"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



sabato 16 giugno 2012

L’UOMO RAGNO, GLI 883 E L’ENNESIMA RIVINCITA DEI CRITICI STAGIONATI

L’UOMO RAGNO, GLI 883
E L’ENNESIMA RIVINCITA DEI CRITICI STAGIONATI



Che fossi costretto, non indotto, a scrivere un post a motivo di una recensione della versione del ventennale dell’album di esordio degli 883 non me lo sarei immaginato.



Ma dopo aver letto con sommo fastidio la spocchiosa recensione di Luca Bottura (che nella foto sembra il fratello minore di Fabio Fazio) a proposito della versione del ventennale di Hanno ucciso l’Uomo Ragno degli 883 a pagina 128 di Sette (rectius cfr. Corriere della Sera ([1])) del 15 giugno 2012 e avere anche letto ciò che scrive Mario Luzzatto Fegiz a proposito dell’ultimo libro di Luciano Ligabue nella pagina successiva, beh mi sono sentito in dovere di farlo.


Dunque: Bottura non fa ridere.
Bottura non recensisce il fonogramma, ma egli non è né Lester Bangs, né Nick Kent, né Peter Guralnick, né Yves Adrien, quindi egli non può permetterselo (a parte il fatto che Bangs avrebbe scritto almeno sei cartelle).
Tutte quelle sue righe si risolvono nel furbo risultato di – comunque – occupare dello spazio e promuovere Max Pezzali. Mah!



Davvero il critico musicale in questione non conosce alcuno degli artisti partecipanti al progetto di Max Pezzali ([2])?
Perché Bottura non cita J-Ax che con Max Pezzali interpreta l’unico inedito, non male debbo dire, della versione duemiladodici di Hanno ucciso l’Uomo Ragno?
Perché Bottura fa una poco felice ironia sul “trovarsi un lavoro” rivolta ai giovani rapper italiani?



Se io ascolto alla radio (e guardo anche qualche video) quel che lui (Bottura) non ascolta e coltivo anche i miei gusti musicali può farlo anche lui.
Mica sono il Bret Easton Ellis degli esordi, io (ovvero MTV a volume zero e altra musica in ascolto). Non sono nemmeno giornalista ([3]).



Il finale della pseudo recensione è un siparietto di repertorio che risulta ancor più sgradevole in quanto Bottura insiste nel dichiarare di non conoscere – per banale proprietà transitiva – neanche la canzone inedita contenuta nell’album di Pezzali & Ospiti.



Bottura probabilmente non conosce nemmeno (volente o nolente, importa a questo punto?) Spiderman, di cui si celebra nel 2012 il giubileo d’oro.
Altrimenti egli si sarebbe posto l’interrogativo della scelta di quel personaggio, vent’anni fa, per far partire l’avventura di Max Pezzali e Mauro Repetto.
Ebbene la creatura di Stan Lee e Steve Ditko nel 1970 portò in Italia quei “supereroi con superproblemi” dell’editore Marvel che erano l’alternativa agli allora divenuti troppo banali personaggi della D.C. Comics.
Evidentemente anche gli 883 erano stati fra i lettori dell’Uomo Ragno pubblicato dall’Editoriale Corno ([4]). Del resto Pezzali non si è mai atteggiato a Clark Kent della mascella squadrata o a Bruce Wayne tenebroso filantropo.


Suggerisco quindi a Bottura di farsi più muscoli, se spera di durare quanto MLF ([5]) come giornalista di musica: rammento la sfida dei G’n’R: “Get in the ring”! Anche qualche artista italiano potrebbe offendersi per certe recensioni.
Magari evitando, anche, il solito “santino” a Patti Smith che non dice niente (il santino) in taglio basso.



Magari la prossima volta questo recensore potrà intrattenerci sui tubi di scappamento di un modello Harley Davidson ([6]) prima di “non scrivere” di musica.



E se Bottura avesse “fatto finta” e fosse amico fraterno di Pezzali?
Ne dubito, ma se fosse così me lo faccia sapere, se crede.





                                                                                                                      Steg







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[1] Che nel suo magazine domenicale (La lettura) del 10 giugno 2012 aveva pubblicato a pagina 4 una bella recensione di Alberto Piccinini che fra l’altro segnalava, sebbene un poco cripticamente, una compilation tributo agli 883 fra l’altro scaricabile gratuitamente, pare.
Vi fornisco la stringa rispetto alla compilation: http://www.rockit.it/recensione/19203/con-due-deca-la-prima-compilation-di-cover-degli-883.
[2] Ma se i Club Dogo imperversano su carta stampata e, addirittura, la vincitrice di un’eliminatoria per la scelta delle nuove Veline ha partecipato a un loro video?
[3] Io, scellerato, non ho sfruttato il cognome di mio padre per intraprendere la sua stessa professione.
Mi fermo qui, è meglio.
[4] Non lavoro nel settore dei fumetti. Ma li conosco abbastanza bene.
[5] Il quale, come già Aldo Grasso, sembra aver recuperata una vis polemica che da anni gli mancava.
[6] Sebbene io preferisca sempre la Electra Glide versione 1965-1969 (senza carenatura cioè): quella “della polizia americana” con la sella grande, così come grandi sono le selle americane rispetto a quelle all’inglese nell’ippica.

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