"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



giovedì 10 aprile 2014

EDDIE COCHRAN: IL BALBETTIO ADOLESCENZIALE PERFETTO (Sketches series – 14)


EDDIE COCHRAN: IL BALBETTIO ADOLESCENZIALE PERFETTO
(Sketches series – 14)

 

Eddie Cochran muore, Gene Vincent resta storpio (alla gamba sinistra già colpita da un precedente infortunio) ([1]). È il resoconto di un incidente stradale ([2]).

 

“Mi” è noto quanto io abbia a cuore Vincent, così “poco statunitensemente a posto” ([3]).
Ma Cochran ogni volta che lo ascolto mi sposta qual piuma al vento.
Tre generazioni musicali gli si sono inginocchiate davanti in riverente devozione: The Who, Marc Bolan, Sid Vicious.

 

Eppure, altrimenti non leggereste questo blog, alla fine per me: la voce narrante deve impazzire per la sua amata con i capelli raccolti a coda di cavallo, i calzini bianchi arrotolati alla caviglia, la gonna a pieghe che vola quando lui la cinge la vita in un passo di rock ‘n’ roll.
Ecco perché lui corre su – per ben venti piani! – e poi resta senza fiato ([4]) (e io con lui) ([5]).

 

Ma un altro punto di forza di questo rocker è la modernità che, appunto, lo ha reso memorabile ben oltre la contingenza storica: “Summertime Blues” e “Nervous Breakdown”.
Tanto , alla fine, mi domando: fu davvero un incidente (stradale)?
Perché, forse, Eddie Cochran si era spinto qualche anno troppo avanti a tutti gli altri.

 

 

                                                                                                                      Steg

 

 

 

© 2014 Steg E HTTP://STEG-SPEAKERSCORNER.BLOGSPOT.COM/, Milano, Italia.
Tutti i diritti riservati/All rights reserved. Nessuna parte – compreso il suo titolo – di questa opera e/o la medesima nella sua interezza può essere riprodotta e/od archiviata (anche su sistemi elettronici) per scopi privati e/o riprodotta e/od archiviata per il pubblico senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso, dell’espresso consenso scritto dell’autore/degli autori.

 




[1] Per i più superficiali: Gene Vincent uguale “Be-Pop-A-Lula”, canzone che inizialmente fu il b-side del singolo “Woman Love”.
[2]On 16 April 1960, while on tour in the UK, Vincent, Eddie Cochran, and songwriter Sharon Sheeley were involved in a high-speed traffic accident in a private hire taxi in Chippenham, Wiltshire. Vincent broke his ribs and collarbone and further damaged his weakened leg. Sheeley suffered a broken pelvis. Cochran, who had been thrown from the vehicle, suffered serious brain injuries and died the next day. Vincent returned to the States after the accident” (Wikipedia).
[3] Eh sì non ignoro nemmeno Buddy Holly e Carl Perkins e Jerry Lee Lewis (anche lui non “a posto”) ..., d’altronde era Joe Strummer a dichiarare provocatoriamente nel 1977 la morte di Chuck Berry.
A parte quelle due dozzine di mie visioni di American Graffiti.
Mi aspetto un commento di Glezos a questo post.
[4] “Twenty Flight Rock”.
[5] Ringraziando anche un ex componente dei Generation X.

1 commento:

  1. Recentemente ho visto un video della commemorazione di Eddie Cochran che dal 1960 va puntualmente in scena ogni 16 aprile a Chippenham, sul luogo del fatale incidente. Se ne scrissero e dissero di ogni: che Gene Vincent doveva il suo essere sopravvissuto al whisky (stava dormicchiando ubriaco in macchina, e il suo stato di estremo relax gli avrebbe salvato la vita); che i teds andassero in spedizione per anni in cerca di "the guy who killed Eddie Cochran", rollandolo regolarmente di calci ogni volta. La cosa davvero toccante è il filmato della visita quarant'anni dopo di Sharon Sheeley poco prima di morire nel 2002 ai luoghi e all'ospedale dove finì insieme a Eddie dopo l'incidente, lui morto e lei viva.
    L'importanza di Eddie Cochran non si discute, in un contesto in realtà storicamente molto chiuso come quello del rock'n'roll (quello vero), nel quale non ebbe quel successo e quel ruolo da superstar che si millanta oggi e che solo gli inglesi gli tributarono in vita. Innovativo più nel sound e nella tecnica di registrazione che nella scelta del repertorio, Cochran era quasi uno sperimentatore della sei corde con occhio e udito proiettati nel futuro già un anno buono prima di morire. Alcune interessantissime registrazioni di strumentali a metà strada tra il folk balcanico e il romanticismo alla Santo & Johnny indicano come sarebbe probabilmente andata a finire: sessionman lo era già (anche col suo amico Gene, come abbondantemente documentato anche se sottotraccia), quindi era scritto un futuro da produttore/arrangiatore/autore, con probabile ritorno al country di gioventù nel caso gli fosse andata male. Sul legame feticista tra rockers dei fifties e morte on the road torneremo in futuro, ma è certo che la fine di Eddie Cochran è la linea di demarcazione definitiva, il non ritorno, la notte eterna dopo l'ultima serata in American Graffiti.
    L'omaggio più colossale: Vince Taylor, con la clamorosa cover di '20 Flight Rock' registrata per Barclay a Parigi nel leggendario Anno Taylor Domini 1961, l'apice dell'Ange Noir, con il vaudeville che incrocia il leggendario solo di batteria del mitico (per una volta l'aggettivo è tutto meritato) Bobbie Clarke. Il risultato è il primo caso di vera sex music, e la messa a punto del Kalashnikov preso in prestito dall'art-punk '78-'79.
    Chiudo su Gene Vincent. Una delle scritte su una delle prime famose t-shirts della coppia Westwood-McLaren recitava una cosa del tipo: '"This country is run by fascists", said Gene Vincent in a 1957 radio interview'. Che probabilmente lo pensò ma non lo disse in nessuna radio, a meno che Gegène non sia tornato nella notte con una aggiunta alla mia collezione di sue interviste in audio. La solita cialtronata di Malcolm, ma a lui perdoniamo tutto.

    RispondiElimina