C86 RIVISTA
E AMPLIATA: SERVIRÀ?
C86: per sapere di cosa si tratta non
devi essere giovane (fisso nel caso di specie l’asticella formale ai 25 anni)
oppure essere un appassionato del genere musicale indie britannico oppure un fan dei Manic Street Preachers (tutti
ben oltre i 40 anni) ([1]).
“Indie” significa indipendente: gli Oasis
nacquero indie come loro produttore
di fonogrammi, ma non lo rimasero.
C86 gioca su “C90” un formato di
audiocassetta (ecco un giovane che si domanda giustamente di cosa sto scrivendo)
e “1986” ,
anno di uscita di questa compilation indissolubilmente legata al settimanale New Musical Express.
Evidentemente, C86 fotografa quell’anno.
Lo preciso in
quanto mi sono posto il problema se rischio di usare due pesi due misure
rispetto a Nuggets: Original Artyfacts
from the First Psychedelic Era 1965-1968, compilation costituita da due LP
che fu originariamente pubblicata nel 1972, ristampata nel 1976 e poi rieditata
ampliata in 4 CD nel 1998. Direi di no, per due ragioni: già lo spettro di
tempo abbracciato è ben diverso, inoltre il doppio vinile appartiene a un’epoca
in cui la storia scorreva più lentamente e in maniera meno incline a bruciare
gli outsider, anche se nelle note di
copertina si rinviene uno dei primi usi della parola punk da parte del loro
autore Lenny Kaye e quella parola le ha ridato prima vita e poi,
verosimilmente, status definitivo.
Nel 2014 C86 sarà ripubblicata da un produttore indipendente
o quasi come Cherry Red Records, in formato triplo CD, secondo e terzo compact
con evidentemente molte altre canzoni dell’epoca.
Tralascio l’analisi
in dettaglio delle perplessità “tecniche” che riassumo: la confezione
probabilmente farà venire altri dolori di stomaco come accaduto per una
compilation del 2013 ([2]) che,
fra l’altro, già un poco ripercorre le stesse strade di “anorak, shoegazing and trainspotting” ([3]); se
Cherry Red ha dovuto rintracciare alcune registrazioni “da vinile” ovviamente
qualche problema audio potrebbe esserci.
Chi è il
destinatario di C86 nel 2014? Il/la
giovane che trova tutto su You Tube o smanetta fra portali torrente e simili? Dubito.
Dunque si
rischia di guardare solo a quei tre gruppi di persone indicati in apertura: big deal!
E qui veniamo
alla “cultura delle cassette audio”: nemmeno provo a indicare qualche
riferimento: su Internet trovate tutto, ma anche su carta ne hanno scritto a
iosa.
Fuori dal
revival, però (cfr. Nick Hornby se proprio volete, ma lui tratta di vinile),
come spiegare: cosa significava “fare un nastro”, riceverlo, ascoltarlo, 28
anni fa? Lo spiega uno di cinquant’anni a uno che non dovrebbe nemmeno
ascoltarlo in quanto ne ha meno della metà? Con che linguaggio?
Di quelle
cassette spesso sono rimaste certe belle copertine godibili da tutti, ma la
memoria difficilmente si tramanda ([4]).
Pertanto,
nemmeno su questo versante proseliti fra le nuove generazioni se ne vedono
molti.
Sento insomma un
po’ di sapore di reducismo.
Steg
POST
SCRIPTUM
Se recito “C30, C60, C90, Go!”
chi cito e da che epoca?
Steg
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pubblico senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso, dell’espresso
consenso scritto dell’autore/degli autori.
[1]
Volendo si veda il mio post “Pieghe
musicali - Variazione 1001” .
[2] Intitolata Scared To Get Happy: A Story Of Indie Pop
’80-’89, stesso produttore.
[3] A
propria volta sulla scia di una antologia doppia dal titolo, poco fantasioso, CD86: 48 Tracks From The Birth Of Indie Pop
del 2008.
[4]
Ricevo peraltro questa stringa da Michele di http://blackpizzas.blogspot.it/; se
credete quindi: http://jaktapes.tumblr.com/.
Con una doppia avvertenza:
duplicare semplicemente album originali non è molto creativo (a parte eventuali
problemi giuridici); la mescolanza dei generi è evidente.