ANCORA “DANGER DIABOLIK”?: 50 ANNI
Febbraio 1987:
come mi capitava spesso, entrai alla libreria Rizzoli sulla 57th West Street,
tardo pomeriggio, un tramonto splendido come ne può regalare New York City, there’ s more than some poetry in Gotham
City.
Comprai, come
raramente (usualmente era sufficiente scorrere le prime pagine), il Corriere
della Sera: lo comprai perché era morta Angela Giussani ([2]) e l’unico
modo per assorbire la perdita – anche di un pezzo della mia città – era leggere
e rileggere l’articolo. Dopo andai solitario a cena, stessa street, al Hard Rock Cafe ([3]).
OPPURE
Le graziose
gemelle le vedo a casa loro: San Siro? Da qualche parte verso il 1970, io
viaggio sui dieci anni abbondanti, loro circa qualche mese meno ([4]). Casa
con piscina.
Pomeriggio, telefilm
della serie Flipper alla tv. Una loro
nonna a badare su di noi, se ben ricordo.
Giornata di
sole: qualche albo di Diabolik portato a bordo piscina. Le gemelle, ricordo
solo il nome di una di loro: Valeria, mi dicono – più o meno – che Diabolik si
può leggere più o meno tollerati dalla loro madre, ma Kriminal ... Quello
davvero è per i grandi.
OPPURE
Mia mamma mi
dice che Pietro, nostro amico di famiglia ([5]), le
ha prestato dei Diabolik: siamo verso il 1972.
Diabolik entra
ufficialmente a casa mia.
OPPURE
Caldo torrido,
domenica pomeriggio del luglio 1986: mi telefona AT: il giorno dopo il primo
scritto dell’esame per diventare procuratore legale e saremmo stati insieme al
tavolo.
In televisione:
il film Diabolik (o per il mercato
anglosassone Danger Diabolik): meglio
quello che ripassare (cosa poi?).
In DVD molti
anni dopo il film uscì prima nel mercato nordamericano, tanto che le copie che
circolavano in Italia erano appunto duplicate da quel formato (magari ancora in
VHS…).
OPPURE
“E il 15 agosto di ogni anno mollavamo tutto
e andavamo a mangiare al Savini e poi a vederci due film”. Chi parla è
Luciana Giussani ([6]), la piccola delle due sorelle
diabolike, in un’intervista a Torpedo,
pubblicata nel numero dell’agosto-settembre 1991.
Come si vede,
per me Diabolik è marchiato dagli Sforza e dai Visconti: il fumetto più
milanese di tutti. Nel senso che chi non vive a Milano non potrà mai capire
veramente Diabolik e quel retrogusto extrafumettistico del medesimo (la
cravatta di Ginko è un regimental rossonero: leggasi Milan).
Non per caso,
quindi, una sottilissima linea rossa lega Diabolik a Dino Buzzati ed una ancor
più tenue a Giorgio Scerbanenco.
Ma anche, più
banalmente, ci si può chiedere: Diabolik cosa
sei?
Perché Diabolik
è anche internazionale, davvero, ed è un prodotto/fenomeno che bene simbolizza
l’Italia (la quale davvero era una potenza nel mondo, ma tanti decenni fa.
Ferragosto e ristoranti aperti, Savini incluso).
Forse non c’è
risposta alla domanda, ed è sufficiente leggere le sue storie.
Finisco sorridendo:
nella ricetta del “L’uovo alla Diabolik” è sbagliato il tempo di cottura. Per
forza! Angela e Luciana non erano due brave massaie, ma delle grandi autrici.
Steg
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2012 Steg, Milano, Italia.
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archiviata per il pubblico senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso,
dell’espresso consenso scritto dell’autore.
[2] Il
giorno 11, anche se fonti “ufficiali” indicano il 12 (se un necrologio compare
in un quotidiano il 12, evidentemente il decesso è anteriore).
[3] Mi
fregio di non aver mai comprato un solo oggetto di merchandising dello HRC in
qualsiasi parte del mondo, perché io quello di Old Park Lane lo ho frequentato
sin dal mese di agosto del 1978 ed allora non servirebbe molto.
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