LONDRITUDINE
Mi arrogo la
creazione del termine “londritudine”.
Ve lo spiego, più
o meno.
The Beatles non
c’entrano nulla: infatti, sono di Liverpool.
Sarà anche il
caso di chiarire, una volta per tutte, che il fenomeno mod è londinese (il
Northern Soul arriva dopo).
Chiamare,
altresì, Michelangelo Antonioni ([1])?
Manchester deve
rispondere ([2]), ma anche il punk è all’ombra
del Big Ben, o se preferite sulle righe del Tamigi (Cheyne Walk: anyone)?
Pink Floyd?
Citofonare UFO.
C’è un bel
documentario sugli anni sessanta intitolato My Generation dove voce
narrante è Sir Michael Caine ([3]): cockney
to the bone, per così dire.
Peter Pan cum Rodrigo Fresan.
E arrivano anche
The Kinks (prima de The Who, cronologia).
David Bowie.
Per un paio di
decenni, senza Londra ci si è (ci siamo) sentiti soli, noi che non soffriamo di
solitudine.
Londritudine,
appunto.
Continua?
Non insieme a
me, che sto coi pezzi di buio ([4]).
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[2] https://steg-speakerscorner.blogspot.com/2011/08/manchester-piu-di-una-m-o-della.html
[3] https://en.wikipedia.org/wiki/My_Generation_(2017_film)
[4] https://steg-speakerscorner.blogspot.com/2020/06/1984-et-nous-reparlerons-de-pezzi-di.html
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