(pur non avendo io i bauli parigini di Ernest Hemingway)
NYC NON MI LASCIA
(Steg
about Steg Series – 11)
La premessa è preferibile come postilla (o
postfazione).
Sarà così.
Del mio legame con New York City i miei, pochissimi
(non sono collodiano), lettori ben hanno traccia in altra sede.
Ogni tanto, mi tornano in mente quei locali che il “santo”
(The) Village Voice (a pagamento: un dollaro) mi suggerì nell’autunno
1986, quando studiavo nel corso LL.M. alla Columbia University.
Inciso: da Phoebe (i caulfieldiani si fanno protettivi
e nulla aggiungo), aperto 24/24, riuscii a pranzare con la “mia roccia” () circa
tre o quattro lustri dopo: il lunch fu soddisfacente, mentre il WC
divelto è ancora piccolo argomento di conversazione in famiglia.
C’era () questo
locale sulla Second Avenue dove andai sempre a pranzo da solo (), molto tardi
dopo le lezioni.
Mi pare ci fosse un jukebox, ma potrei anche
mitizzare.
Non era lontano da GEM SPA () e
nemmeno da quel negozio nel basement, una traversa (d’altronde sulla Second
Avenue incrocia St. Mark’s Place. Cui devo molto, nel caso studiate), dove
comprai la prima edizione del libro di Nina Antonia dedicato a Johnny Thunders,
e la prima edizione di quel libro (dove è?) in cui Hell e Verlaine si fecero
uno, e ancora pagine del solo Hell in quella collana lillipuziana.
Quel locale sulla Second Avenue io lo rimpiango
sempre.
E mai mi toglierò dalla testa che - Mapplethorpe a
parte - io sono più newyorkese di Patti Smith.
La postilla.
Io e Hemingway continuiamo a diffidare reciprocamente.
Per partito preso tendo a stare con l’altro: Francis Scott
Fitzgerald, che praticamente mai ho letto.
Continua?
Steg
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Ah, "Wanna Go Out?" di Theresa Stern! Raro vederlo citato oggidi' e, rarissimo, in Italia. A parte la prima edizione USA (che, anche io, possiedo) esso apparve in Francia, tradotto in francese, nel 1999. Potrebbe, mr. Hell, ristamparlo oggi.
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