"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



giovedì 31 maggio 2012

LE PROPRIE FONDAMENTA SI COSTRUISCONO NEL CORSO DELLA VITA, SENZA “MANUALI DEL MEGLIO”

LE PROPRIE FONDAMENTA SI COSTRUISCONO NEL CORSO DELLA VITA, SENZA “MANUALI DEL MEGLIO”



La poca sensatezza delle letture cosiddette formative è data da più fattori: la soggettività delle scelte da parte di chi le suggerisce; l’accertata impossibilità di leggere tutta la produzione letteraria esistente che mina ab origine lo stesso intento formativo; l’altrettanto nota impossibilità di farsi piacere ciò che non piace; la diversa percezione e fruizione nel corso del tempo della stessa opera.
Lo stesso vale per la musica, il cinema, eccetera ([1]).



Ergo la inutilità di acquisti di volumi del tipo: “1001 … prima di morire” [2]. Pensate poi a quanto impieghereste nel leggere, ascoltare, vedere, fare ciò che vi dicono ([3]). E pensate a quanto non potete più fare perché certi luoghi non esistono più, o magari non riuscite a leggere perché un certo libro proprio non si trova.
Vi prendono per stupidi, o anche solo per pigri. Voi potete dimostrare di non esserle né l’uno né l’altro NON comprando questi finti baedeker intellettuali che cercano di recintare i cervelli come fossero bestiame.
A mio avviso più utili possono essere certi “dizionari” per voci (piuttosto che per nomi) che non distillano lo scibile culturale ma costituiscono dei, parziali ed imperfetti, percorsi ([4]).



Posso limitare lo spreco incrociando liste e suggerimenti, ma se ancora non digerisco The Beatles o Marcel Proust, cosa posso farci? Nulla.



In questa situazione, io devo di nuovo riconoscere i meriti del punk e dei fumetti: con grande eleganza entrambi hanno fatto sì che senza costrizioni ascoltassi, vedessi e leggessi anche molto altro, semplicemente dandomi dei riferimenti.



Quindi magari provate a ascoltare o leggere o vedere qualcosa di cui scrivo (quello che vi incuriosisce o affascina, evidentemente), ma senza impegno: diversi sono i gusti, diverse le generazioni.
Però se oltre a non essere incuriositi vi dedicate alla finta musica, ai finti libri, ai finti film, forse c’è qualche cosa che non funziona.





                                                                                                                      Steg







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[1] Il fatto che su teatro e poesia ci sia meno ansia catalogatrice significa qualche cosa?
[2] Si arrabbieranno Eddy Cilìa e Federico Guglielmi? Pazienza.
Un giudizio positivo su una persona o il suo operato non significa non criticare.
[3] Il limite di queste opere è dato dalle loro derivazioni (spin-off): per esempio dopo un generico “1001” riferito alla musica, si procede con “1001”  riguardante il rock, ma poi un “1001” di punk e new wave, eccetera.
Se sono spesso insoddisfacenti antologie (letterarie e musicali) riferite a un solo autore o artista, figurarsi quando si va per generi.
[4] I limiti delle enciclopedie sono già stati evidenziati in molti modi.
Talvolta, però, forse si pretende troppo da un’enciclopedia? Faccio un esempio: Elliott Murphy non aveva una sua voce nella Guinness Encyclopedia of Popular Music in 6 (sei) volumi; ma non per questo ho buttato via la mia copia.
Fra l’altro, di regola un’enciclopedia non ha pretesa di presentare solo il meglio.

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