"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



mercoledì 22 maggio 2013

BREVI, ULTERIORI, CONSIDERAZIONI SULLA MORTE

BREVI, ULTERIORI, CONSIDERAZIONI SULLA MORTE ([1])
 
Ritengo che la massima forma di ipocrisia dell’epoca in cui stiamo vivendo sia quella nei confronti della morte.
Allontanata con ogni mezzo, anche linguistico ([2]).
 
In realtà occorre riconoscere alcuni dati di fatto.
La medicina non può rendere immortali, e il risultato ultimo (a mio avviso non ottimale) è solo quello di poter “scegliere” di quale patologia morire oppure, ipotesi piuttosto macabra di per sé, morire di consunzione (difficile che un centenario sia in grande forma, le eccezioni rimangono tali).
 
La morte è inevitabile, e “capita a tutti”, compresi coloro che non sono di regola associati al decesso ma al più alla dissoluzione esistenziale: vedi musica, soprattutto a partire dal rock’n’roll.
 
Sarebbe il caso ([3]), di affrontare con serietà sia il tema, filosofico e materiale, del suicidio, sia il tema dell’eutanasia.
 
Sarebbe, soprattutto, da evitare qualsiasi uso di eufemismi o sinonimi della parola morte prima di aver impiegato, appunto, la parola morte.
 
 
                                                                                                                      Steg
 
 
 
© 2013 Steg, Milano, Italia.
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[1] Questi pensieri mi sono ormai imposti da (in stretto ordine cronologico): immagini di un DVD visto qualche sera fa in cui compariva Ron Asheton (già chitarrista di The Stooges, non Iggy and the Stooges), la morte di Ray Manzarek (The Doors), la morte per suicidio di Dominique Venner, la morte di Trevor Bolder (cfr. The Spiders from Mars).
Oggi è il 22 maggio 2013.
[2] Incidentalmente, ne ho già scritto.

[3] Anche su tale argomento ho speso già qualche parola: nel post “Qualità e quantità della vita”.

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