"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



mercoledì 11 aprile 2012

LA SINDROME DEL DANDY (Qualche pensiero a proposito di Giuseppe Scaraffia)

LA SINDROME DEL DANDY
(Qualche pensiero a proposito di Giuseppe Scaraffia)




Gianni Brera non si è mai dichiarato tecnicamente alla pari dell’Abatino, di Bonimba o di Rombo di tuono ([1]).
Eppure, egli è stato il più grande giornalista sportivo italiano. A partire dai suoi scritti sul calcio.





I calzini rossi sono molto popolari fra gli architetti ([2]). Giuseppe Scaraffia – quasi louboutinianamente – li indossa assiduamente pur essendo laureato in ben altro. Ma non è questo il problema.
Giuseppe Scaraffia ha da anni una docenza universitaria (come ricercatore di letteratura francese) ma, soprattutto, egli si è creato negli anni una sorta di “specializzazione” sui dandy ([3]).





Il mio cruccio è che questo critico letterario fa quasi di ogni autore di cui scrive un dandy e anch’egli si considera stilisticamente tale.
Il risultato in ambito strettamente culturale è, a mio avviso, una perdita di credibilità di Scaraffia nei confronti dei lettori attenti.



Per lo stile, dissento in ragione di un concetto fondamentale, che già ho espresso.


Vedo delle affinità stilistiche di Scaraffia con Roberto Gervaso e Giordano Bruno Guerri. Tutti e tre convinti che l’eccentricità sia sinonimo di eleganza e quindi consenta loro stravaganze che non hanno a che fare con l’eleganza ([4]), men che meno con quella innovativa ([5]). Essere notati platealmente non è conseguenza della propria capacità di eligere come vestirsi.
Il fatto del ben noto precedente di Giovanni Agnelli, detto “avvocato”, non giustifica nessuno.





Forse occorrerebbe meditare di più sull’etimologia di eleganza, etc.
Se volete, potete partire da uno scritto di Ugo Volli del 1998 ([6]) rispetto al quale mi trovo molto d’accordo, anche se la sua equazione “l’eleganza richiede ricchezza” non reputo sia corretta (penso a un non  più - causa dilapidazione del proprio patrimonio - ricco Baudelaire).
Purtroppo, lo scritto di Volli non pare più reperibile on line e ignoro se sia contenuto in un qualche volume di raccolta di saggi dell'accademico triestino.  









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[1] Tre suoi soprannomi per altrettanti giocatori del passato.
[2] Di quelli di interni mio nonno paterno diffidava massimamente. 
[3] Gli “devo” la voce su Roger Nimier nel volume Gli ultimi dandies. 
[4] Come i calzini rossi; per Gervaso una profusione di tinte campagnole; per Guerri le scarpe Converse All Stars come fosse ancora un ragazzo.
[5] Ché questo potrebbe essere in effetti il segno del dandy: fornire un apporto innovativo rispetto ad un canone preesistente.
[6] Intitolato “Moda Chic e shock”. Tratto dal supplemento D de La Repubblica: http://d.repubblica.it/dmemory/1998/10/13/attualita/dalmondo/057chi12157.html.

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