"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



venerdì 28 giugno 2013

NON CREDO SIA UN PROBLEMA GENERAZIONALE, BENSÌ UN PROBLEMA INTELLETTUALE


NON CREDO SIA UN PROBLEMA GENERAZIONALE,
BENSÌ UN PROBLEMA INTELLETTUALE

 

“Generazionale” è un aggettivo obsoleto. Roba da Pier Vittorio Tondelli: essendo vecchio addirittura il nome proprio doppio, figuriamoci!
L’Italia è gestita da non più giovani: anche taluni degli “under 25” di Tondelli, appunto; ad esempio Enrico Brizzi e Silvia Ballestra ([1]).  È un dato anagrafico, quindi di mero fatto.
 

Ciò significa che io scrivo per dei quasi vecchi. In quanto una persona di quindici anni intelligente non sa di essere intelligente; una persona di venti anni intelligente non so cosa legge. Entrambe non leggono questo blog.
Ma non scrivo per dei, Entschuldigung: ich spräche Deutsch,  rimbecilliti.
Il fatto che il mio blog non si chiami Cassandra oppure Grillo Parlante, non fa differenza.
 
E allora?
Allora desidero chiarire che certe volte non scrivo di argomenti pseudo-attuali in quanto essi attuali non sono. Attenzione: non ho scritto inattuali.

 

Ho la pretesa che il mio blog sia popolato di “corsivi”, giornalisticamente scrivendo.
Invece rilevo come la tendenza mediatica (per tutti i media) sia quella degli pseudo-corsivisti, cioè dei corsivisti del nulla, peggio dei carmelobeniani “gazzettieri del nulla” che di loro sono matrice.
Non sufficienti i giornalisti, arrivano di rinforzo esponenti di categorie professionali inesistenti quanto ai loro risultati (ripeto: risultati ([2])): i sociologi, le ex-veline di seconda categoria ([3]), i giornalisti (soprattutto se parenti di pregressi giornalisti, vivi o morti) del pettegolezzo e basta, altri “-ologi” vari, ...
 

Aiuto io imploro nel sentire (lo ammetto: mi limito alla televisione) evocare come “ribelli meritevoli” dei tardo-defunti e degli ancora-viventi comunque ben disinfettati intellettualmente.
Mai uno/a che mi citi Quentin Crisp o Truman Capote o Kenneth Anger.
Più vecchi dei vecchi questi commentatori da gettone di presenza. Roba che Fabri Fibra è nella categoria dei geni (ripeto geni, plurale di genio non di gene) seienni inalanti colla: un ossimoro, tanto per citarne di sponda (Wild Boys, ovviamente) un altro negletto dal Premio Nobel per la letteratura: William Burroughs.
Prima o poi ci “diranno” (come se dire fosse spiegare) che Renato Vallanzasca è meglio di Fabrizio Corona: ma non motivando (appunto) la loro opinione ([4]), la quale è prettamente generazionale: il primo è più vicino a loro nel tempo e dunque apparentemente più spiegabile.

 

Vorrei le ali di un corvo berlinese, e forse anche la sua flemma, per volare alto e non essere sfiorato da questi vecchi attrezzati con ricordi vecchi e con ribellioni vecchie, tutto vecchio perché non più intellettualmente destabilizzante secondo il pensare corrente.

 

E questo è uno sfogo.

 

 

                                                                                                                      Steg

 

 

 

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[1] Siccome ho il coraggio delle mie azioni: portai al Tunnel, locale notturno milanese, qualche suo libro per farmelo autografare, e lei dichiarò che io ero il lettore ideale. Il lettore ha comprato i libri, quindi ben può esprimere la propria opinione.
Cito questi due nomi perché fra i più noti di quelli di cui sono sicuro che abbiano partecipato al progetto Tondelli ano originario: tre furono i volumi editi da Transeuropa.
[2] Ricordo, a me stesso, che esistono per legge professioni che non garantiscono risultati, ci sono solo “obblighi di mezzi”. Basta precisarlo al pubblico/cliente/paziente pagante.
[3] Quelle di prima categoria furono, fra le altre: Laura Freddi e Miriana Trevisan ...
[4] La mia, su entrambi, è contraddittoria e quindi troppo lunga da spiegare in poche righe. Diciamo che non avrei problemi ad essere a un tavolo di ristorante a mangiare e discutere né con l’uno né con l’altro.

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