QUESITI REFERENDARI E RACCOLTA FIRME
(“Is there life on Mars?” series - 2) ([1])
Articolo 75
della Costituzione della Repubblica italiana: “È indetto referendum popolare
per deliberare l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto
avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o Cinque
consigli regionali”.
Uffici del Comune
di Milano di Via Larga, una bella prima mattina di settembre 2013: alcuni
elettori, dopo aver fatto i conti con indicazioni sbagliate loro fornite quanto
alla “stanza” preposta per la firma dei moduli relativi a una lunga serie di
quesiti referendari, finalmente arrivano al cospetto del personale preposto
alla raccolta di dette firme.
Il numero di
cittadini in attesa aumenta e più o meno sommessamente un impiegato informa che
sono terminati i moduli necessari per la raccolta delle firme relative ad
alcuni referendum. Terminati e non ne
esistono altri presso gli uffici comunali. Risultato: poter firmare solo per
parte dei referendum da indire. Un cittadino, con tanto di pin d’appartenenza al Rotary Club all’occhiello del bavero, telefona al 113 e chiede l’intervento dei vigili. L’intervento ci sarà, però nessuno sblocco: i moduli mancanti sono “in Comune” (cioè a Palazzo Marino. Notate la finezza fra sede del Comune ed uffici del Comune), ma chissà quando arriveranno.
Siamo nella
capitale morale ed economica d’Italia, nella capitale della moda, nella città
dell’Expo 2015.
Noi, invece,
siamo cittadini dimezzati (per dirla alla Italo Calvino).
Steg
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