"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



giovedì 15 ottobre 2015

CHER: LA DISINFORMAZIONE DEL PETTEGOLEZZO (Sketches series – 23)


CHER: LA DISINFORMAZIONE DEL PETTEGOLEZZO
(Sketches series – 23)

 

Posso chiedermi quanto a ogni mio post: la sua rilevanza, il livello di interesse.
Posso anche dirmi, semplicemente, che mi serve per organizzare le mie idee, in fondo non c’è obbligo di leggere quanto scrivo.

 

Innanzitutto, Cher fa parte delle persone da me “ripensate”.
I media la tratteggiavano come un incrocio fra una zombie canora e un prototipo di milf/cougar ([1]), senza possibilità di agevole smentita.
Perché, occorre ogni tanto rammentarlo, in diversi casi solo la longevità ha permesso di riportare a verità le figure artistiche e private di talune persone.

 

In questo caso più che in altri potrei usare un profilo tratto dalla WWW per ridurlo a nudo e poi prepararlo, come con quegli hot rod o quei chopper rispettivamente cari alle due decadi su cui ancora tutti fantasticano cercando un perduto che non torna.
Non lo faccio per stile e onesta intellettuale.
Il quasi sottotitolo giustifica questa lunga premessa a quello che è un “bozzetto di sketch”.

 

Cher, alla nascita nel 1946 Cherilyn Sarkisian di origini armene (padre) e irlandesi, inglesi, tedesche e cherokeesi (madre), innanzitutto “nel 1962 conosce Sonny ([2]) Bono ([3]) e fa” la corista per Phil Spector.
Già questo sposta qualche nube.

 

Poi, e non dal nulla come si è appena visto, comincia la carriera di cantante e, come sanno le bis-nonne italiane che non ascoltavano il melodico, ma semmai alla radio l’oltreoceano passato dai DJ Renzo Arbore e Gianni Boncompagni, Cherilyn assurse a successo in duo con il, ormai marito, Sonny: Sonny and Cher, dunque.
Passando oltre di un tre lustri, qualche lettore (se ce ne sarà) ricorderà Ivan Cattaneo che canta “Bang Bang”, un successo originale indimenticato della bella (ancora oggi) ([4]) sangue misto.

 

La notorietà porta anche a uno show televisivo, non di breve durata se si pensa che nel 1975 Cher ospitò il plastic soul di David Bowie ([5]).

 

Nel 1979 termina il secondo matrimonio (del 1975), con Greg Allman (quello della Band con il fratello Duane, morto prematuramente nel 1971 ([6])).

 

Proseguendo per pennellate all’acquerello, nella decade successiva la sempre affascinante ex Signora Bono, recita in un drammatico gioiello diretto da Robert Altman: commedia teatrale era in origine e in una sola stanza è girata la sua versione cinematografica: Come Back To The 5 & Dime Jimmy Dean, Jimmy Dean.
Inciso: Altman per gli attenti è stato nel 1957 il vero e proprio autore di quello struggente omaggio in bianco e nero alla Cometa di Fairmount che è The James Dean Story.

 

Il cinema le regala, finalmente, soddisfazioni. Le maggiori sono i premi ricevuti per i suoi ruoli in Mask (Cannes 1985) e in Moonstruck (Academy Award nel 1988).

 

Cher non riposa sugli allori, e quindi si esibisce dal vivo (e si sa cosa può rendere Las Vegas ([7]), dove nel corso dei lustri ha tenuto diverse residency).
Affari suoi, e probabilmente del giornalismo di solo pettegolezzo (italiano e non), se lei per un certo tempo si esibì mostrando glutei marmorei e ragazzi-giocattolo (come suoi boyfriend, appunto) invece di ritirarsi al tempo dai palchi e godersi un viale del tramonto lastricato d’oro.

 

Andiamo per salti: “Walking In Memphis” è una canzone americana nel miglior senso del termine, e fa rima con Elvis, correttamente. Si tratta di una cover (1995) dell’opera musicale del cantautore Marc Cohn che Cher ha potuto declinare al femminile nel testo, ma optando per un doppio personaggio nel videoclip in bianco e nero (che strizza forse l’occhio a Jim Jarmusch).

 

Dovreste dunque poter decidere da soli quanto vale Cher, senza essere vittime della disinformazione da parrucchiere che ancora resiste.
E magari fare un paio di ragionamenti anche rispetto a suo figlio, che nacque figlia, Chaz Bono.

 

 

                                                                                                                      Steg

 

 

 

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[1] Così ante litteram che le due espressioni non esistevano ancora.
[2] Salvatore Philip Bono, classe 1935.
[3] “Needles and Pins” non è un originale dei Ramones, bensì una canzone scritta da Bono e Jack Nitzsche (vero cognome), quest’ultimo braccio destro di Spector e produttore artistico in ambito musicale di grande vaglia.
[4] Non andrò nel pozzo dei serpenti della chirurgia plastica a sparlare.
[5] Al The Cher Show del 23 novembre 1975: duettarono “Young Americans” (con molti altri frammenti al suo interno) e “Can You Hear Me”.
[6] Fuor d’argomento: cercate il loro doppio (mi astengo dal cofanetto di 6 CD del 2104) album dal vivo At Fillmore East.
[7] Ma se non lo sapete considerate che il patrimonio della Signora si calcola in centinaia di milioni di Dollari USA.

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