"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



domenica 13 aprile 2014

GENERATION X: COLLATERALI?


GENERATION X: COLLATERALI?

 
Nei miei post ricorrono spesso i (“la”?) Generation X. O meglio i suoi componenti, da me dichiarati o meno.
 

Potrei, forse come altri, definirli “bubble gum punks”.
Sarei inclemente.
 

I Generation X sono un caso in cui le unità valgono più della loro somma.
Ma non è possibile liquidarli con sufficienza.
 

Billy Idol, tralasciando la sua vita privata dove rischierei forse un paio di querele per fatti veri, è “quasi” stato un Banshee del 20 settembre 1976, tanto per dire.
 

Tony James un agente provocatore di portata incancellabile.
 

Gli album, quattro reali ma tre solo ben conosciuti ([1]) della Generazione senza volto ([2]), sono sicuramente degni di nota anche solo come trampolino per esplorazioni altresì di recupero.
Francamente “pre tutto” quanto potesse classificarsi – eccetto The Jam – come post-mod, scrivere una canzone come “Ready Steady Go” non era cosi indolore.

 
Mettere in b-side del secondo singolo una versione dub (“Wild Dub”) era meritevole (anche se magari era perché mancava una canzone) quanto una versione di “Police And Thieves”: “mamma cos’è il dub?”.
 

Che dire, poi, di quella definitiva onorificenza alla solitudine piuttosto che una compagnia d’accatto che è “Dancing With Myself”?

 
Si tratta dunque di artisti citazionisti piuttosto sottili e financo hoople-iani.

 
Pure la loro simbologia (a partire dallo pseudonimo di William Broad: molto “epoca Billy Fury”) non è banale come si potrebbe credere.
E che magliette!

 
Mi piacerebbe una bella rimpatriata – per una volta – con una ulteriore chitarra: evidentemente quella luccicante e glam-orosa di Mick “London SS” Jones ([3]).

 
 
                                                                                                                      Steg

 

 

 

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Fotografia promozionale in occasione del lancio del secondo singolo (1977)




[1] Per quello fantasma, Sweet Revenge, occorre scandagliare un cofanetto ovviamente ormai raro.
[2] Chissà: forse anche Edgar Allan Poe influenzò quello pseudonimo?
[3] In sé fattibile siccome Tony James e Jones militano nei Carbon Silicon.

1 commento:

  1. Verissimo, Steg: il soprannome di Billy Broad sembra partorito direttamente da Larry Parnes (con quel po' po' di nomi tipo Billy Fury, Vince Eager eccetera). Piuttosto, qualche idea parallela suggeritami dal tuo post.

    a) 'Wild Dub', ovvia b-side del modestissimo 'Wild Youth' (gran delusione ai tempi della sua uscita) è forse anche peggio della facciata A di cui sopra. La base (la cosiddetta rhythm track) non può fornire spunti per crearci attorno un mix alla King Tubby: la scansione di un tempo medium rock tendente al veloce impasta i suoni, incasina tutto e non può che essere portato a termine tramite una serie di in & out fino al fading finale (es: prima isoliamo batteria & basso, poi via questi due e dentro la chitarra ritmica, poi fuori tutto e dentro la voce che scandisce il chorus, poi dentro drums, bass & gtr per quattro battute e via di questo passo). La voglia di connubio tra punk e reggae ai tempi era tanta, la pratica è decisamente un'altra cosa. Risultato: una mezza schifezza -molto più schifezza che mezza;

    b) Tony James è anche quello dei Sigue Sigue Sputnik, che quando si riformano a fine anni '90 vanno da Red Ronnie per presentare il nuovo album dal titolo 'Internet World' -tuttora nella Top 3 nella All Time Chart dei titoli squallidi (gli altri due sono 'Emergency On Planet Earth' dell'imbarazzante Jamiroquai e ovviamente 'Ok Computer' dei Radiohead). O l' immaginazione di Tony si era presa un lungo sabbatico oppure il vecchio Agent Provocateur aveva ceduto i diritti del nome a Westwood Junior, Dita Von Teese e ai perizomi che oggi portano quel nome con orgoglio;

    c) Tutte giuste le osservazioni sui Generation X. Ne manca una, a mio avviso abbastanza importante: non avevano un pezzo che fosse uno.

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