CHER:
LA DISINFORMAZIONE DEL PETTEGOLEZZO
(Sketches
series – 23)
Posso chiedermi
quanto a ogni mio post: la sua
rilevanza, il livello di interesse.
Posso anche
dirmi, semplicemente, che mi serve per organizzare le mie idee, in fondo non c’è
obbligo di leggere quanto scrivo.
Innanzitutto,
Cher fa parte delle persone da me “ripensate”.
I media la tratteggiavano come un incrocio
fra una zombie canora e un prototipo
di milf/cougar ([1]),
senza possibilità di agevole smentita.Perché, occorre ogni tanto rammentarlo, in diversi casi solo la longevità ha permesso di riportare a verità le figure artistiche e private di talune persone.
In questo caso
più che in altri potrei usare un profilo tratto dalla WWW per ridurlo a nudo e
poi prepararlo, come con quegli hot rod
o quei chopper rispettivamente cari
alle due decadi su cui ancora tutti fantasticano cercando un perduto che non
torna.
Non lo faccio
per stile e onesta intellettuale.Il quasi sottotitolo giustifica questa lunga premessa a quello che è un “bozzetto di sketch”.
Cher, alla
nascita nel 1946 Cherilyn Sarkisian di origini armene (padre) e irlandesi,
inglesi, tedesche e cherokeesi (madre), innanzitutto “nel 1962 conosce Sonny ([2]) Bono
([3]) e fa”
la corista per Phil Spector.
Già questo
sposta qualche nube.
Poi, e non dal
nulla come si è appena visto, comincia la carriera di cantante e, come sanno le
bis-nonne italiane che non ascoltavano il melodico, ma semmai alla radio l’oltreoceano
passato dai DJ Renzo Arbore e Gianni Boncompagni, Cherilyn assurse a successo
in duo con il, ormai marito, Sonny: Sonny and Cher, dunque.
Passando oltre
di un tre lustri, qualche lettore (se ce ne sarà) ricorderà Ivan Cattaneo che
canta “Bang Bang”, un successo originale indimenticato della bella (ancora oggi)
([4]) sangue
misto.
La notorietà
porta anche a uno show televisivo, non di breve durata se si pensa che nel 1975
Cher ospitò il plastic soul di David
Bowie ([5]).
Nel 1979 termina
il secondo matrimonio (del 1975), con Greg Allman (quello della Band con il
fratello Duane, morto prematuramente nel 1971 ([6])).
Proseguendo per
pennellate all’acquerello, nella decade successiva la sempre affascinante ex
Signora Bono, recita in un drammatico gioiello diretto da Robert Altman:
commedia teatrale era in origine e in una sola stanza è girata la sua versione
cinematografica: Come Back To The 5 &
Dime Jimmy Dean, Jimmy Dean.
Inciso: Altman
per gli attenti è stato nel 1957 il vero e proprio autore di quello struggente
omaggio in bianco e nero alla Cometa di Fairmount che è The James Dean Story.
Il cinema le
regala, finalmente, soddisfazioni. Le maggiori sono i premi ricevuti per i suoi
ruoli in Mask (Cannes 1985) e in Moonstruck (Academy Award nel 1988).
Cher non riposa
sugli allori, e quindi si esibisce dal vivo (e si sa cosa può rendere Las Vegas
([7]), dove
nel corso dei lustri ha tenuto diverse residency).
Affari suoi, e
probabilmente del giornalismo di solo pettegolezzo (italiano e non), se lei per
un certo tempo si esibì mostrando glutei marmorei e ragazzi-giocattolo (come
suoi boyfriend, appunto) invece di
ritirarsi al tempo dai palchi e godersi un viale del tramonto lastricato d’oro.
Andiamo per
salti: “Walking In Memphis” è una canzone americana nel miglior senso del
termine, e fa rima con Elvis, correttamente. Si tratta di una cover (1995) dell’opera musicale del
cantautore Marc Cohn che Cher ha potuto declinare al femminile nel testo, ma
optando per un doppio personaggio nel videoclip in bianco e nero (che strizza
forse l’occhio a Jim Jarmusch).
Dovreste dunque
poter decidere da soli quanto vale Cher, senza essere vittime della
disinformazione da parrucchiere che ancora resiste.
E magari fare un
paio di ragionamenti anche rispetto a suo figlio, che nacque figlia, Chaz Bono.
Steg
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pubblico senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso, dell’espresso
consenso scritto dell’autore/degli autori.
[1] Così ante litteram che le due espressioni non
esistevano ancora.
[2]
Salvatore Philip Bono, classe 1935.
[3]
“Needles and Pins” non è un originale dei Ramones, bensì una canzone scritta da
Bono e Jack Nitzsche (vero cognome), quest’ultimo braccio
destro di Spector e produttore artistico in ambito musicale di grande vaglia.
[4] Non
andrò nel pozzo dei serpenti della chirurgia plastica a sparlare.
[5] Al The Cher Show del 23
novembre 1975: duettarono “Young Americans” (con molti altri frammenti
al suo interno) e “Can You Hear Me”.
[6] Fuor d’argomento: cercate
il loro doppio (mi astengo dal cofanetto di 6 CD del 2104) album dal vivo At Fillmore East.
[7] Ma se
non lo sapete considerate che il patrimonio della Signora si calcola in
centinaia di milioni di Dollari USA.
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