"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



venerdì 30 maggio 2014

ROLLING STONES: PERCHÉ (Sketches series – 16)


ROLLING STONES: PERCHÉ
(Sketches series – 16)

 

Digerire “gli Stones” è stato laborioso, ma mentre non li consideravo ero certo che comunque sarebbero arrivati prima loro e, se loro non fossero arrivati, The Beatles non sarebbero neanche partiti.

 

“Tutto nero”: per uno scolaro delle elementari 196X (([1]) la arrabbiatura era evidente, anche se cantata da Caterina Caselli, e quella batteria isolata suonava indubbiamente inusuale. Ovviamente scrivo di “Paint It Black”.

 

Passano i lustri e (quel che succede non interessa a nessuno) alla fine i tasselli si incastrano. Complice magari uno di quegli articoli (di una rivista in lingua inglese, per forza cosa vuoi leggere?) che ho letto in vacanza.
Forse sono ammorbidito (sic!) anche in ragione della precedente lettura di quella storia a fumetti coloristicamente pirotecnica, graficamente gotica e barocca ma funerea nella dedica (cancro che ti priva della persona amata) intitolata La Nuit di Philippe Druillet, storia che mi impose l’ascolto e la lettura (del testo) di “Brown Sugar”.

 

Mi creo così, man mano, un pugno abbondante di canzoni che possono, anche, sintetizzare alcune mie opinioni.
A partire da quella crowleiana e blasfema, anche contra Kennedy, “Sympathy For The Devil”.

 

Che dire poi della – già citata altrove – guerrigliera urbana invocazione (pre “White Riot” di The Clash, inconfutabilmente) che è “Street Fighting Man”, la quale comincia defiante solo in canale destro nella versione stereo ([2])?

 

Ho una sorta di passione da trincea piena di fango e di topi, mentre ci bombardano da terra e dal cielo, per “Gimme Shelter”.
Forse in un’altra vita mi hanno scartato quando ho fatto domanda per la cavalleria del cielo. Rambo child negletto, ancora.

 

Aggiungo, why not?, la depressione di molte madri per constatare come morda rabbiosa anche nel 2014, “Mother’s Little Helper”.

 

Senza cadere nell’elencazione telefonica, preciso che mi domando “quid Brian Jones” di cui ricordo ancora la notizia in bianco e nero (ma bianche furono solo le farfalle di Hyde Park?) della sua morte al telegiornale (c’era solo quello serale) del 1969.

 

Sorrido alla “parentela” fra Richards e Johnny Depp.

 

Mi “ricordo sempre di Turner” (non il pittore) anche in omaggio a Nicolas Roeg.

 

Nota per i lettori maschi: le ragazze magari ti dicono che sognano Mick Jagger, ma in realtà sono perse per Keith Richards. Così naufragate per lui che nemmeno pronunciano Keif.
Non lo ho scoperto io, lo dicono le ragazze (poche, ma parlano per tutte), quindi hanno ragione loro e voi ragazzi dovreste trovare una di quelle che lo dicono: sono sincere e non vi mentiranno mai.

 

Precisazione: non li ho mai visti dal vivo, non andrò a Roma a fare carne da leoni: per dirla alla Oscar Wilde: molto “campo” e niente “camp”.
We can’t always get what we want ([3]), ma questo non obbliga ad accontentarsi.

 

 

                                                                                                                      Steg

 

 

 

© 2014 Steg E HTTP://STEG-SPEAKERSCORNER.BLOGSPOT.COM/, Milano, Italia.
Tutti i diritti riservati/All rights reserved. Nessuna parte – compreso il suo titolo – di questa opera e/o la medesima nella sua interezza può essere riprodotta e/od archiviata (anche su sistemi elettronici) per scopi privati e/o riprodotta e/od archiviata per il pubblico senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso, dell’espresso consenso scritto dell’autore/degli autori.

 




[1] Vent’anni prima, invero dieci. Altro che Dumas!
196X più 20: l’algebra della ribellione, ma più 20 appunto dieci anni solo dopo e non venti: chiaro? Diversamente andatevi a leggere i post “Tonito Memorial” e “Palach Memorial”.
[2] Eh già, perché esiste anche quella monofonica.
[3] Cfr. “You Can’t Always Get What You Want”.



POST SCRIPTUM
(GIOCANDO COL FUOCO)

 

A breve annotazione di parte dei commenti di Glezos.



Morrissey è un sostenitore delle New York Dolls.
Johnny Thunders fu la chitarra solista delle NYD.
Johnny Thunders aveva nel suo repertorio dal vivo “Play With Fire” dei Rolling Stones.

 

A definitivo scanso di coerenza: è noto quanto James Dean significhi per Morrissey. Eppure essi sono inconciliabili quanto alla corrida.

 

Per completezza: i ricordi di Morrissey riescono ad avere scarti di anni ([1]). Perciò non lo ritengo affidabile nemmeno in quanto a coerenza nei suoi gusti, appunto; pur apprezzandone io – come ho anche scritto – la scorrettezza oltre a parte della sua carriera artistica.

 

Temo, anche, che dopo 24 anni, con qualche aggiustamento nel testo la canzone di Morrissey “Get Off The Stage” potrebbe ben adattarsi a Morrissey.
D’altro canto, io non ho indicato canzoni dei Rolling Stones “recenti” e, questa è una strizzatina d’occhio: Keith Richards ha rifiutato il titolo di Sir, come probabilmente lo rifiuterebbe Morrissey (“The Queen Is Dead”).

 

Nel rispetto di tutte le opinioni.

 

 

                                                                                                                      Steg

 

 

 

© 2014 Steg E HTTP://STEG-SPEAKERSCORNER.BLOGSPOT.COM/, Milano, Italia.
Tutti i diritti riservati/All rights reserved. Nessuna parte – compreso il suo titolo – di questa opera e/o la medesima nella sua interezza può essere riprodotta e/od archiviata (anche su sistemi elettronici) per scopi privati e/o riprodotta e/od archiviata per il pubblico senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso, dell’espresso consenso scritto dell’autore/degli autori.

 

 



[1] i Ludus non hanno - perché non esistevano - pubblicato nulla nel decennio settanta. Quindi associare i loro primi due singoli all’esperienza di Morrissey con i Nosebleeds è da parte sua una svista notevole.

 

3 commenti:

  1. Orridi, sempre e comunque.

    Ai tempi del 'No Elvis Beatles or the Rolling Stones' non dimenticherai certo l'aneddoto raccontato da Rat Scabies, una cosa del tipo: "Sabato scorso passo per Portobello Road e trovo Mick Jones che appena mi vede mi saluta. Lo guardo, sta nascondendo un disco dietro la schiena. Gli dico: "Cos'hai lì, mi fai vedere?". Lui fa finta di niente, io gli scivolo dietro e gli sfilo il disco di mano. E' un bootleg dei Rolling Stones". Depone male sull'altro Mick (Jones, quello finto, ovvio).

    Per i revisionisti, rimando alle sante parole di Morrissey in 'Get Off The Stage'.

    RispondiElimina
  2. .......copio e incollo qui sotto. Il brano è il retro del 7' 'Piccadilly Palare', 1990.
    Il Moz merita un cavalierato solo per questo testo.


    Oh, you silly old man
    you silly old man
    you're making a fool of yourself
    so get off the stage

    You silly old man
    in your misguided trousers
    with your mascara and your Fender guitar
    and you think you can arouse us

    but the song that you just sang
    it sounds exactly like the last one
    and the next one I bet you it will sound
    like this one

    Downstage and offstage
    Don't you feel all run in?
    And do you wonder when they will take it away
    this is your final fling

    But then applause ran high
    but for the patience of the ones behind you
    as a verse drags on like a month drags on
    it's very short but it seems very long

    And the song that you just sang
    it sounds exactly like the last one
    and the next one I bet you it will sound
    like this one

    So get off the stage
    Oh get off the stage
    and when you get down off the stage
    please stay off the stage all day

    Get off the stage
    Oh get off the stage
    and when we've had our money back
    then I'd like your back in plaster

    Oh I know that you say
    how age has no meaning
    oh but here’s your audience now
    and they're screaming :


    "Get off the stage"
    Oh get off the stage
    Because I've given you enough of my time
    and money that wasn't even mine.

    Have you seen yourself recently ?

    Oh get off the stage
    get off the stage
    get off the stage
    get off the stage

    for whom the bell tolls.

    RispondiElimina
  3. "Johnny Thunders aveva nel suo repertorio dal vivo “Play With Fire” dei Rolling Stones".

    I Damned avevano in repertorio una versione serissima di 'White Rabbit' dei Jefferson(s?). Questo faceva di noi dei fans di Grace Slick?

    "E' noto quanto James Dean significhi per Morrissey. Eppure essi sono inconciliabili quanto alla corrida".

    In teoria, anche noi saremmo molto poco conciliabili con più di un nome che ci piace.

    "Per completezza: i ricordi di Morrissey riescono ad avere scarti di anni. Perciò non lo ritengo affidabile nemmeno in quanto a coerenza nei suoi gusti".

    Per precisione: non è in questione nè sotto processo il concetto di "coerenza" nei gusti, che peraltro nel mio commento ascrivo a Mick Jones -e non a Morrissey o ai Rolling Stones. Trovo più buffo avere scarti di qualche settimana: nel caso del Mick Jones il “No Elvis Beatles ecc. ecc.” era uscito da poco, nell’episodio Scabies-Portobello.

    "Temo, anche, che dopo 24 anni, con qualche aggiustamento nel testo la canzone di Morrissey “Get Off The Stage” potrebbe ben adattarsi a Morrissey".

    Temo ancora di più che senza aggiustamenti nel testo potrebbe ben adattarsi a molti personaggi che piacciono a me come a te, e a chiunque calchi un palco da più di 10 anni -figurarsi da 24.

    "D’altro canto, io non ho indicato canzoni dei Rolling Stones “recenti” e, questa è una strizzatina d’occhio"

    Come dice quel tale in quel film: "Ma ne possono esse passati anca dumila, de anni", e nelle intenzioni di quel tale è una strizzatina di qualcos'altro.

    "Keith Richards ha rifiutato il titolo di Sir, come probabilmente lo rifiuterebbe Morrissey (“The Queen Is Dead”)".

    Vivienne Westwood non l'ha fatto. Cosa scriviamo sulla maglietta?

    "Nel rispetto di tutte le opinioni".

    Naturalmente. Pace & Amore, come diceva quell'altro.

    RispondiElimina