L’EQUIVOCO
INFANTILE
(Peter Pan vs. Antoine de Saint-Exupéry)
Desidero rassicurare i lettori: il
sottotitolo è pensato, autori e personaggi evocati mi sono noti in scala
maniacale ([1]).
Il pensiero può
essere banale oppure no, e quindi anche queste righe potrebbero essere poche,
oppure molte.
Il raffronto è
fra le rispettive ([2]) opere più importanti dei
due autori evocati: James Mattew Barrie e Antoine de Saint-Exupéry.
Sintetizzando: Peter Pan e Piccolo Principe ([3]).
Sono
forzosamente tenuto a ragionare per canoni non mondiali, non ne sarei in grado:
quindi posso solo scrivere delle sensazioni e delle deduzioni.
Ora pensate alla
vita di donnaiolo dell’autore francese e a quella sicuramente meno poligama
dell’autore scozzese.
Bene:
atteggiamento bonario nei confronti del letterato di Lyon; mentre “contra
Barrie” il suo eterno bambino (nemmeno ragazzo inizialmente: un neonato
abbandonato o “perduto” ([4]))
diviene addirittura una sindrome maschile: forse per la “bigamia” di Peter ([5])?
Il Piccolo
Principe è il porto sicuro per il libro da regalare ai giovani lettori. Peter
Pan fuori dal mondo anglosassone un poco meno.
In realtà, la
creatura di Saint-Exupéry non è poi così innocente: almeno a pensare alla
passione per lui avuta da James Dean e da Orson Welles e da Morrissey ([6]).
Insomma, io
starei più attento a scagliare la prima pietra. Poi ciascuno può fare le proprie
scelte.
Io mi schiero
con i lost boys e il loro capo, altresì in ragione di un romanzo che (anche
a un non-beatlesiano come me) dimostra la eternità tendenziale – cioè il non
invecchiare (e come potrebbe?) – di Peter Pan: Jardines de Kensington
dell’argentino Rodrigo Fresán ([7]).
Diversamente, il
Piccolo Principe lo trovo un poco invecchiato.
Steg
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senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso, dell’espresso consenso
scritto dell’autore/degli autori.
[1] Basti
considerare che mi procurai una banconota fior di stampa da 50 Franchi Francesi
in collezione, visto che già scrivo del perdente nel confronto.
[2] In
realtà, Barrie ha scritto non poche versioni – con titoli diversi – di “Peter
Pan” inizialmente nemmeno personaggio principale, e innanzitutto poi per il
teatro.
Per ogni approfondimento
rimando al volume che raccoglie la produzione barriana: The Collected Peter
Pan a cura di Robert Douglas-Fairhurst, edito da Oxford University Press, 2019.
[3] Petit
Prince ma inizialmente pubblicato in lingua inglese come Little Prince. Per
completezza l’articolo determinativo precede l’altrimenti nome generico del
personaggio.
[4]
Continuo a chiedermi se “lost” non sia meglio tradurlo con “perso” come un
oggetto smarrito (altra opzione di traduzione).
[5] I personaggi
femminili in questione sono Tinker Bell e Wendy Darling.
[7] Inizialmente
pubblicato nel 2003.
Una edizione italiana ha
avuto poco successo.
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