GIAN BURRASCA
(la
perfezione lasciatela così)
Non occorre
essere adulti per capire.
Il giornalino di Gian Burrasca è
perfetto senza aggiunte e/o modifiche grafiche.
Mentre i saggi
critici non servono ai suoi lettori sempre nuovi e freschi e non adulti, gli
altri non lo stanno leggendo più.
La forza dell’originale,
pubblicato da Bemporad, si impone anche se il pubblico dominio ([1])
consente la edizione di quest’opera da parte di chiunque, ma ... Esistono anche
le norme generali del diritto civile, peraltro speciali ([2]), in
tema di concorrenza sleale che renderebbero (rendono) confusoria ed imitativa
un’edizione altrui con le illustrazioni dello stesso Vamba almeno in alcuni
casi ([3]).
No, esiste solo
un’edizione, cioè due, degna di lettura, anzi di obbligatoria lettura, ed è
quella delle innumerevoli ristampe conformi alle versioni su cui sono cresciute
orde ed orde di giovani “teppe” vandaliche, ma non criminali, che hanno riso
sull’espressione “fossi minchiona”.
Perché due
edizioni? Facile: quella di quasi tutti è la versione con la copertina verde,
cartonata o no poco importa.
Poi c’è (c’era?)
un più grande formato, con tanto di sovraccoperta diversa da quella standard,
la quale per il suo lusso ricorda i soldatini “tedeschi” del tempo di guerra
che solamente i bambini ricchi potevano maneggiare. Trovai a prezzo non esoso
una copia di quella edizione poco evidente, quasi nascosta, molti anni fa su
una bancarella: non si trattava di placare insoddisfatti appetiti infantili, ma
di necessità di capire come le mani di un settenne (mi pare fu l’età della mia
copia verde comprata in Galleria, che sta lì, piuttosto vissuta ma non a pezzi)
potessero affrontarla e godersela.
Giannino
Stoppani è un titano, batte sebbene ai punti sia Sandokan sia il Corsaro Nero
(e non lo dico a cuor leggero, bensì con pesantezza cardiaca). La colossale triade
dei mai adulti, insuperabile, è quella di cui egli fa parte con Peter Pan e
Pinocchio ([4]): chi vuole crescere?
Impronta nera della
mano sinistra e lo slogan laico “Moio per
la libertà”: un jolly roger
filosofico non suscettibile di essere preso alla leggera.
Steg
©
2013 Steg, Milano, Italia.
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sistemi elettronici) per scopi privati e/o riprodotta e/od archiviata per il
pubblico senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso, dell’espresso
consenso scritto dell’autore.
[1] Articolo
25 legge n. 633 del 22 aprile 1941.
[2] Mi
scuso, ma non posso diventare impreciso per semplificare.
[3] Da
giurista, ho dei problemi a sostenere quando non sarebbe illecita tale edizione
se essa fosse pedissequa.
Ovviamente mi astengo dal
discutere i diritti morali degli eredi dell’autore.
[4] Ma
allora c’era una Italia! Quando è finita? Forse quando è morto Filippo Tommaso
Marinetti, pre-punk per decenni isolato in base a stolidi pregiudizi da “contro ordine compagno” che hanno
appestato i cervelli ben oltre l’epoca della punkitudine mondiale?
Al penultimo mio futuro post ancora soffrirò per il tentativo di
“darmi la linea” esistenziale e vi tedierò a tal proposito.
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