"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



mercoledì 25 gennaio 2012

DINO BUZZATI: riflessioni su troppe celebrazioni e commemorazioni


Dedica a una copia della prima edizione de Le notti difficili,
ultimo libro pubblicato vivente Dino Buzzati





DINO BUZZATI: riflessioni su troppe celebrazioni e commemorazioni


 


Dino Buzzati, morto il 28 gennaio 1972, quindi fra tre giorni saranno quarant’anni, è commemorato con la riproposizione di un volume che ha una buffa caratteristica: una delicatissima sovraccoperta che rende l’edizione più nota, la seconda, un poco sfortunata per i bibliofili. Certo il contenuto conta, ma anche l’apparenza …
Parlo de I miracoli di Val Morel (Milano,Garzanti, 1971), già uscito l’anno precedente come Miracoli inediti di una santa (Milano, Edizioni del Naviglio) in una versione più ridotta (sorta di catalogo di mostra).

 

Di questo autore, che apprezzo molto, recentemente (2006) si celebrò il centenario della nascita.
Un altro scrittore che rischia di soccombere sotto celebrazioni e commemorazioni (spesso dimenticate in breve tempo) è Emilio Salgari: lo scorso anno era il centenario della morte, quest’anno il cento cinquantenario della nascita.

 

La mia proposta, modesta, è quella di tenere i libri in catalogo più di quanto si faccia oggi.
Una volta nel decalogo dei librai c’era la regola di avere sempre due copie per ogni libro importante. Oggi sembra che i venditori di molti simil-libri e sempre meno libri si facciano un punto d’orgoglio nell’assecondare la scelta dettata dalle logiche (?) commerciali degli editori di mettere fuori catalogo al più presto ([1]).
Difficile, senza poterlo leggere, apprezzare uno scrittore ([2]).

 

 

POST SCRIPTUM DICEMBRE 2013

Quando un pomeriggio del 1963, inclinante alla sera, Dino Buzzati presentò alla libreria internazionale Einaudi in galleria Manzoni a Milano il suo nuovo romanzo Un amore pubblicato da Mondadori, una signora azzardò una domanda che poteva suonare come una protesta per un tradimento subìto: «Come ha potuto lei che ha scritto un romanzo come Il deserto dei Tartari scriverne uno come Un amore?» La signora appariva, più che emozionata per la propria audacia, addolorata per la sorte dello scrittore evidentemente amato. Ma Dino Buzzati non batté ciglio, raccolse candidamente la sfida dichiarando: «Perché io sono un verme»” ([3]).

Ovviamente, siamo alle provocazioni: di Buzzati, Del Buono e, da ultimo, mie.

 

 

                                                                                                                      Steg

 

 

 

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[1] Capirò mai perché anche certi editori piccoli eliminino dal catalogo un titolo per poi riproporlo poco dopo quasi soltanto “ricopertinando” il medesimo?
Davvero certi libri poco commerciali lo diventano di più in ragione di una nuova veste grafica?
[2] Ovviamente, questo ragionamento vale anche per musica (fonogrammi) e film/telefilm (videogrammi).
[3] In Amici, amici degli amici, maestri ..., Milano, Baldini & Castoldi, 1994, p. 135.


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