"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



domenica 22 giugno 2014

“ICH BIN WASHINGTON REDSKIN” (gli schieramenti del politicamente corretto)


ICH BIN WASHINGTON REDSKIN
(gli schieramenti del politicamente corretto)


Potrei depositarlo come marchio il titolo di questo post.
Ma non negli USA.
 
Perché negli Stati Uniti, il solerte US Patent and Trademark Office ([1]) federale nel giugno 2014 ha dichiarato che 6 marchi riferiti ai Washington Redskins (blasonata squadra di football) non sono registrabili e, quindi, le registrazioni (depositate fra il 1967 e il 1980) sono cancellate, revocate per essere esatti.
Eh sì, perché il termine “redskin” sarebbe offensivo per i Native Americans, almeno secondo la parte attrice in questo procedimento amministrativo.
Seguirà verosimilmente giudizio d’appello e, magari, arriveremo in qualche modo al giudiziario e alla Supreme Court federale ([2]).
 
Agli inizi del blog citavo un articolo giornalistico italiano schierato contro il politically correct.
Illuso!
 
In un altro post evocavo le virtù del punk, dove un mongoloide è chiamato tale, senza giri di parole.
Illuso!
Il down (l’ex mongoloide) è sempre “il migliore” per i suoi familiari, proprio come il figlio normale è sempre un genio per i genitori. Poveretti, per colpa dei familiari, i down o mongoloidi, ma anche i normali, quando diventano adulti.
 
Intanto si rischia di perdere un altro pezzo di libertà d’espressione.
Le parolacce sono di (ab)uso comune, la proprietà di linguaggio non più.
 
Ah e il titolo di questo post è una variazione della forse ancora celebre frase pronunciata il 26 giugno 1963 da John Fitzgerald Kennedy; uno statista insindacabilmente tanto caro ai politicamente corretti di oggi ([3]).
Come vedete, anche il politicamente corretto si può schierare politicamente, a piacimento e a seconda dei periodi storici.
 

 

                                                                                                                      Steg

 

 

 

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[1] Ma il Financial Times la chiama “patent agency”.
[2] Lo preciso in quanto in certi stati la Supreme Court e` alla base e non al vertice del sistema giudiziario locale.
[3] Molto meno gradito 40 anni fa agli iscritti al PCI, che se non ricordo male non potevano visitare gli USA, peraltro a loro volta ben allineati su come si “domavano le rivoluzioni” del dopoguerra, dall’Ungheria alla Cecoslovacchia.

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