"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



domenica 16 novembre 2025

(pur non avendo io i bauli parigini di Ernest Hemingway) NYC NON MI LASCIA (Steg about Steg Series – 11)

 

(pur non avendo io i bauli parigini di Ernest Hemingway)

NYC NON MI LASCIA

(Steg about Steg Series – 11)

 

 

La premessa è preferibile come postilla (o postfazione).

Sarà così.

 

Del mio legame con New York City i miei, pochissimi (non sono collodiano), lettori ben hanno traccia in altra sede.

 

Ogni tanto, mi tornano in mente quei locali che il “santo” (The) Village Voice (a pagamento: un dollaro) mi suggerì nell’autunno 1986, quando studiavo nel corso LL.M. alla Columbia University.
Inciso: da Phoebe (i caulfieldiani si fanno protettivi e nulla aggiungo), aperto 24/24, riuscii a pranzare con la “mia roccia” ([1]) circa tre o quattro lustri dopo: il lunch fu soddisfacente, mentre il WC divelto è ancora piccolo argomento di conversazione in famiglia.

 

C’era ([2]) questo locale sulla Second Avenue dove andai sempre a pranzo da solo ([3]), molto tardi dopo le lezioni.

Mi pare ci fosse un jukebox, ma potrei anche mitizzare.
Non era lontano da GEM SPA ([4]) e nemmeno da quel negozio nel basement, una traversa (d’altronde sulla Second Avenue incrocia St. Mark’s Place. Cui devo molto, nel caso studiate), dove comprai la prima edizione del libro di Nina Antonia dedicato a Johnny Thunders, e la prima edizione di quel libro (dove è?) in cui Hell e Verlaine si fecero uno, e ancora pagine del solo Hell in quella collana lillipuziana.
Quel locale sulla Second Avenue io lo rimpiango sempre.
E mai mi toglierò dalla testa che - Mapplethorpe a parte - io sono più newyorkese di Patti Smith.

 

La postilla.
Io e Hemingway continuiamo a diffidare reciprocamente.
Per partito preso tendo a stare con l’altro: Francis Scott Fitzgerald, che praticamente mai ho letto.
Continua?

 

 

                                                                                                                      Steg

 

 

 

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[1] Auspico la Regina Elisabetta Seconda e il Principe consorte Filippo non mi censurino, post mortem.
[2] https://steg-speakerscorner.blogspot.com/2013/05/iluoghi-simbolo-spariscono-e-unproblema.html
[3] Forse “soulmates never die”, ma il passato si fa pesante. E avevo ragione io quella sera che fummo, novizi entrambi di quel locale, allo Empire Diner: dove tu picchiasti con stizza il pugno sul tavolo quando ti dissi che mi avresti dimenticato, vero V.?
[4]
https://steg-speakerscorner.blogspot.com/2013/02/soltanto-genzale-just-like-johnny_14.html

1 commento:

  1. Ah, "Wanna Go Out?" di Theresa Stern! Raro vederlo citato oggidi' e, rarissimo, in Italia. A parte la prima edizione USA (che, anche io, possiedo) esso apparve in Francia, tradotto in francese, nel 1999. Potrebbe, mr. Hell, ristamparlo oggi.

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