"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)
venerdì 29 giugno 2012
TOROS Y CORRIDAS (“Di Miura si muore”)
mercoledì 27 giugno 2012
MATT DILLON: “un brillante avvenire dietro le spalle”?
mercoledì 20 giugno 2012
NEW YORK O NO? (A second angle of vision)
sabato 16 giugno 2012
ALLA FINE DEL 2002 IL PIÙ GRANDE LIVE DI DAVID BOWIE?
ALLA FINE DEL 2002 IL PIÙ GRANDE LIVE DI DAVID BOWIE?
Non si tratta di grandezza tecnica: se non c’è Mick Ronson nemmeno sto a ragionarci, anche se la formazione era la migliore disponibile.
Si tratta di onestà intellettuale dell’Artista, e non è poco.
Il 18 settembre
2002 ([1]),
poco prima di un monumentale (scaletta da 33 canzoni!) concerto al Hammersmith
Odeon di Londra ([2]),
che, anch’esso, sarebbe degno di pubblicazione ufficiale ([3]) Bowie si esibisce
per pochi alla BBC (studi di Maida Vale), per il secondo canale radio,
presentato da un faziosamente sincero Jonathan Ross.
Un’ora, dieci
esecuzioni. È il David Bowie Live and Exclusive.
Ebbene quanto
dichiara prima di ogni canzone l’ormai (è indiscusso e comunque indiscutibile)
inavvicinabile artisticamente David Robert Jones è di per sè inestimabile in
quanto è assolutamente scevro di paraventi intellettuali e verbali.
Soprattutto,
egli cammina in equilibrio sull’orlo dell’abisso della sincerità eseguendo per
la prima volta in pubblico (su due volte totali?) “The Bewlay Brothers”.
Probabilmente
egli sarebbe caduto per l’eternità senza toccare il fondo della fossa della
propria psiche se avesse interpretato anche “All The Madmen”, ma non era una
sessione sul lettino di Sigmund Freud ([4]), bensì
un’apparizione per promuovere l’album di studio Heathen, ancora il penultimo quando scrivo queste righe.
Mi è noto che
quelle due canzoni sono anche un mio chiodo fisso, con “Time” ([5]).
Tre gioielli
senza tempo analizzati molto bene da valenti esegeti, per cui nemmeno riassumo
per sommi capi.
A voi, come
sempre, optare per la ricerca e, poi, semmai decidere sul valore di queste
righe.
Steg
POST SCRIPTUM (29 dicembre 2023)
Quel che anche non fosse migliorabile, deve essere talvolta aggiornato.
In termini di mie emozioni non devo aggiungere nulla.
Quanto a eventi, non voglio fare la conta dei morti, mentre per le
discografie le fonti affidabili dovrebbero essere note a tutti.
In questa sede, quindi, posso solo aggiungere che “The Bewlay Brothers”
risulta essere stata eseguita dal vivo cinque volte (i database qualche volta
servono) fra il 2002 e il 2004 e le ultime tre tutte negli USA ([6]).
Nel frattempo, anche una registrazione della terza esecuzione è nel mio
archivio fisico ([7]),
mi mancano le ultime due.
©
2012 e 2023 Steg, Milano, Italia.
Tutti i diritti riservati. Nessuna parte
di questa opera e/o la medesima nella sua interezza può essere riprodotta e/od
archiviata (anche su sistemi elettronici) per scopi privati e/o riprodotta e/od
archiviata per il pubblico senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso,
dell’espresso consenso scritto dell’autore.
[1] Ma trasmesso il
giorno 5 del mese successivo.
[2] Il fatto che fosse
stato ribattezzato Carling Apollo Hammersmith è marginale.
[3] Anche perché la
saturazione sonora delle copie audio in circolazione svilisce la prova.
[4] Forse a Vienna
rischieremmo di incontrarci, ognuno per un drink, in locale di una brevissima
traversa nel centro cittadino? Mi piace immaginarlo.
[5] Con l’età non solo
non si hanno più degli assoluti unici, ma si apprezzano opere che in gioventù
parevano blande siccome tenui musicalmente.