"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



mercoledì 21 ottobre 2015

ANCORA CARELLA? 87° DISTRETTO E IL “GENERE” LETTERARIO (sto scrivendo dei Milanesi, anche)


ANCORA CARELLA? 87° DISTRETTO E IL “GENERE” LETTERARIO
(sto scrivendo dei Milanesi, anche)

 
Nell’Italia che non esiste più, c’era l’estate che era solamente una parte dell’anno e come tale si ripeteva ([1]).
 
Fra le azioni che si reiteravano, per chi andava in vacanza c’era anche quella delle letture e, di conseguenza, la scelta dei libri da portare come parte non irrilevante del bagaglio (avete mai provato – per qualsivoglia causa – la sensazione di vuoto, noia ed abbandono del nulla da leggere in terra straniera? Terribile).
 
Gli editori lo sapevano, pertanto erano cadenzate anche certe uscite estive.
Esistevano anche le bancarelle dei libri usati (e l’angolo di qualche edicola ([2])) dove rifornirsi. Rifornirsi soprattutto di quella roba che allora era la scala bassa dei libri, cromaticamente suddivisa anche se poi quelli con i colori erano solo le pubblicazioni di una certa editrice: gialli, fantascienza (bianchi), spionaggio (nero).
Restiamo sui gialli.
 
Mia madre era una lettrice globale ([3]) ed era così giovane per gli standard attuali che oggi io sarei potuto nascere quindici anni dopo, invece ero già un teen-ager e lei poco oltre i quarant’anni.
Leggeva anche gialli: per casa era passato qualche volume scritto da Micky Spillane, Maigret certo, e poi un paio di altri autori americani (con copertina proprio gialla): Richard Stark (che non sapevano/sapevamo fosse pseudonimo di Donald E. Westlake perché forse non si sapeva chi fosse Westlake) e Ed McBain.
Questi due in comune avevano un dettaglio: in Italia tutti i titoli contenevano il riferimento alla serie: Parker per il primo (Parker: un criminale, fra l’altro) e 87° Distretto per il secondo.
 
Ricordo che eravamo a New York (1975 e/o 1976), Gramercy Park: potrei addirittura aver sfogliato uno Stark e letto un McBain o letto tutti e due, comunque erano quelli di mia madre.
McBain mi rimase in testa: la moglie sordomuta del protagonista, ma lui Steve Carella è parte di un commissariato, cioè un commissariato di distretto (lo 87th Precinct), con molti altri agenti dalla personalità spiccata, violenza molta ma non troppo esasperata, ambientazione … beh che fosse New York evidentemente lo si capiva dopo poche pagine di ogni storia.
 
Anni dopo, molti, cominciai a leggere McBain, spesso d’estate: i Milanesi sono duri a morire e anche a cambiare (parafraso Giorgio Scerbanenco).
Ricordo un bel libro che forse era copia remainder, con copertina giallo limone e un volume saggistico abbinato in un cofanetto: la grafica degli Omnibus (Mondadori) era allora impeccabile ed invitante, ed un anno avevano deciso di realizzare una serie (che forse non ebbe grande successo, ecco la copia nuova, ma a prezzo ridotto che io acquistai) di uscite librarie tutte con quello stile: dunque un tipico Omnibus (cartonato bello e solido) e un volumetto a suo compendio.
Sto descrivendo Il Sordo contro l’87° Distretto.
Perché il Distretto ha il suo Professor Moriarty, il Sordo, appunto (in originale “The Deaf Man”) – e se ci pensate ha un discreto humour nero l’autore, stante la sfortunata (ma bella) Theodora “Terry” Carella – che comparirà in totale in sei romanzi.
 
È NYC ma non lo è il piano di gioco della saga: lo spiega molto bene in quel suo agile saggio George N. Dove ([4]). Insomma fidatevi. Quindi fa (anche) molto caldo d’estate e nevica d’inverno. Quindi c’è il fiume, e c’è un grandissimo parco, e …
Quindi nei personaggi di ogni romanzo c’è anche la città che non dorme mai.
 
Se vi aspettate altro da me, spiacente. Non è il mio stile.
 
Per chi è curioso offro uno spunto critico al mio punto di vista: http://www.nytimes.com/2005/07/09/books/why-readers-keep-returning-to-the-87th-precinct.html.
Per chi invece si allinea, provate a leggere anche questo altro blogger (per lui è stato il padre il gancio letterario): http://dentroisecondi.blogspot.it/2012/12/ed-mcbain-lo-scrittore-che-si-e-superato.html.
Per chi, infine, sa già di cosa sto parlando, una strizzata d’occhio: “Let’s be careful out there!”.
 
Dimenticavo: ho appena cominciato a leggere un romanzo di McBain, non dei Ragazzi del Distretto ma uno di quei suoi fuori serie (letteralmente): intitolato Bocche di fuoco ([5]) fu pubblicato nella collana mondadoriana Maschera Nera (anyone?) diretta da uno dei miei soliti riferimenti infallibili: Oreste del Buono, che firma anche la prefazione. Siamo a New York, è estate e fa caldo.

 

 

                                                                                                                      Steg

 

 

 

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[1] Cosicché i costumi da bagno anche le signore tendevano ad usarli per più di una stagione.
[2] Reiterata gratitudine al Signor Romolo, a Milano, dove (altro che book café: ci capitavano, essendo un negozio e non un chiosco, anche giornalisti, figli di giornalisti, bottegai e proletariato misto per fare due o anche sedici chiacchiere) si scartabellava di tutto.
[3] Di lei e delle testate Linus e Diabolik ho già scritto.
[4] Il volume non mi risulta edito separatamente in Italiano, in originale si intitola The Boys from Grover Avenue – Ed McBain 87th Precinct Novels.
[5] Guns in originale.

giovedì 15 ottobre 2015

CHER: LA DISINFORMAZIONE DEL PETTEGOLEZZO (Sketches series – 23)


CHER: LA DISINFORMAZIONE DEL PETTEGOLEZZO
(Sketches series – 23)

 

Posso chiedermi quanto a ogni mio post: la sua rilevanza, il livello di interesse.
Posso anche dirmi, semplicemente, che mi serve per organizzare le mie idee, in fondo non c’è obbligo di leggere quanto scrivo.

 

Innanzitutto, Cher fa parte delle persone da me “ripensate”.
I media la tratteggiavano come un incrocio fra una zombie canora e un prototipo di milf/cougar ([1]), senza possibilità di agevole smentita.
Perché, occorre ogni tanto rammentarlo, in diversi casi solo la longevità ha permesso di riportare a verità le figure artistiche e private di talune persone.

 

In questo caso più che in altri potrei usare un profilo tratto dalla WWW per ridurlo a nudo e poi prepararlo, come con quegli hot rod o quei chopper rispettivamente cari alle due decadi su cui ancora tutti fantasticano cercando un perduto che non torna.
Non lo faccio per stile e onesta intellettuale.
Il quasi sottotitolo giustifica questa lunga premessa a quello che è un “bozzetto di sketch”.

 

Cher, alla nascita nel 1946 Cherilyn Sarkisian di origini armene (padre) e irlandesi, inglesi, tedesche e cherokeesi (madre), innanzitutto “nel 1962 conosce Sonny ([2]) Bono ([3]) e fa” la corista per Phil Spector.
Già questo sposta qualche nube.

 

Poi, e non dal nulla come si è appena visto, comincia la carriera di cantante e, come sanno le bis-nonne italiane che non ascoltavano il melodico, ma semmai alla radio l’oltreoceano passato dai DJ Renzo Arbore e Gianni Boncompagni, Cherilyn assurse a successo in duo con il, ormai marito, Sonny: Sonny and Cher, dunque.
Passando oltre di un tre lustri, qualche lettore (se ce ne sarà) ricorderà Ivan Cattaneo che canta “Bang Bang”, un successo originale indimenticato della bella (ancora oggi) ([4]) sangue misto.

 

La notorietà porta anche a uno show televisivo, non di breve durata se si pensa che nel 1975 Cher ospitò il plastic soul di David Bowie ([5]).

 

Nel 1979 termina il secondo matrimonio (del 1975), con Greg Allman (quello della Band con il fratello Duane, morto prematuramente nel 1971 ([6])).

 

Proseguendo per pennellate all’acquerello, nella decade successiva la sempre affascinante ex Signora Bono, recita in un drammatico gioiello diretto da Robert Altman: commedia teatrale era in origine e in una sola stanza è girata la sua versione cinematografica: Come Back To The 5 & Dime Jimmy Dean, Jimmy Dean.
Inciso: Altman per gli attenti è stato nel 1957 il vero e proprio autore di quello struggente omaggio in bianco e nero alla Cometa di Fairmount che è The James Dean Story.

 

Il cinema le regala, finalmente, soddisfazioni. Le maggiori sono i premi ricevuti per i suoi ruoli in Mask (Cannes 1985) e in Moonstruck (Academy Award nel 1988).

 

Cher non riposa sugli allori, e quindi si esibisce dal vivo (e si sa cosa può rendere Las Vegas ([7]), dove nel corso dei lustri ha tenuto diverse residency).
Affari suoi, e probabilmente del giornalismo di solo pettegolezzo (italiano e non), se lei per un certo tempo si esibì mostrando glutei marmorei e ragazzi-giocattolo (come suoi boyfriend, appunto) invece di ritirarsi al tempo dai palchi e godersi un viale del tramonto lastricato d’oro.

 

Andiamo per salti: “Walking In Memphis” è una canzone americana nel miglior senso del termine, e fa rima con Elvis, correttamente. Si tratta di una cover (1995) dell’opera musicale del cantautore Marc Cohn che Cher ha potuto declinare al femminile nel testo, ma optando per un doppio personaggio nel videoclip in bianco e nero (che strizza forse l’occhio a Jim Jarmusch).

 

Dovreste dunque poter decidere da soli quanto vale Cher, senza essere vittime della disinformazione da parrucchiere che ancora resiste.
E magari fare un paio di ragionamenti anche rispetto a suo figlio, che nacque figlia, Chaz Bono.

 

 

                                                                                                                      Steg

 

 

 

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[1] Così ante litteram che le due espressioni non esistevano ancora.
[2] Salvatore Philip Bono, classe 1935.
[3] “Needles and Pins” non è un originale dei Ramones, bensì una canzone scritta da Bono e Jack Nitzsche (vero cognome), quest’ultimo braccio destro di Spector e produttore artistico in ambito musicale di grande vaglia.
[4] Non andrò nel pozzo dei serpenti della chirurgia plastica a sparlare.
[5] Al The Cher Show del 23 novembre 1975: duettarono “Young Americans” (con molti altri frammenti al suo interno) e “Can You Hear Me”.
[6] Fuor d’argomento: cercate il loro doppio (mi astengo dal cofanetto di 6 CD del 2104) album dal vivo At Fillmore East.
[7] Ma se non lo sapete considerate che il patrimonio della Signora si calcola in centinaia di milioni di Dollari USA.