“DOVREM[M]O ACCENDERE CANDELE AL ROCK ‘N’ ROLL”:
“GENERAZIONE” PURTROPPO NON PIÙ “COMBUSTIBILE”?
(scritto
con la punta del pugnale di un ragazzo
perduto)
Ce la menano con
i baby-boomer e la generazione X
(quella di Douglas Coupland, purtroppo per noi, infatti la “g” che le riservo è
minuscola).
Invece le classi
a cavallo fra ‘57 (appunto, cioè Enrico Ruggeri cui devo le citazioni di cui
consiste il titolo di questo post ([1])) e ‘62
del ventesimo secolo sono qui, ancora, senza più possibilità di bruciarsi e solo
con la prospettiva di consumarsi male.
Parlo dei maschi
pre-andropausa, ché le femmine hanno pure la menopausa ad arrivare prima.
Facciamo il
punto?
Chi ha potuto
non ha gettato la propria gioventù, fatta anche di oggetti (ecco perché ho
scritto altrove di magliette provocatorie: “Destroy”, “Cowboys” e “Tits”) e
almeno può fustigarsi e poi leccarsi le ferite auto inflitte - che comunque
significano lucida e orgogliosa coscienza del proprio passato - e magari
raccontare qualcosa.
Otto lustri fa “no future” significava il nulla davanti.
In fondo non era
male: voleva dire bruciarsi nel fiore degli anni: nessuno pensava a una propria
famiglia, nessuno.
Oggi il futuro
mancante invece significa per tutti coloro che non si ribellano
intellettualmente e soccombono alla quotidiana routine: sopravvivere fra scadenze ansiogene di pagamenti che non
consentono assenze di oltre due settimane oppure una banca che paga tutto senza
nessun controllo; figli da mantenere; un/a coniuge (o ex).
Alza la testa
ribelle ‘77!
Per fare cosa?
Per essere vivo, evidentemente. Per pensare.
Per non essere
quello che 40 anni fa sarebbe stato bersaglio dei tuoi stessi sputi: ricordi
gli eroi per un giorno? I ragazzi che “oscillavano” bowianamente? Il quarto di
secolo di vita come data di propria scadenza? Non ti vergogni di quel che sei
diventato anziché bruciare (cfr. Neil Young)?
La dignità
comincia da se stessi.
Vogliate
accettare con benevolenza le sbavature nella forma e gli artifici pirotecnici
di questo scritto.
Non il suo contenuto,
che è lucido e preciso e quindi non chiede alcuna comprensione di comodo.
Steg
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ciascun caso, dell’espresso consenso scritto dell’autore.
[1] Rispettivamente dalle canzoni “Decibel” e “Generazione combustibile”. La “m” in parentesi quadra
è una licenza poetica.