"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



venerdì 21 febbraio 2020

MITTAGEISEN (“Whatever happened to the heroes” of Milano?)


MITTAGEISEN
(“Whatever happened to the heroes” of Milano?)


Una doppia premessa: la storia è una sola, nei fatti, i punti di vista anche personali sono più.
Inoltre, il pubblico non è mai lo stesso: chi avesse letto già alcuni miei scritti potrebbe trovare delle ripetizioni, ma anche certi libri si rileggono.

Come arrivarono a formarsi i Mittageisen non è affar mio. Il loro nome e qualche contatto con loro un po’ mi riguardano.

Tutti gli artisti nati in Italia “perché c’è stato il punk” erano “di X” o “di Y”, tranne quelli della mia città che si sono ritrovati a vivere in una dimensione urbana (senza la città non ci sarebbe stato nulla, lo diceva anche Rosso Veleno) in cui i settimanali musicali si compravano alla Stazione Centrale quando non si era all’estero a respirare altre città.
Tale caratteristica ha immunizzato fin troppo i Milanesi, i quali hanno voluto fare sempre tutto da soli e, spesso, solo per sé stessi e qualche amico, come accadde con il singolo dei Mittageisen.
Del resto, se non c’era futuro, cosa si doveva “testimoniare” (parola cara agli hippy nostrani) con dei “documenti sonori”? Nulla. Oggi è un po’ diverso (senza scomodare il monologo di Roy Batty in Blade Runner).

I Mittageisen dunque si riuniscono intorno a persone che fra il 1976 e il 1977 hanno assaporato il punk, magari prima su carta e poi su dischi.
A memoria, prima conobbi P. T. Damper, poi Captain Vicious e poi Sexy Sadist. In particolare, il primo fu il mio trampolino in quella ristrettissima cerchia milanese che, appunto, aveva in casa e ascoltava il punk: inizio di settembre 1977 (grazie al mio miglior amico dell’epoca). A distanza di un paio di settimane incrociai il secondo, a un concerto dei Trancefusion. E poi il terzo, forse tramite il primo.
Ma allora si chiamavano Paolo, Antonio (che poi divenne “Tonito”) e Marco.
Scuole medie superiori e musica (e fumetti io e Antonio, ma lo scoprii dopo). Incontri casuali e non nei negozi di dischi.
Dopo l’estate del 1978, siamo tutti ormai piuttosto ben orientati, diciamo così, io avevo visto Siouxsie and the Banshees ad Edimburgo il 18 agosto (ne ho scritto altrove).
Poi ci furono i concerti allo X-Cine di Adam and the Anz che indussero a “mettere su” dei gruppi, fra cui i Borstal Dampers.
La svolta musicale definitiva in termini stilistici, considerati gli esordi su sette pollici di Public Image Limited e Banshees (concedetemi di abbreviare) come non decisivi, furono gli album di debutto di queste formazioni inglesi, perché John Peel fra l’altro ospitò il gruppo di John Lydon solo una volta e nel 1979 (mentre Sioux, Severin, McKay e Morris proprio attraverso la BBC avevano già registrato una versione di “Metal Postcard”).

The Scream (pubblicato nel novembre 1978) ebbe evidentemente un impatto molto forte, se regalò il sottotitolo in lingua tedesca della cartolina metallica (“deperamente” parlando) come nome di battesimo della band milanese.
“Metal Postcard (Mittageisen”) è la seconda canzone sul lato b dell’album mentre la versione di John Peel si trova fra l’altro in una antologia radiofonica ad hoc della compagine bansheeiana (Voices On The Air) e nel secondo CD della versione expanded dell’album in questione.
I più diligenti scoprirono che la canzone faceva riferimento a John Heartfield; l’anno dopo uscì come singolo una sua versione cantata in lingua tedesca.

L’impatto fu evidentemente sufficiente per far sì che i Mittageisen assumessero quel nome dopo essersi esibiti come Borstal Dampers in quella sfortunata occasione milanese che fu il “Sabatok Folle” il 9 dicembre 1978 (ma Captain Vicious non era ancora nella formazione).

Il dettaglio curioso della foto di copertina del singolo, che tutti credevano arrivasse chissà da dove tranne me: per il semplice motivo che di quel volume che la conteneva mi pare di ricordare fossero arrivate solo due copie, alla libreria delle Messaggerie Musicali in Galleria, a Milano: una la comprai io per le foto di Siouxsie, l’altra Tonito (non so per quale ragione). Quindi DIY per la grafica.

I Mittageisen durarono lo spazio di qualche mese, compreso il giorno del concerto al Liceo Classico Beccaria in una bella mattina di fine inverno (Sid Vicious era morto il precedente 2 febbraio, parve che ce ne fossimo accorti solo io e Tonito …), con un pubblico assolutamente ostile che li costrinse a un set breve.

E il sottotitolo di queste righe? Beh formalmente è tratto dalla canzone “No More Heroes” di The Stranglers, i quali in realtà avevano degli eroi, e siccome in quegli anni siamo stati tutti un po’ eroi, era il caso di dirvi che quasi tutti i Mittageisen sono ancora attivi, in un modo o nell’altro.
A Tonito ho reso onore ampiamente e ripetutamente altrove.


                                                                                                                      Steg



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lunedì 10 febbraio 2020

“SONO 190 GRAMMI. LASCIO?” A PROPOSITO DI VINILE (Sniper series – 41)


“SONO 190 GRAMMI. LASCIO?” - A PROPOSITO DI VINILE
(Sniper series – 41)

Continuo a scontrare la mia passione musicale con gli attuali vinilisti ad ogni costo.
È mia opinione che il mercato li tratti come la massaia lo è dal salumiere, quindi molti di loro non capiscono tanto le grammature.

Poi c’è la farsa della testina (e non siamo in macelleria): ricordo infatti che ogniqualvolta si doveva cambiare la testina/puntina, si andava dal proprio negoziante di fiducia con un pezzo di braccio del piatto. Qualche volta andava bene e semplicemente la si sostituiva sullo chassis precedente; altre volte, invece, si riusciva a salvare solo chassis ma si doveva cambiare tipo o financo marca di testina; in certi casi cambiavi tutto.
Tornato a casa dovevi sistemare e, infine, tarare la grammatura di lettura che non era sempre la stessa per tutti i dischi.
Divertimento? Molto poco.


                                                                                                                      Steg



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martedì 4 febbraio 2020

IL GIORNALISTA SPORTIVO ITALIANO MEDIO (Tombstone series – 53)


IL GIORNALISTA SPORTIVO ITALIANO MEDIO

(Tombstone series – 53)


Il giornalista sportivo italiano medio è quello che non conoscendo la differenza fra i verbi “risolvere”, “recedere”' e “rescindere” usa sempre rescindere perché suona più complicato.

                                                                                                                      Steg



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