"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



venerdì 31 agosto 2012

PERLE MEDIATICHE 9 – IL PUNK NON È APPROSSIMAZIONE

PERLE MEDIATICHE 9 – IL PUNK NON È APPROSSIMAZIONE
 
Una ala del punk è nota come “DIY”, cioè do it yourself: fallo da solo.
Nessuno si permetterebbe di criticare la fanzine di Mark P., Sniffin’ Glue, per un errore: era il 1976, i PC (e i Mac) non esistevano come prodotto di massa, e a parte lo sbaglio tipografico (sempre in agguato) le informazioni non abbondavano.
36 anni dopo è diverso.
Quindi oggi se sbaglio: non ho ricontrollato, magari non ho in precedenza verificato, chi mi pubblica ci mette anche la sua di faccia.
 
Chi pensa che il punk sia approssimazione, si sbaglia di grosso: chiedete ad Adam Ant o a Siouxsie Sioux.
 
Ecco perché sono rimasto molto male quando ho letto, su una pagina Facebook, le note di copertina dell’inserto – aggiunto – allo split album Jumpers/198X, intitolato Palach Memorial, che quindi si sommano alle note di copertina originarie (quelle definitive sono in questo blog).
Le note dell’inserto sono scritte da Tony Fischer, ma evidentemente la faccia ce la mette anche chi ha pubblicato il fonogramma e dette note, cioè Rave Up Records.
Preciso che non sto criticando il contenuto di queste seconde note, ma confuto due informazioni ivi riportate.
 
Innanzitutto mi trovo Jan Palach dato per morto nel 1968 ([1]): non 19 gennaio 1969 come è in realtà (e scritto nelle mie note, anche).
 
In secondo luogo, Francesco D’Abramo viene, more solito, descritto come a metà fra un santo e il John Peel milanese.
La verità è che lui (D’Abramo) avrebbe potuto, se avesse voluto, contribuire a rendere più ricco (e quindi vivo) ciò che oggi è disponibile in termini di registrazioni audio dell’epoca.
Nessuno è mai riuscito ad avere da lui copia delle registrazioni audio che realizzava ai concerti. Mi fermo qui. Non sarà una colpa, ma certo nemmeno un merito ([2]).
 
Questo è quanto, per la precisione, sia essa punk o meno.
Per una cronaca milanese che diverrà storia, così come per una storia che non deve essere distorta.
 
 
                                                                                                                      Steg
 
 
 
© 2012 Steg, Milano, Italia.
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[1] Non mi pare un errore tipografico: l’impressione è che sia trattato da casualty dell’occupazione militare sovietica.
[2] Anche Clinton Heylin si lamentava di qualcuno che “sedeva” sopra una montagna di registrazioni realizzate al CBGB’s all’inizio della scena punk newyorkese. Evidentemente, è una sorta di tic diffuso.

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