CHUCK IS
A SUBVERTER ([1])
(about Chuck Palahniuk)
Premessa: questo
post sarebbe stato più pirotecnico,
se non fosse che alcuni dettagli sarebbero ripetizione di quanto ho scritto più
di due anni fa a proposito di Bret Easton Ellis, e quindi non ha senso ripeterli
([2]).
Il 99% (rimango
prudente) di chi dice di conoscere Chuck Palahniuk da prima del film Fight Club è un bugiardo e sto parlando
delle persone di madre lingua inglese ([3]),
perché altrimenti, la predetta percentuale dovrebbe aumentare ed includere i
millesimali “al 9” .
Brad Pitt era
ancora nessuno ([4]) e Edward Norton una
promessa quando interpretarono il film da co-protagonisti.
Visto il film,
quattro cretini cercarono di imitare i fight
club e le loro ragazze pure rimasero cretine, ma per altri motivi.
Poi tutto finì
perché è solo una hype e, per
definizione, essa non può durare.
Però Palahniuk
non solo non sparisce, ma (per fortuna) continua nella sua professione e arte:
perché egli continua a scrivere dopo Fight
Club, che è un romanzo del 1996, ma che tutti scoprono dopo il film con il
risultato che chi si avventura a leggerlo potrebbe anche pensare che i due
romanzi successivi siano antecedenti non fosse altro che essi sono
pubblicizzati sulla scia del successo del primo.
La prosa
dell’autore è sempre cruda, almeno per quello che ho letto io.
Ma questa non
sarebbe una novità. Diciamo che spesso anche gli argomenti che affronta non
sono quelli usuali, ma possono ricordare certa cinematografia USA degli scorsi
anni ’70.
Palahniuk rende
visibile di nuovo quello che si è nascosto per non vederlo, come una mano che
ti stringe la mascella e ti gira la testa costringendoti a guardare là, dove
hai relegato ciò che eviti da anni.
Palahniuk è come
un coltello che ha la lama con il doppio filo ([5]).
Quello che mi
diverte, letteralmente, di più di lui è che il suo sito internet ufficiale ha
una sezione “negozio”.
Non solo si
tratta di un passo ulteriore rispetto a una visione pop dello scrittore che
prevede i tour promozionali, ma è anche l’affermazione che “sta bene, sono un autore serio, ma sono
anche disposto a vendermi”, e così facendo egli contemporaneamente alimenta
e estingue quel fanatismo letterario che a me pare (come quello di altre arti)
pericoloso soprattutto per chi lo pratica.
Evidentemente,
nell’incontro letterario pugilistico Palahniuk-Ellis si andrebbe a un verdetto
dei giudici, molto probabilmente.
Ma una cosa è
certa: il primo riuscirebbe (anche solo per il gusto di farlo, come Serge
Gainsbourg) ad essere sgradevole se ospitato in una trasmissione televisiva.
Non è poco.
Steg
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consenso scritto dell’autore/degli autori.
[1] Come “Sheena Is A Punk Rocker”.
[3] Come quelli che raccontano
di aver visto i Sex Pistols nel 1976
a Londra, allo Screen On The Green o anche solo al 100
Club. Potrei credere solo a Rosso Veleno, ma è morta da molti anni.
[4] Certo non è diventato mai
un grande attore.
[5] In caso di doppio filo, il
coltello in Italia non si può acquistare liberamente.
...potresti crederle e lo posso immaginare benissimo. Ma lo sai anche tu che Rosso Veleno non ha mai visto i Sex Pistols, nè allo Screen nè tantomeno al 100 Club. Dove e quando nacque la leggenda che li aveva visti te lo racconto di persona.
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