BRUCE SPRINGSTEEN
(due o tre cose)
(Sketches series - 29)
Ho incrociato Bruce Springsteen solo una volta: ero già seduto su uno
sgabello al banco dell’Empire Diner ([1]) per
il mio pranzo di mezzogiorno: cucina impeccabile (la loro Pour le Merite da attribuire al cliente era conseguente allo aver ordinato senza domande “The Hedonist” sandwich ([2])), l’odore
leggerissimo del Vetril (ché sui piani di cristallo dei tavoli e del banco non
dovevano esserci ditate).
Entrò con una signora dai capelli castani lunghi (verosimilmente Patty
Scialfa). Nessuno squittì o corse per un autografo.
Era vestito come sé stesso: jeans blu, stivali da cowboy e una canottiera
bianca.
Lo notai girandomi perché teneva le braccia tese sopra la testa e pensai:
almeno non si depila.
Qualche tempo (anno, lustro?) dopo la pubblicazione del secondo album dei
Suicide, che non ha un titolo preciso ([3]) emerse
la notizia che Springsteen si fosse ispirato a loro per l’album Nebraska,
del 1982 ([4]).
Una decina di anni prima, l’allora scintillante ma certo non ancora
epocale David Bowie aveva registrato – ma poi accantonato – per il suo album di
“cover” Pin Ups (ma vi è chi dichiara fossero le session di Diamond
Dogs) una versione di “Growin’ Up” dell’esordiente rocker del New Jersey dal
suo, appunto, primo lavoro a 33 giri: Greetings From Ashtbury Park, N.J.
([5]).
Recidivo, Bowie realizzò anche per il suo Station To Station una
altra “cover”, dallo stesso album springsteeniano: “It’s Hard to Be a Saint in the
City”. Di nuovo accantonata.
Furono pubblicate molto tempo dopo ([6]).
Springsteen in seguito inserirà “Dream Baby Dream” dei Suicide nel suo
repertorio dal vivo ([7]), e
ne registrerà anche versioni di studio ([8]).
Anno 2020: morto David Bowie, morto Alan Vega, Morto Rick Ocasek,
…
[1]
Capolavoro cromato sito – ora non più – in fondo alla 23rd Street East di NYC.
La via di Midnite Records per gli esegeti, quella del Chelsea Hotel per gli
altri.
[2] Gli
ingredienti variavano.
[3] Ma
chi se la tira ha l’edizione su etichetta Antilles/ZE, magari con la
stampigliatura a secco della copia promozionale, che recita in copertina Alan
Vega-Martin Rev; prodotto da Rick Ocasek.
Steg
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