"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



domenica 13 luglio 2014

“CZECHOSLOVAKIA” O DEL PALACH MEMORIAL (Song series - 3)


CZECHOSLOVAKIA O DEL PALACH MEMORIAL
(Song series - 3)

 

Casualmente, ma proprio casualmente, sono incappato in questa canzone ([1]), eseguita da Julie Driscoll, Brian Auger & The Trinity: ovvero un quasi supergruppo, se non fosse che i due “solisti” (ossimoro, evidentemente) non sapevano dove sarebbero andati a finire.
 
Ed ecco che ascoltando la canzone, (l’album da cui è tratta, Streetnoise, è del 1969) mi soggiungono alcune considerazioni.
Czechoslovakia” mi ricorda (anticipandolo) nel testo “Israel” di Siouxsie and the Banshees. Già non poco.
Inoltre, questa song anticipa (di nuovo) nella musica e Julie Driscoll anticipa nel modo di cantare qualche strofa Gil Scott-Heron e, parere personalissimo, mi ricorda anche certi toni di “Song for the Marching Children” degli Earth & Fire (di due anni successiva).
 
Non credo si richieda una mia traduzione del testo, se non la segnalazione di un gioco di parole quanto a “sus?(pect)” e il fatto che il verso “I am tanks” è proprio così, “tanks” come plurale di carri armati, quelli sovietici che invadono la nazione.

 

 

Czechoslovakia(Julie Driscoll)


 

many people I know with no where to go-o, you know they’re lonely
but many people have died, feeling hung up inside, but don’t think they’re phony
cuz they’re only trying to stop you from dying, locked behind your own bars
maybe, you’ll see, how good it would be, to feel free
don’t close your eyes and put on your disguise
someone’s gonna sus?(pect) you
there’s things around bring you down, and they disgust you
so recognize, the hidden lies, that surround you
and maybe, you’ll see, how good it would be, to feel free
to feel free
to feel free

August, ‘68/ it was dark and it was late
A.M. 24/ was the first, but there were more
fighters, in close formation
ready for the invasion
I remember going to a country where people were warm/ and people were ready for changes

I am tanks? from everywhere
smash down everything that’s there

Czechoslovakia

 

 

Per una (la?) esecuzione di studio della canzone con un video dell’epoca: https://www.youtube.com/watch?v=3-_S00jFhn0.

 

Insomma, siamo ancora al Pomník Jana Palacha a Jana Zajíce, dunque ai 198X e quindi a Tonito e al “suo Memorial.
Non dimenticando quanto segue: “nel 1969 [Giorgio, N.d.A.] “Napolitano invita i militanti del Pci a evitare ogni scivolamento sul piano dell’antisovietismo’, ribadendo il ‘valore non solo storico ma attuale della funzione mondiale dell’Urss’” ([2]).

 

 

                                                                                                                      Steg

 

 

 

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[1] Riprendo, ma non pedissequamente, un pensiero svolto sulla pagina di Facebook per due ragioni.
La più importante è che ho scoperto che non tutti sono su Facebook (non c’ero nemmeno io sino a una settimana fa. Circostanza che mi fa anche piacere: grazie MR, grazie GG che non siete lì.
La seconda è che il medium (se tale è classificabile) non è fatto per quasi nulla che non sia, nel mio caso, una “tombstone”.
Dunque il blog resta centrale.

[2] Cito testualmente da: http://www.secoloditalia.it/2011/12/quando-napolitano-voleva-fa-lamericano/. Ovvero da Il Secolo d’Italia (quotidiano certamente schierato dal punto di vista politico, qualcuno non è schierato?): “Quando Napolitano ‘voleva fa’ l’americano’”, di Redazione, venerdì 9 dicembre 2011, h. 19:40.

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