LE PROPRIE FONDAMENTA SI COSTRUISCONO NEL CORSO DELLA VITA, SENZA “MANUALI DEL MEGLIO”
La poca sensatezza delle letture cosiddette formative è data da più fattori: la soggettività delle scelte da parte di chi le suggerisce; l’accertata impossibilità di leggere tutta la produzione letteraria esistente che mina ab origine lo stesso intento formativo; l’altrettanto nota impossibilità di farsi piacere ciò che non piace; la diversa percezione e fruizione nel corso del tempo della stessa opera.
Lo stesso vale per la musica, il cinema, eccetera ([1]).Ergo la inutilità di acquisti di volumi del tipo: “1001 … prima di morire” [2]. Pensate poi a quanto impieghereste nel leggere, ascoltare, vedere, fare ciò che vi dicono ([3]). E pensate a quanto non potete più fare perché certi luoghi non esistono più, o magari non riuscite a leggere perché un certo libro proprio non si trova.
Vi prendono per stupidi, o anche solo per pigri. Voi potete dimostrare di non esserle né l’uno né l’altro NON comprando questi finti baedeker intellettuali che cercano di recintare i cervelli come fossero bestiame.
A mio avviso più utili possono essere certi “dizionari” per voci (piuttosto che per nomi) che non distillano lo scibile culturale ma costituiscono dei, parziali ed imperfetti, percorsi ([4]).
Posso limitare lo spreco incrociando liste e suggerimenti, ma se ancora non digerisco The Beatles o Marcel Proust, cosa posso farci? Nulla.
In questa situazione, io devo di nuovo riconoscere i meriti del punk e dei fumetti: con grande eleganza entrambi hanno fatto sì che senza costrizioni ascoltassi, vedessi e leggessi anche molto altro, semplicemente dandomi dei riferimenti.
Quindi magari provate a ascoltare o leggere o vedere qualcosa di cui scrivo (quello che vi incuriosisce o affascina, evidentemente), ma senza impegno: diversi sono i gusti, diverse le generazioni.
Però se oltre a non essere incuriositi vi dedicate alla finta musica, ai finti libri, ai finti film, forse c’è qualche cosa che non funziona. Steg
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[1] Il fatto che su teatro e poesia ci sia meno ansia catalogatrice significa qualche cosa?
[2] Si arrabbieranno Eddy Cilìa e Federico Guglielmi? Pazienza.
Un giudizio positivo su una persona o il suo operato non significa non criticare.
[3] Il limite di queste opere è dato dalle loro derivazioni (spin-off): per esempio dopo un generico “1001” riferito alla musica, si procede con “1001” riguardante il rock, ma poi un “1001” di punk e new wave, eccetera.
Se sono spesso insoddisfacenti antologie (letterarie e musicali) riferite a un solo autore o artista, figurarsi quando si va per generi.
[4] I limiti delle enciclopedie sono già stati evidenziati in molti modi.
Talvolta, però, forse si pretende troppo da un’enciclopedia? Faccio un esempio: Elliott Murphy non aveva una sua voce nella Guinness Encyclopedia of Popular Music in 6 (sei) volumi; ma non per questo ho buttato via la mia copia.
Fra l’altro, di regola un’enciclopedia non ha pretesa di presentare solo il meglio.
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