"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



venerdì 28 novembre 2025

VOGLIONO SEMPRE UCCIDERE PETER PAN (Riorganizzando idee non nuove ad uso dei lettori del blog)

 

 VOGLIONO SEMPRE UCCIDERE PETER PAN

(Riorganizzando idee non nuove ad uso dei lettori del blog)

 

Non trovo titolo migliore. Me ne scuso senza pretesa che le scuse siano accettate.

 

È evidente che il sistema ([1]) sia il peggior moloch genitoriale, quello che vuole chiudere le finestre per evitare che i giovani della famiglia Darling possano seguire Peter Pan nella Isola che non c’è e vivere per alcune unità di tempo, incalcolabili secondo la norma, con i Lost Boys ([2]).

 

Gente piccola quella che chiude le finestre, gente che segue manuali di istruzioni scritti da burocrati altrettanto piccoli.

Come i preti che spiegano la vita di genitore.

 

Certo, sarebbe pericoloso lasciare i ragazzi seguire liberamente quel teppista esistenziale di Peter Pan, che combatte contro Capitan Uncino (ma non si sa mai, forse è una recita).

 

Quella gente piccola ha famiglie piccole, una vita senza eroismo.

Gente così piccola che teme che Wendy Darling possa abbandonare lo status quo e decidere di non crescere e - incredibile - creare una famiglia con Peter Pan.

In fondo le grandi donne sanno ricucire l’ombra dei propri grandi uomini (fidatevi).

 

Io, che ho una visione tragica - che qualcuno mi riconosce senza preoccuparsi troppo ([3]), spesso ricordo con affetto Peter Llewelyn Davies il quale si suicidò buttandosi sotto un treno della metropolitana londinese ([4]).

Che altro poteva fare? Che altro possiamo fare noi ragazzi dimenticati se portati all’estremo? Nulla, e mi ripeto: “To die will be an awfully big adventure.([5]).

 

 

                                                                                                                      Steg

 

 

 

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[1] Vaga ispirazione di queste righe è, ancora, la “famiglia del bosco”.

[2] Qualcuno forse ricorda la mia traduzione di “lost” per i boys: non “perduti”, bensì “dimenticati” come ombrelli in treno, dimenticati dagli adulti che non considerano le loro personalità; ragazzi che quindi sono disposti a sacrificare, cioè dimenticare, se non vogliono, i ragazzi che non intendono omologarsi, almeno fino a quando saranno ragazzi.

[3] Al massimo, lo dico e scrivo io, muoio per scelta, non per causa esterna.

[5] Rinvio a questo post, alla sua illustrazione e alla spiegazione di cui alla sua nota 2: https://steg-speakerscorner.blogspot.com/2013/03/qualita-e-quantita-della-vita-continua.html

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