DISCHI E VINILE
(reprise)
“Le fiere del
disco sono piene di gente onesta” ([1]).
I fonogrammi in
formato vinile sono diventati, evidentemente, uno status symbol: ad
esempio una pubblicità di un celebre produttore di mobili a basso costo
ipotizza un dilemma fra scaffalature: biblioteca o discoteca, ma contrapponendo
i libri ai dischi in vinile (come se una fonoteca, appunto, con qualche
migliaio di CD sia da trascurare.
Poi ci sono
persone che dicono “i vinili”: espressione che non qualifica il fonogramma ma
il materiale (e fra l’altro omette i materiali delle “copertine”).
Ho anche sentito
dire “le copertine dei vinili”: in sé espressione che non si qualifica come
sinonimo di fonogramma in formato materiale vinile con confezione in materiale
usualmente cartaceo.
Chi sono
normalmente questi vinilisti?
Persone non
giovani, che considerano una ristampa in grammatura pesante ([2])
meglio della tiratura originale … il che già li rende poco credibili: chiedete
a un bibliofilo, nel caso, cosa preferisca ([3]).
E non mi
avventuro in riedizioni più o meno fedeli alla prima: solo con David Bowie i
mal di testa sarebbero notevoli, fidatevi.
Ma chiudo col
mio chiodo del periodo: i tre singoli, formato sette pollici, de The Molotovs ([4]) sono
in vinile colorato e già esauriti.
Chiedete ai
vinilisti quanti sette pollici hanno in collezione. Già.
Anzi, no, voglio
essere più severo con loro: cosa ne pensano del cambio delle “picture label” da
una edizione all’altra?
Steg
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[2] https://steg-speakerscorner.blogspot.com/2020/02/sono-190-grammi-lascio-proposito-di.html
[3] Salve rare eccezioni: ad esempio la tiratura successiva alla prima di Poema a fumetti di Dino Buzzati è cartonata e più rara, ma meno bella.
Evito l’argomento traduzioni, scientemente.
[4] Grafia al momento più corretta the MoloToVs.
E' purtroppo causa (e tu capisci bene questo vocabolo, come il sottoscritto) perduta: noi li chiameremo sempre dischi ma - chi e' venuto dopo - "vinili". Pazienza, cosi' e' se ci pare. Ci piace? No, ma inutile crucciarsi.
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