"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



giovedì 9 maggio 2013

PERLE MEDIATICHE 20 – ANCORA A PROPOSITO DI PUNK

PERLE MEDIATICHE 20 –
ANCORA A PROPOSITO DI PUNK
 
Quotidiano Il Giornale, 8 maggio 2013, pagina 25, articolo di Stenio Solinas intitolato “Da anarchici a borghesi Che fine triste per i punk” ([1]), argomento: la mostra “sul punk” al Metropolitan Museum di New York.
 
Un negozio londinese di King’s Road: Sex era il suo nome e poi, via via, Seditionaries, Too Fast To Live …”.
In verità Too Fast To Live To Young To Die è il nome del negozio prima di Sex (e dopo Let It Rock); dopo la ditta/insegna Seditionaries, il negozio non venderà più “vestiti per eroi”: mai sentito parlare di World’s End?
 
Vivienne Westwood e Malcolm McLaren” ([2]) … “il secondo un genio del marketing, è morto due anni fa, la vedova ha già preso le distanze dall’iniziativa”.
A parte che non si scrive che McLaren fu il manager dei Sex Pistols e, prima, delle New York Dolls, egli morì l’8 aprile del 2010 dunque tre anni fa.
Difficile avere lo status di vedova quando non si è stata sposata con il defunto e, per di più, dal 1992 si è sposate con altra persona: Andreas Kronthaler.
 
[…] “a New York ebbe il suo epicentro nel CBGB di Bowery ([3]) e a Londra nelle cantine e nelle strade dell’East End”.
Rammento che il Marquee aveva originaria sede in Wardour Street (West End) e lo stesso valeva per il Roxy (WC2 il codice postale), mentre il Music Machine era a Mornington Crescent (nord di Londra); ricordo a me stesso che il punk festival del 20 e 21 settembre 1976 si svolse al 100 Club in Oxford Street; che King’s Road non sia nella zona est di Londra era, credevo, fatto notorio.

 

 

                                                                                                                      Steg

 

 

 

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[1] La “c” maiuscola nel titolo non è un mio errore.
[2] Scrivo il nome di McLaren correttamente.
[3] Evito un altro refuso presente nell’articolo.

1 commento:

  1. Ha ha. Una mostra dedicata agli 'stilisti punk', oppure al rapporto tra alcuni di essi e il punk-quello-vero fa venire voglia di metamorfosi: trasformiamoci il più presto possibile in un tronco d'albero, noi griffati d'epoca. Così almeno non vedremo Madonna nella 'sua versione', Beyoncè nella 'sua versione' e anche Zandra Rhodes, che la 'sua versione' ci fece scompisciare già ai tempi. Dài, Ciccone, mostraci come si fa, tu che lo sai e che se girano ci fai vedere tu e sono cazzi nostri. Spille da balia d'oro massiccio in vendita passato il confine con la Svizzera? Ce le ho, e sono di sicuro più punk delle creazioni passate in rassegna al Metropolitan, dove l'unica roba ad hoc è il cesso del CBGB's, quello che Miss Spungeon leccava per intascare un dollaro. Che schifo, eh? Come diceva una mia amica, in culo agli antipasti.

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