C’È CHI HA FATTO I COMPITI, MA A CHE SERVE?
(ovvero: spero che Lou Reed in futuro
abbia ancora voglia di esibirsi senza i Metallica)
C’è chi ha fatto i compiti, ma a che serve?
Ci sono due tipi di critica quella totale e quella specifica: questa è specifica e documentata ([1]).
Non ho mai capito i Metallica, che trovo boriosi, spesso disposti a salire sul carro dei vincitori: si tratti di “Lemmy” Kilmister oppure di Lou Reed. In sintesi: una band a mio personale avviso sopravalutata.
Hanno suonato in un carcere come se fossero stati i primi: no Johnny Cash fu il primo, ci aggiungo anche i Sex Pistols (almeno prima di loro).Aprire i concerti con musiche di Ennio Morricone? Lo facevano già i Ramones.
Ho fatto i compiti.
Non parlo del loro album insieme: Lulu (del 2011) che ancora non conosco e forse non conoscerò ancora per diverso tempo.
“White Light White Heath” eseguito in tandem risulta privo di personalità e nerbo: i muscoli di Ulrich e compagni hanno, anche, delle smagliature e le spalle di Lou Reed non riescono a mantenere quello che ritenevo lo smalto inscalfibile di un classico.
Eppure interpretata da lui con David Bowie per il cinquantesimo compleanno del secondo la canzone è bella come quando era suonata e cantata dal produttore artistico di Transformer con The Spiders From Mars.
Ho fatto i compiti.
Nella presentazione di Lulu – a Londra, nella suite di qualche albergo – per L’Italia viene realizzato un programma televisivo di un’ora presentato da Enrico Ruggeri ([2]).
Lulu è uscito per Mercury (almeno in alcuni Stati), Mercury è di proprietà di Universal, Ruggeri è artista Universal, i Metallica anche, idem per i Velvet Underground ...Bene. Vi ho distrutto la poesia?
Ho fatto i compiti.
Ha fatto i compiti: chi ha fatto i compiti su di lui lo sa.
Sono inutili anche i compiti di Lou Reed: che risponde educatamente e banalmente (Italia: pasta e mandolino, questa la sintesi. Per favore! Contestazioni pesantissime da parte del pubblico italiano con il pretesto di croci di ferro disegnate nei capelli color perossido di questo artista, era il periodo di Sally Can’t Dance; Lou Reed è ebreo: risultato concerto interrotto) mentre da anni, da anni, egli è un intervistato spesso impossibile, comunque difficile, per la stampa statunitense ed anglosassone in genere.
Informati e critici potrete soltanto vivere meglio con voi stessi (cioè senza vergogna o senso di incompiutezza) e, magari, pescare fra la vostra musica e la vostra letteratura momenti di serenità.
© 2012 Steg, Milano, Italia.
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[1] Per le necessità del blog.
[2] Più volte trasmesso da un canale tematico RAI.
[3] Ovviamente, Heylin (di cui qualcuno comincia a criticare taluni ultimi libri anche per certo “plundering”) dava un riferimento cronologico oltre che giocare con la lettera “v” nel titolare il suo From the Velvets to the Voidoids..
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