"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



sabato 16 giugno 2012

ALLA FINE DEL 2002 IL PIÙ GRANDE LIVE DI DAVID BOWIE?

ALLA FINE DEL 2002 IL PIÙ GRANDE LIVE DI DAVID BOWIE?

 

Il più grande album dal vivo di David Bowie non è commercialmente disponibile.
Non si tratta di grandezza tecnica: se non c’è Mick Ronson nemmeno sto a ragionarci, anche se la formazione era la migliore disponibile.
Si tratta di onestà intellettuale dell’Artista, e non è poco.

 

Il 18 settembre 2002 ([1]), poco prima di un monumentale (scaletta da 33 canzoni!) concerto al Hammersmith Odeon di Londra ([2]), che, anch’esso, sarebbe degno di pubblicazione ufficiale ([3]) Bowie si esibisce per pochi alla BBC (studi di Maida Vale), per il secondo canale radio, presentato da un faziosamente sincero Jonathan Ross.

Un’ora, dieci esecuzioni. È il David Bowie Live and Exclusive.

 

Ebbene quanto dichiara prima di ogni canzone l’ormai (è indiscusso e comunque indiscutibile) inavvicinabile artisticamente David Robert Jones è di per sè inestimabile in quanto è assolutamente scevro di paraventi intellettuali e verbali.

Soprattutto, egli cammina in equilibrio sull’orlo dell’abisso della sincerità eseguendo per la prima volta in pubblico (su due volte totali?) “The Bewlay Brothers”.

Probabilmente egli sarebbe caduto per l’eternità senza toccare il fondo della fossa della propria psiche se avesse interpretato anche “All The Madmen”, ma non era una sessione sul lettino di Sigmund Freud ([4]), bensì un’apparizione per promuovere l’album di studio Heathen, ancora il penultimo quando scrivo queste righe.

 

Mi è noto che quelle due canzoni sono anche un mio chiodo fisso, con “Time” ([5]).

Tre gioielli senza tempo analizzati molto bene da valenti esegeti, per cui nemmeno riassumo per sommi capi.

 

A voi, come sempre, optare per la ricerca e, poi, semmai decidere sul valore di queste righe.

 

 

                                                                                                                      Steg

 

 

 

POST SCRIPTUM (29 dicembre 2023)

 

Quel che anche non fosse migliorabile, deve essere talvolta aggiornato.

In termini di mie emozioni non devo aggiungere nulla.

Quanto a eventi, non voglio fare la conta dei morti, mentre per le discografie le fonti affidabili dovrebbero essere note a tutti.

In questa sede, quindi, posso solo aggiungere che “The Bewlay Brothers” risulta essere stata eseguita dal vivo cinque volte (i database qualche volta servono) fra il 2002 e il 2004 e le ultime tre tutte negli USA ([6]). Nel frattempo, anche una registrazione della terza esecuzione è nel mio archivio fisico ([7]), mi mancano le ultime due.

 

 

 

 

 

© 2012 e 2023 Steg, Milano, Italia.

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[1] Ma trasmesso il giorno 5 del mese successivo.

[2] Il fatto che fosse stato ribattezzato Carling Apollo Hammersmith è marginale.

[3] Anche perché la saturazione sonora delle copie audio in circolazione svilisce la prova.

[4] Forse a Vienna rischieremmo di incontrarci, ognuno per un drink, in locale di una brevissima traversa nel centro cittadino? Mi piace immaginarlo.

[5] Con l’età non solo non si hanno più degli assoluti unici, ma si apprezzano opere che in gioventù parevano blande siccome tenui musicalmente.

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