ANCORA
CARELLA? 87° DISTRETTO E IL “GENERE” LETTERARIO
(sto
scrivendo dei Milanesi, anche)
Nell’Italia che
non esiste più, c’era l’estate che era solamente una parte dell’anno e come
tale si ripeteva ([1]).
Fra le azioni
che si reiteravano, per chi andava in vacanza c’era anche quella delle letture
e, di conseguenza, la scelta dei libri da portare come parte non irrilevante
del bagaglio (avete mai provato – per qualsivoglia causa – la sensazione di
vuoto, noia ed abbandono del nulla da leggere in terra straniera? Terribile).
Gli editori lo
sapevano, pertanto erano cadenzate anche certe uscite estive.
Esistevano anche
le bancarelle dei libri usati (e l’angolo di qualche edicola ([2]))
dove rifornirsi. Rifornirsi soprattutto di quella roba che allora era la scala
bassa dei libri, cromaticamente suddivisa anche se poi quelli con i colori
erano solo le pubblicazioni di una certa editrice: gialli, fantascienza
(bianchi), spionaggio (nero).
Restiamo sui
gialli.
Mia madre era
una lettrice globale ([3]) ed
era così giovane per gli standard attuali che oggi io sarei potuto nascere
quindici anni dopo, invece ero già un teen-ager
e lei poco oltre i quarant’anni.
Leggeva anche
gialli: per casa era passato qualche volume scritto da Micky Spillane, Maigret
certo, e poi un paio di altri autori americani (con copertina proprio gialla): Richard
Stark (che non sapevano/sapevamo fosse pseudonimo di Donald E. Westlake perché
forse non si sapeva chi fosse Westlake) e Ed McBain.
Questi due in
comune avevano un dettaglio: in Italia tutti i titoli contenevano il
riferimento alla serie: Parker per il primo (Parker: un criminale, fra l’altro)
e 87° Distretto per il secondo.
Ricordo che
eravamo a New York (1975 e/o 1976), Gramercy Park: potrei addirittura aver
sfogliato uno Stark e letto un McBain o letto tutti e due, comunque erano
quelli di mia madre.
McBain mi rimase
in testa: la moglie sordomuta del protagonista, ma lui Steve Carella è parte di
un commissariato, cioè un commissariato di distretto (lo 87th
Precinct), con molti altri agenti dalla personalità spiccata, violenza molta ma
non troppo esasperata, ambientazione … beh che fosse New York evidentemente lo
si capiva dopo poche pagine di ogni storia.
Anni dopo,
molti, cominciai a leggere McBain, spesso d’estate: i Milanesi sono duri a
morire e anche a cambiare (parafraso Giorgio Scerbanenco).
Ricordo un bel
libro che forse era copia remainder, con copertina giallo limone e un volume
saggistico abbinato in un cofanetto: la grafica degli Omnibus (Mondadori) era
allora impeccabile ed invitante, ed un anno avevano deciso di realizzare una
serie (che forse non ebbe grande successo, ecco la copia nuova, ma a prezzo
ridotto che io acquistai) di uscite librarie tutte con quello stile: dunque un tipico
Omnibus (cartonato bello e solido) e un volumetto a suo compendio.
Sto descrivendo Il Sordo contro l’87° Distretto.
Perché il
Distretto ha il suo Professor Moriarty, il Sordo, appunto (in originale “The
Deaf Man”) – e se ci pensate ha un discreto humour nero l’autore, stante la
sfortunata (ma bella) Theodora “Terry” Carella – che comparirà in totale in sei
romanzi.
È NYC ma non lo
è il piano di gioco della saga: lo spiega molto bene in quel suo agile saggio
George N. Dove ([4]). Insomma fidatevi. Quindi
fa (anche) molto caldo d’estate e nevica d’inverno. Quindi c’è il fiume, e c’è
un grandissimo parco, e …
Quindi nei
personaggi di ogni romanzo c’è anche la città che non dorme mai.
Se vi aspettate
altro da me, spiacente. Non è il mio stile.
Per chi è
curioso offro uno spunto critico al mio punto di vista: http://www.nytimes.com/2005/07/09/books/why-readers-keep-returning-to-the-87th-precinct.html.
Per chi invece
si allinea, provate a leggere anche questo altro blogger (per lui è stato il padre il gancio letterario): http://dentroisecondi.blogspot.it/2012/12/ed-mcbain-lo-scrittore-che-si-e-superato.html.
Per chi, infine,
sa già di cosa sto parlando, una strizzata d’occhio: “Let’s be careful out
there!”.
Dimenticavo: ho
appena cominciato a leggere un romanzo di McBain, non dei Ragazzi del Distretto
ma uno di quei suoi fuori serie (letteralmente): intitolato Bocche di fuoco ([5]) fu
pubblicato nella collana mondadoriana Maschera Nera (anyone?) diretta da uno
dei miei soliti riferimenti infallibili: Oreste del Buono, che firma anche la
prefazione. Siamo a New York, è estate e fa caldo.
Steg
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[1] Cosicché
i costumi da bagno anche le signore tendevano ad usarli per più di una stagione.
[2]
Reiterata gratitudine al Signor Romolo, a Milano, dove (altro che book café: ci capitavano, essendo un
negozio e non un chiosco, anche giornalisti, figli di giornalisti, bottegai e
proletariato misto per fare due o anche sedici chiacchiere) si scartabellava di
tutto.
[3] Di
lei e delle testate Linus e Diabolik ho già scritto.
[4] Il
volume non mi risulta edito separatamente in Italiano, in originale si intitola
The Boys from Grover Avenue – Ed McBain
87th Precinct Novels.
[5] Guns in originale.