paio di anni ([7]).
Per ora questo è quanto, anche da
parte mia.
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senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso, dell’espresso consenso
scritto dell’autore/degli autori.
[1] Che
veste malissimo, ma sembra quasi voluto. Glielo si perdona per le stesse
ragioni per le quali andrebbero arsi vivi certe sciacquette marchiate e i
cosiddetti – ma da chi? – hipster cortocalzonati e tutte le loro varianti
generazionali.
[2] In
argomento ho concluso il ragionamento. Con sorta di landolfiana schizofrenia,
egli ha optato per due righe nel risguardo di copertina, ma esigendo una
bibliografia precisa - anche perché egli è solito rivedere, integrare,
riscrivere le proprie opere - nelle pagine dei suoi libri.
[3] Penso
a Carlo Freccero.
[4]
Dichiarazione tratta da una intervista del 2010 (vista l’età declinata dallo
scrittore e un suo riferimento cronologico) realizzata da Renato Catania per il
periodico Lo Strillo: http://www.giornalando.net/intervista-ad-aldo-busi.html.
[5] Il
quale nega sempre di frequentare i mercati e le bancarelle, onde quando lo
incrocio in quegli àmbiti fa finta di non vedermi.
[6]
Curiosamente Wikipedia li cataloga come “altri scritti”, entrambi. Si tratta di
Vacche amiche, Venezia, Marsilio Editore, 2015 e di Le consapevolezze
ultime, Torino, Einaudi, 2018.
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