"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



lunedì 16 gennaio 2012

CARLO FRUTTERO (SENZA DIMENTICARE FRANCO LUCENTINI)

Copia con dedica tripla a Giordano Bruno Guerri
 acquistata in libreria specializzata


CARLO FRUTTERO (SENZA DIMENTICARE FRANCO LUCENTINI)

Avevo imbastito quel post domenica 8 gennaio 2012.
Come accade anche in altri casi, dalla bozza al testo definitivo passa del tempo.

Lascio immutato il post sottostante e aggiungo un paio di cose.

Di alcuni libri di Carlo Fruttero e Franco Lucentini esistono solo prime edizioni, quindi attenzione ai prezzi che dovessero proporvi ([1]).
Ciò posto, la prima edizione de L’idraulico non verrà è rara; quella de La donna della domenica non è comune.

Spesso mi capita, da cacciatore di libri, di sfogliare copie di libri che già possiedo; anche in doppia copia magari perché alla prima edizione si arriva dopo. Lo faccio per la “ditta F&L” perché potrebbe capitare una dedica spiritosa.

Ricordo di aver partecipato recentemente a quel sondaggio de Il Sole 24 Ore per consigliare un autore per un “Meridiano”: sicuramente ho indicato Fruttero e Lucentini.
Per il resto, ritengo che al profano sarà chiaro cosa cercare da quanto trova menzionato qui sotto.

Un’ultimissima cosa: guardando le parole cercate sui “motori” che hanno portato qualcuno nel mio blog, oggi figurava già Fruttero perciò forse saranno cosa gradita queste righe.


FRUTTERO & LUCENTINI

Carlo Fruttero & Franco Lucentini: il secondo morto suicida e il primo anagraficamente non giovanissimo superstite del medesimo duo.
Eppure la rilevanza di questi due scrittori rimane intatta.

Conosciuti per un godibilissimo romanzo di cui ormai è impossibile capire la genesi: La donna della domenica, la loro carriera è sconfinata e come tale suscettibile solamente di personali e incompleti apprezzamenti.

Dati per torinesi ma lo furono solo a metà (sebbene Lucentini si sia suicidato a Torino ([2])).
Certo piemontesi per luoghi lavorativi e di ambientazione.
Obbligatoria è la “trilogia del cretino”, anche perché chi non la apprezza molto probabilmente è per lo meno rapito dal fascino di detta “categoria umana”.
Su toni e contenuti analoghi il compendio I nottambuli.

Nella narrativa finto leggera si deve menzionare il “seguito” ([3]) A che punto è la notte.
Mentre altre opere sono un poco meno consistenti, sebbene Enigma in posto di mare abbia un notevole fascino per chi apprezza il degrado generazionale.

Grande merito di F&L è la lievità stilistica capace di celare notevole profondità contenutistica e di istigare nel lettore la voglia di investigare autori e temi.

Mi permettono anche di utilizzare un termine così abusato che nel mio vocabolario è quasi estinto: ironici ma con un retrogusto iconoclasta.

Direi anche “molto francesi”, non solo a motivo della moglie di Lucentini.

Diressero l’unico possibile concorrente di Linus: Il Mago, sicuramente avrebbero avuto maggior successo nel sostituire Oreste Del Buono alla direzione del primo.

Un’ultima avvertenza: credo che la lettura di F&L invogli a visitare e conoscere Torino ([4]).


                                                                                              Steg



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[1] Carmelo Bene già docet.
[2] Di quei suicidi che non hanno niente per cui una persona intelligente possa dolersi. Un altro grande suicida è Mario Monicelli.
A Torino si sono suicidati anche altri nomi illustri: ricordo Cesare Pavese ed Emilio Salgari.
[3] De La donna della domenica.
[4] Conoscere Torino può essere un fatto positivo, sotto altri profili artistici (o culturali che dire si voglia).
Musicalmente soprattutto per Fred Buscaglione e Gigi Restagno. Quanto a Restagno intendo non i rifacimenti delle sue canzoni. L’unico caso in cui Internet mi ha fatto un regalo perché con tenacia si trova la sua “Coriandoli a Natale” nella sua versione: https://www.youtube.com/watch?v=twe9UG2fKy4.
Per correttezza ricordo anche i Rough, di nuovo con la versione originale della loro canzone “Torino è la mia città”: https://www.youtube.com/watch?v=cqOSyleSgzY.
Le cover - The Spaghetti Incident a parte - e le commemorazioni esasperate mi mettono molto disagio (come si può pensare che il pubblico non voglia ascoltare prima l’artista originale? Ed allora si realizzi senza ulteriore indugio un album con le registrazioni di Gigi Restagno, orsù!).

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