OPERA
DELL’INGEGNO E MEZZO ESPRESSIVO: CONVIVENZA
Per attirare un
lettore in più, avrei dovuto intitolare, meno esattamente, il post
“Arte e medium: coincidenza
necessaria?”.
Il fumetto è un’arte?
Forse, o meglio: talvolta.
Il fumetto è
sempre opera dell’ingegno degna di tutela come opera autoriale? Credo di no, ma
questo vale anche per un’opera narrativa; nemmeno un documentario su delle
macchine affettatrici con una grande regia diventa un’opera cinematografica in
senso giuridico ([1]).
Non vedo quindi
per quale motivo – in difetto di ingenuità di tutti i soggetti coinvolti (salvo
la presunzione di certi fumettisti e le ragioni imprenditoriali di certi
editori) – sostenere certe pubblicazioni che sono a fumetti, ma potrebbero non
esserlo e sarebbero dei dignitosi sunti in prosa.
Per tutti: una
riduzione a fumetti della vita di Gabriele d’Annunzio a cura de Il Giornale e una, ancor più recente bio-comic ([2]) sulla
Marchesa Luisa Casati Stampa (nata Luisa Amman).
Fra l’altro, la
prima soffre di eccesso di concorrenti.
Ma la seconda
patisce addirittura di un ambito non concorrenziale: il bel libro scritto da
Scott D. Ryersson e Michael Orlando Yaccarino in Italia non ha certo scalato le
classifiche ([3]) e, sotto diverso profilo,
come può un disegno sostituire un’immagine fotografica (magari di Man Ray) o
anche “solo” un quadro di Giovanni Boldini?
Volete fumetti
degni di essere classificati opere dell’ingegno anche se elaborazioni di opere
precedenti e di genere diverso? Valga per tutti il Moby Dick di Dino Battaglia.
Del resto,
nemmeno il cinema “migliora” sempre ciò che nasce fumetto ([4]).
E certe vite
faticano a essere catturate: quante biografie letterarie su Howard Hughes e
nessuna definitiva, come non lo è nemmeno il film The Aviator.
Caveat!
Steg
©
2013 Steg, Milano, Italia.
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pubblico senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso, dell’espresso
consenso scritto dell’autore.
[1] Si
veda in Italia la legge n. 633 del 22 aprile 1941.
[2] A me
suona meglio bio-comic, ma visto che
si parla di bio-pic per film biografie
…
[3] Del
resto quasi nessuno si ricorda del precedente, ancor più ricco di immagini di
complemento, Corè – Vita e dannazione
della Marchesa Casati scritto da Dario Cecchi e pubblicato nel 1986 da
L’inchiostroblu di Bologna.
I due autori hanno dedicato
anche successive altre opere alla Marchesa:
[4]
Lascio quindi a voi giudicare i romanzi di Diabolik editi da Sansoni una
quarantina d’anni fa.
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