"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



sabato 20 giugno 2015

SOTTOTERRA: UNA RIVISTA “NATA PER PERDERE”?


SOTTOTERRA: UNA RIVISTA “NATA PER PERDERE”? ([1])

 

Da un paio di mesi ([2]) circola (molto per corrispondenza, qualche copia in qualche negozio) una fanzine travestita da rivista: il titolo della testata è Sottoterra.

 

Il direttore è Luca Frazzi, uno dei giovani che non c’era ancora nel 1977 ma che ce la mette tutta, anche se ogni tanto gli è capitato qualche svarione ([3]).
La sostanza del suo editoriale è inutile che ve la riassuma io, leggetevela.

 

Meritevole la scelta frazziana ([4]) di elencare una serie di artisti italiani – individualmente o in blocco – onde inimicarsi meglio l’establishment del settore: rinvengo Francesco De Gregori, Dente, Vasco Brondi, il “concertone del primo maggio in piazza San Giovanni”, gli Afterhours.

 

La prima uscita vanta una lunghissima, lesterbangsiana (è un complimento) dunque, intervista a uno dei pochi che sono rimasti e che può raccontare a ragion veduta di John Anthony Genzale, Jr. ([5]); inevitabile che sia la storia di copertina. Vale il prezzo e, per assurdo, lo vale ancor di più per chi abbia (o avrà) una copia del libro dell’intervistato, Philippe “Flipper” Marcadé: Au delà de l’Avenue D.

 

Non so quanto durerà questa autentica avventura editoriale, anche perché non sempre si può avere una pepita d’oro per numero.

 

D’altra parte, per un decennio Johnny Thunders aveva un pubblico in cui molti aspettavano che morisse sul palco, non fu così.

 

Dunque lunga vita a Sottoterra, sebbene molti potrebbero pensare che – parafrasando il titolo della canzone più famosa di (The) Heartbreakers, ovvero “Born To Lose” – sia nata per perdere.

 

 

                                                                                                                      Steg

 

 

 

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[1] Nota musicale: post scritto ascoltando le registrazioni in sala prove di The Actress, ovvero quasi le New York Dolls, il 10 ottobre del 1971.
Post senza overdub e tutto dal vivo: buona la prima stesura, come sempre D.T.K., L.A.M.F.
[2] La copertina del numero 1 recita aprile 2015.
[3] Mi riferisco al suo volume di commento ai testi di The Clash.
[4] Che rischia di essere “fracchiana”, visto che lui nel colophon fa dei riferimenti all’altro personaggio celebre di Paolo Villaggio: Ugo Fantozzi.

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